L’Aria del Principe Igor dal II atto
«OIME’! NEL COR MI GRAVERA’ L'ANGOSCIA OGNOR…»
«НИ СНА, НЕ ОТДЫХА, ИЗМУЧЕННОЙ ДУШЕ…»
«NO SLEEP, NO REST FOR THE SUFFERING SOUL…»
«Il principe Igor», opera in 4 atti, 1 prologo e 1 epilogo. La storia risale al XII secolo, quando la Russia subì un'invasione da parte della tribù mongola dei Polovesiani. Il principe Igor, cadde prigioniero rischiando anche di essere ucciso. Il capo dei Polovesiani, il Khan Konciàk, però lo prese in simpatia e gli risparmiò la vita, anzi, per conquistarne l'amicizia e convincerlo ad allearsi con lui, radunò danzatrici, musicisti e schiavi per improvvisare dei festeggiamenti in suo onore e ammaliarlo con canti e danze. Ma il principe seppe resistere a queste tentazioni e, riuscendo a fuggire, tornò nella sua patria.
Canta Dmitrij Khvorostovskij
Grande Sala del Conservatorio di Mosca (2006)
https://www.youtube.com/watch?v=jGc5QCf0GcU
Oime! Nel cor mi graverà l'angoscia ognor!
In preda al mio destino crudele, io veglio;
E dei lontani di nutrisco il sogno, o luminosi di!
Mi sembra ancor che il ciel minacci:
Ma pur lontano in gran miraggio
Glorioso veggo rivenire.
Stellati di risplenderanno
Pur nel ciel di mia felicità.
Non più ne l'ombra brancolar,
Vinto, qui mi vedrò.
Vo sfidarla la morte.
Che più dovrò soffrir?
Perduto ho già gloria, onor e Patria.
Disfatto Igor.
Io, nel disonor!
Tutto mi nego il ciel:
Ormai non chiedo che morir
Se Iddio mi desse ancor la forza,
Liberatore sarei del patrio suol.
Brillare ancor vedrei rossigno
Un ciel di gloria al novo Sol!
O mia sposa sventurata,
Sempre a te va il mio pensiero.
Tu la sorte che insidiava,
Mi svelasti un dì.
Dalla vetta del castello
Scruta il guardo tuo lo spazio;
E sol tu del mio sgomento
Sentirai l'orrore.
Potrò trovar conforto a tal disfatta?
Or chi potrà fidar nel mio valor?
Oh! Maledizione!
Hanno in mano la mia vita, Igor
E qui nell'abiezione!
O santa libertà perduta,
Mi lascia tu salvar la Patria mia,
O da guerriere per lei morir.
E che? Nel cor non rugge più l'antico ardor?!
In preda al mio destino crudele, io veglio,
E dei trascorsi di nutrisco il sogno.
O luminosi dì, per me non raggian più.
Io soffro! Qual crudele cupo tormento!
O grazia! Qual dolor!
«IL PRINCIPE IGOR» SUL NOSTRO FORUM «ARCA RUSSA»:
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Zarevich