Arca Russa
Lingua e linguistica russa e italiana - «PILLOLE DI GRAMMATICA ITALIANA PER RUSSI»
Doppio bequadro - Domenica, 01 Ottobre 2006, 10:41
Oggetto: Come si scrive?
Un po' (con apostrofo) oppure un pò (con accento grave)?
Com'è più giusto?
Aladino - Domenica, 01 Ottobre 2006, 10:51
Oggetto:
E' giusto solo con apostrofo in quanto con esso si intende elidere la seconda sillaba po-co....parola completa.
Beowulf - Domenica, 01 Ottobre 2006, 10:52
Oggetto: Re: Come si scrive?
Doppio bequadro ha scritto:
Un po' (con apostrofo) oppure un pò (con accento grave)?
Com'è più giusto?
un po' e' forma tronca di poco e NON si scrive MAI con l'accento:
"un po' di vino" forma corretta
"un pò di vino" forma sbagliata
Doppio bequadro - Domenica, 01 Ottobre 2006, 11:35
Oggetto:
Grazie! Così è molto più facile, invece di fare alt+0242 per la "ò" posso mettere un semplice apostrofo.
Doppio bequadro - Domenica, 01 Ottobre 2006, 13:44
Oggetto: Che cosa vuol dire vo/vo'?
Avevo già fatto questa domanda sugli altri forum, ma non ho ricevuto risposte concrete.
Che cosa vuol dire vo/vo'?
Voglio?
Vado?
Vedo?
Vengo?
O qualcos'altro?
Per esempio:
Cessò dell’ira il breve foco...
Sul nemico acciaro
Abbandonarmi vo’.
(Aria di Edgardo dall’opera di Gaetano Donizetti “Lucia di Lammermoor”)
Una furtiva lagrima
negl’occhi suoi spuntò.
Quelle festose giovani
invidiar sembrò.
Che più cercando io vo’?
(Romanza di Nemorino dall’opera di G.Donizetti “L’elisir d’amore”)
Quando m'en vo'.. (da "La Bohème) - va be', qua è più o meno chiaro, sarebbe "vado"
...E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando... (Giacomo Leopardi L’infinito)
vo'=voglio e vo(senza apostrofo)=vado? o sbaglio?
Purtroppo, i nostri spartiti sono pieni di errori, e c'è troppa confusione.
Beowulf - Domenica, 01 Ottobre 2006, 14:11
Oggetto: Re: Che cosa vuol dire vo/vo'?
Doppio bequadro ha scritto:
Avevo già fatto questa domanda sugli altri forum, ma non ho ricevuto risposte concrete.
Che cosa vuol dire vo/vo'?
Voglio?
Vado?
Vedo?
Vengo?
O qualcos'altro?
Per esempio:
Cessò dell’ira il breve foco...
Sul nemico acciaro
Abbandonarmi vo’.
(Aria di Edgardo dall’opera di Gaetano Donizetti “Lucia di Lammermoor”)
Una furtiva lagrima
negl’occhi suoi spuntò.
Quelle festose giovani
invidiar sembrò.
Che più cercando io vo’?
(Romanza di Nemorino dall’opera di G.Donizetti “L’elisir d’amore”)
Quando m'en vo'.. (da "La Bohème) - va be', qua è più o meno chiaro, sarebbe "vado"
...E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando... (Giacomo Leopardi L’infinito)
vo'=voglio e vo(senza apostrofo)=vado? o sbaglio?
Purtroppo, i nostri spartiti sono pieni di errori, e c'è troppa confusione.
numble numble
il fatto che vo' voglia essere il troncamento di vado,mmmm non e' una regola dell'italiano moderno, sara' qualche troncamento dovuto o alla cosidetta "Licenza poetica" oppure dipendera' da qualche dialetto.
Oppure e' semplicemente italiano medioevale(toscano).
Argonautaaaaaaaaaa dove sei quando servi????
toscanaccio.
Myshkin - Domenica, 01 Ottobre 2006, 14:29
Oggetto:
Usualmente "vo" o "vo'" è la forma poetica di origine toscana (e ancora in uso) per "vado".
Soltanto nel primo esempio sembra significare "voglio".
Le altre significano tutte "vado":
Che più cercando io vo’ - Che altro vado cercando (cioè che cerco di più?)
Quando m'en vo'.. - Quando me ne vado
io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando... - io vado comparando (cioè comparo,confronto) questa voce a quel silenzio infinito
Doppio bequadro - Domenica, 01 Ottobre 2006, 14:38
Oggetto: Re: Che cosa vuol dire vo/vo'?
Beowulf ha scritto:
Argonauta - Domenica, 01 Ottobre 2006, 21:00
Oggetto:
Confermo quello che ha scritto il principe Myshkin.
N.B.
vo`, con l'accento grave, con la "o" aperta e non chiusa.
Sul Devoto Oli:
andare v. intr. (difettivo e associato a vado;
pres. vado o vo`, vai, va, andiamo, andate, vanno; ...
cfr. anche 'fo' e 'faccio'.
Zarevich - Lunedì, 23 Ottobre 2006, 10:13
Oggetto: Favola del pagliaccio ....
Caro Roberto e Caro Myshkin!
Mi rivolgo a voi
Non so tradurre il titolo di un balletto di Prokofiev.
Il balletto si chiama in russo così:
«Сказка про шута, семерых шутов перешутившего»
Di solito questo tutolo traducono come “Favola del pagliaccio”, ma non è giusto, perché il titolo è più lungo. Aiutatemi per favore!
Zarevich
Roberto - Lunedì, 23 Ottobre 2006, 10:55
Oggetto: Re: Favola del pagliaccio ....
Zarevich ha scritto:
Caro Roberto e Caro Myshkin!
Mi rivolgo a voi
Non so tradurre il titolo di un balletto di Prokofiev.
Il balletto si chiama in russo così:
«Сказка про шута, семерых шутов перешутившего»
Di solito questo tutolo traducono come “Favola del pagliaccio”, ma non è giusto, perché il titolo è più lungo. Aiutatemi per favore!
Zarevich
L'ho trovato tradotto come
Il buffone... ho trovato anche questa traduzione, non so se può andare...
Il buffone che ne burlò altri sette... a me non dispiace... Oppure
Favola del pagliaccio che ne burlò altri sette... Continuo a correggere il messaggio... Certo così la scoppiettante allitterazione dell'originale si perde...
Roberto
Myshkin - Lunedì, 23 Ottobre 2006, 11:03
Oggetto:
Sì, anche a me sembra appropriata la seconda, la Favola del pagliaccio che burlò sette pagliacci.
Chissà come mai è stato semplificato il titolo.
Roberto - Lunedì, 23 Ottobre 2006, 11:04
Oggetto:
Oppure
Favola del burlone che sette burloni burlò...
Roberto
Roberto - Lunedì, 23 Ottobre 2006, 11:07
Oggetto:
Myshkin, una domanda tecnica... Perché quando voglio inserire i "tag" (si chiamano così?), per esempio quelli del corsivo, non vengono inseriti nella posizione del cursore ma subito dopo l'ultimo carattere presente nel messaggio? O funziona proprio così?
Roberto
Myshkin - Lunedì, 23 Ottobre 2006, 11:10
Oggetto:
No, direi che è un problemuccio intrinseco nel codice del forum. Anche con gli smileys si comporta così, a prescindere da dove metti il cursore.
Insomma, potrebbe essere migliorata questa parte. Se usciranno aggiornamenti in merito li acquisirò e li farò nostri
Zarevich - Lunedì, 23 Ottobre 2006, 11:12
Oggetto:
"La Favola del pagliaccio che burlò sette pagliacci"
A me piace tanto. Secondo me questa traduzione è appropriata
«Сказка про шута, семерых шутов перешутившего»
E' un piccolo balletto in sei quadri, Op.21 scritto (1915-20) da Serghej Serghejevich Prokofiev
GRAZIE!!!!
Argonauta - Giovedì, 26 Ottobre 2006, 06:08
Oggetto: Coniugare i verbi
Questo coniugatore di verbi italiani a qualcuno sarà utile!!!!
http://www.univ.trieste.it/~nirital/texel/coni/coni.htm
Provatelo!
Doppio bequadro - Giovedì, 26 Ottobre 2006, 07:21
Oggetto:
Subito una domanda.
Questo coniugatore dice che il verbo "odiare" si coniuga
io odio
tu odi
lui/lei odia
noi odiamo
voi odiate
loro odiano
Invece Garzanti
http://www.garzantilinguistica.it/verbi_ita.html
dice che alla seconda persona ci sono due "i": odii,
la forma "odi" sarebbe del verbo "udire".
Myshkin - Giovedì, 26 Ottobre 2006, 08:31
Oggetto:
Infatti ha ragione il Garzanti.
La 'i' della radice si conserva per differenziarlo appunto da "tu odi" (verbo odiare).
Stessa cosa con "tu varii" (verbo variare) e "tu vari" (verbo varare).
Però comunemente si usa "odi" in entrambi i casi; la forma in "odii" è diventata un po' arcaica. Il senso del verbo si capisce facilmente dal contesto.
Roberto - Giovedì, 26 Ottobre 2006, 09:26
Oggetto:
Giusto. Potresti trovare "tu odi" (odiare) scritto anche con l'accento circonflesso ^ sulla "i", la funzione è la stessa... La cosa può accadere anche con il plurale di certi sostantivi. Questo per la lingua scritta... Nella pronuncia di solito si sente la differenza: la "i" di "odi" (udire) è pronunciata in maniera diversa dalla "i" di "odi" (odiare), che è più "dolce"... Prova a leggere къи e ки... poi facci sapere...
Roberto
Angelo di fuoco - Giovedì, 26 Ottobre 2006, 12:03
Oggetto:
La "o" in "odi" dovrebbe essere chiusa, poiché proviene da una vocale chiusa qual è la "u" in "udire", la "o" in "odii" o "odî" è invece aperta.
Roberto - Giovedì, 26 Ottobre 2006, 12:31
Oggetto:
Angelo di fuoco ha scritto:
La "o" in "odi" dovrebbe essere chiusa, poiché proviene da una vocale chiusa qual è la "u" in "udire", la "o" in "odii" o "odî" è invece aperta.
Però il DOP (Dizionario d'ortografia e di pronunzia) del Migliorini mi dà "òdi" (udire) aperta, così come "òdii" (odiare)... Non l'ho mai sentita pronunciata chiusa...
Roberto
Angelo di fuoco - Giovedì, 26 Ottobre 2006, 12:43
Oggetto:
Io l'ho sentita dalla mia insegnante d'italiano all'università. Quello della pronuncia differente ce lo disse esplicitamente.
Roberto - Giovedì, 26 Ottobre 2006, 12:53
Oggetto:
Angelo di fuoco ha scritto:
Io l'ho sentita dalla mia insegnante d'italiano all'università. Quello della pronuncia differente ce lo disse esplicitamente.
Non so che dirti, il DOP è autorevolissimo, per sicurezza ho consultanto anche gli altri dizionari di italiano che ho a portata di mano (Dardano, Zingarelli, Treccani, Dir) e tutti riportano "òdi" ("o" aperta)...
Roberto
Angelo di fuoco - Giovedì, 26 Ottobre 2006, 12:57
Oggetto:
Lo chiederò all'insegnante la prossima volta che la veda.
Roberto - Giovedì, 26 Ottobre 2006, 13:12
Oggetto:
Angelo di fuoco ha scritto:
Lo chiederò all'insegnante la prossima volta che la veda.
Facci sapere... L'insegnante magari ha altre fonti (grammatiche, dizionari)...
Roberto
Argonauta - Giovedì, 26 Ottobre 2006, 14:59
Oggetto:
Angelo di fuoco ha scritto:
Lo chiederò all'insegnante la prossima volta che la veda.
Ricordati che nessuno è perfetto, nemmeno la tua insegnante!
La "o" di odi o odii è solo aperta.
Potrei scommetterci un caffè!!!
Angelo di fuoco - Giovedì, 26 Ottobre 2006, 15:04
Oggetto:
Finché arriva dalle mie o tue parti sarà freddo!
Angelo di fuoco - Giovedì, 02 Novembre 2006, 13:38
Oggetto:
Argonauta ha scritto:
Angelo di fuoco ha scritto:
Lo chiederò all'insegnante la prossima volta che la veda.
Ricordati che nessuno è perfetto, nemmeno la tua insegnante!
La "o" di odi o odii è solo aperta.
Potrei scommetterci un caffè!!!
L'ho chiesto stamani all'insegnante. Ecco quel che mi ha detto spontaneamente: seguendo lo sviluppo fonetico dal latino all'italiano, sarebbe logico che la "o" in "odo" fosse chiusa (ma che non è necessariamente così). Comunque ella stessa ha ammesso di pronunciarla come una vocale aperta (è Pugliese la signora) ed ha aggiunto che in casi di dubbî simili sarebbero autorevoli i toscani e libri di fonetica.
Roberto - Giovedì, 02 Novembre 2006, 14:23
Oggetto:
Angelo di fuoco ha scritto:
Argonauta ha scritto:
Angelo di fuoco ha scritto:
Lo chiederò all'insegnante la prossima volta che la veda.
Ricordati che nessuno è perfetto, nemmeno la tua insegnante!
La "o" di odi o odii è solo aperta.
Potrei scommetterci un caffè!!!
L'ho chiesto stamani all'insegnante. Ecco quel che mi ha detto spontaneamente: seguendo lo sviluppo fonetico dal latino all'italiano, sarebbe logico che la "o" in "odo" fosse chiusa (ma che non è necessariamente così). Comunque ella stessa ha ammesso di pronunciarla come una vocale aperta (è Pugliese la signora) ed ha aggiunto che in casi di dubbî simili sarebbero autorevoli i toscani e libri di fonetica.
I testi di fonetica danno delle regole ma dicono anche che (cito dal DOP) "...non si possono fissare se non in forma generale i criteri di fonetica storica su cui si fonda la distribuzione della "o" aperta e della "o" chiusa nelle voci italiane... a queste regole fanno eccezione molte parole nelle quali ha prevalso l'analogia con parole somiglianti..."
Ma nel caso specifico la "o" di "odo" non corrisponde alla "u" breve del latino classico, ma al dittongo "au" ("udire" in latino è "audire") e la regola dice che il dittongo "au" del latino classico si è trasformato nella "o" tonica aperta italiana, quindi non siamo di fronte ad un'eccezione.
Roberto
Argonauta - Giovedì, 02 Novembre 2006, 17:32
Oggetto:
Roberto, sei "tremendo", ottima risposta
Roberto - Giovedì, 02 Novembre 2006, 17:46
Oggetto:
Argonauta ha scritto:
Roberto, sei "tremendo", ottima risposta
E pensare che non so il latino...
Roberto
Angelo di fuoco - Giovedì, 02 Novembre 2006, 18:03
Oggetto:
Roberto ha scritto:
Ma nel caso specifico la "o" di "odo" non corrisponde alla "u" breve del latino classico, ma al dittongo "au" ("udire" in latino è "audire") e la regola dice che il dittongo "au" del latino classico si è trasformato nella "o" tonica aperta italiana, quindi non siamo di fronte ad un'eccezione.
Roberto
Ma sei telepata, hai dato esattamente un altro esempio che lei ha addotto stamattina nel corso della reflessione!
Ti ringrazio tantissimo!
Roberto - Giovedì, 02 Novembre 2006, 18:18
Oggetto:
No, no... non vorrei passare per quello che non sono... (a parte il "telepata"...) ...ho solo consultato un paio di dizionari... ma ci tengo a dire che in generale sono un pozzo di ignoranza... E non è la solita retorica del sapere di non sapere... io proprio non so un beneamato... ehm...
Roberto
Angelo di fuoco - Giovedì, 02 Novembre 2006, 19:48
Oggetto:
Credo che questa "retorica" non sia così retorica in molti casi. Anzi, in molti altri si pretende d'essere onnisapienti ed invece non si sa nulla.
Argonauta - Mercoledì, 08 Novembre 2006, 14:25
Oggetto: Grammatica italiana
Ho "trovato" in internet questo corso che mi sembra semplice e ben fatto, forse potrà essere utile a qualche persona, italiana o russa....
http://it.wikibooks.org/wiki/Corso_di_italiano
Alena - Mercoledì, 08 Novembre 2006, 15:56
Oggetto:
Grazie Argonauta. Penso che questo sito sia utile. Purtroppo molti articoli ancora non esistono.
Alena
Roberto - Mercoledì, 08 Novembre 2006, 19:26
Oggetto:
Ho visto che trattano solo alcuni tempi verbali? Sarà ancora "in costruzione"?
Roberto
Alena - Lunedì, 18 Giugno 2007, 10:09
Oggetto: «PILLOLE DI GRAMMATICA ITALIANA PER RUSSI»
Христос Спаситель - Cristo Salvatore o Cristo Redentore?
Vorrei sapere qual e’ la traduzione piu’corretta in italiano. Sono corrette entrambe?
Alena
Myshkin - Lunedì, 18 Giugno 2007, 10:27
Oggetto: Re: «PILLOLE DI GRAMMATICA ITALIANA PER RUSSI»
Io non sono la persona più competente per una simile domanda, ed è molto probabile che Beowulf possa rispondere in modo più preciso e pertinente ma, da quanto mi risulta, Cristo Salvatore e Cristo Redentore sono due espressioni equivalenti, le quali si incontrano indifferentemente nei vari testi religiosi, e sono pertanto corrette entrambe.
Alena - Lunedì, 18 Giugno 2007, 10:36
Oggetto: Re: «PILLOLE DI GRAMMATICA ITALIANA PER RUSSI»
Grazie Myshkin.
Alena
Beowulf - Lunedì, 18 Giugno 2007, 11:37
Oggetto: Re: «PILLOLE DI GRAMMATICA ITALIANA PER RUSSI»
Sono corrette entrambe, infatti la chiesa in questione, puo' essere denominata sia come chiesa del Cristo Redentore sia come chiesa del Cristo Salvatore.
Zarevich - Lunedì, 18 Giugno 2007, 12:12
Oggetto: Re: «PILLOLE DI GRAMMATICA ITALIANA PER RUSSI»
No, non avete ragione
Cristo Salvatore - Христос Спаситель
Cristo Redentore - Христос Избавитель
Sono due espressioni equivalenti perchè significano lo stesso, ma grammaticalmente sono due parole diverse
Si dice Cattedrale del Cristo Salvatore - Храм Христа Спасителя, ma non "Избавителя"
Myshkin - Lunedì, 18 Giugno 2007, 12:15
Oggetto: Re: «PILLOLE DI GRAMMATICA ITALIANA PER RUSSI»
E' vero, hai ragione.
Dal punto di vista grammaticale "salvatore" e "redentore" non sono la stessa cosa.
Però dal punto di vista religioso/teologico le due espressioni "Cristo Salvatore" e "Cristo Redentore" si riferiscono allo stesso concetto.
Zarevich - Lunedì, 18 Giugno 2007, 12:24
Oggetto: Re: «PILLOLE DI GRAMMATICA ITALIANA PER RUSSI»
Sì, è vero, volevo dire proprio questo
Спаситель - Salvatore
Избавитель - Redentore
Beowulf - Lunedì, 18 Giugno 2007, 12:35
Oggetto: Re: «PILLOLE DI GRAMMATICA ITALIANA PER RUSSI»
Grammaticalmente sono diverse ma religiosamente indicano la stessa cosa, la salvazione o redenzione dei peccati.
Quindi dire che la chiesa del cristo redentore o cristo salvatore , anche se diverse lessicalmente sono la stessa definizione.
Alena - Lunedì, 18 Giugno 2007, 13:37
Oggetto: Re: «PILLOLE DI GRAMMATICA ITALIANA PER RUSSI»
Nel dizionario di Kovalev anche il Redentore è tradotto come Спаситель.
Alena
Myshkin - Giovedì, 02 Settembre 2010, 14:57
Oggetto: «PILLOLE DI GRAMMATICA ITALIANA PER RUSSI»
Apro questo topic di pillole dedicate ai più comuni errori grammaticali in cui incorrono di solito i russi quando costruiscono le frasi in lingua italiana.
La maggior parte sono molto banali, e so anche che quasi sempre chi li fa conosce la regola molto bene, ma a volte l’automatismo di tradurre dal russo può trarre in inganno.
«Пойдём со мной»
La frase russa «Пойдём со мной» letteralmente significa “Andiamo con me”, e spesso i russi la traducono proprio così. In italiano, tuttavia, questa forma è grammaticalmente sbagliata, in quanto “andiamo” è la prima persona plurale del verbo “andare”, modo indicativo, tempo presente - “noi andiamo”, e già include la persona che parla. Il “con me” in questo caso diventa una reiterazione, una ridondanza. Basterebbe il solo “Andiamo”.
In realtà questa frase viene tradotta correttamente in italiano con il verbo “venire”, che deve concordare per numero con il soggetto a cui è rivolta: “Vieni" oppure “Venite”. Perciò ricordate:
«Пойдём со мной» = «Vieni/venite con me»
Myshkin - Giovedì, 02 Settembre 2010, 16:33
Oggetto: Re: «PILLOLE DI GRAMMATICA ITALIANA PER RUSSI»
«фильмы можно смотреть онлайн» cioè «I film è possibile vederli online»
L’insidia di questa frase è rappresentata da можно, che significa, “è possibile”, “è permesso”, “si può”.
E’ appunto la variante “si può” a creare problemi, anche in questo caso per la necessità di concordare il verbo “potere” con il numero, singolare o plurale.
Molto spesso la frase di sopra viene tradotta nella forma “I film si può vedere online”, dimenticandosi che c’è un verbo - “potere” - che deve concordare con “I film” - plurale.
Perciò:
«фильм можно смотреть онлайн» = «Il film si può vedere online»
ma
«фильмы можно смотреть онлайн» = «l film si possono vedere online»
Myshkin - Giovedì, 02 Settembre 2010, 17:58
Oggetto: Re: «PILLOLE DI GRAMMATICA ITALIANA PER RUSSI»
«Nato a», «nato in», o «nato nel»?
E’ facile confondersi, ma anche le regole sono relativamente semplici. Proviamo a vederle.
Davanti ad un nome di città si usa le preposizione “a”: «Arturo Toscanini nacque a Parma»
Se la città è resa con un complemento di denominazione (La città di Napoli), si usa la preposizione articolata “nella”: «Arturo Toscanini nacque nella città di Parma»; stessa cosa nel caso di isole: «Nato nell’isola di Sicilia, nella città di Palermo».
Davanti al nome di una nazione si usa la preposizione “in”: «Arturo Toscanini nacque in Italia».
La preposizione “in” è usata anche davanti al nome di isole di grandi dimensioni e in altri casi: «Nato in Sicilia», «Nato in una famiglia di contadini / in un villaggio di campagna».
Davanti ad un anno, o ad un secolo, sempre la preposizione articolata “nel”: «Arturo Toscanini nacque nel 1867».
Davanti ad un giorno, sempre solo l’articolo: «Arturo Toscanini nacque il 25 marzo 1867».
Davanti ad un mese, le cose sono un po’ più complicate, e si possono trovare un po’ tutte le combinazioni. Se ci si riferisce esclusivamente al mese, normalmente si usa la preposizione “a” o la preposizione “in”: «Nato ad aprile» o «Nato in aprile». Se ci si riferisce ad un mese di un anno specifico, allora se è recente si usa la preposizione “a”: «Nato a gennaio dello scorso anno». Se invece è una data storica vale la regola dell’anno: «Toscanini nacque nel marzo del 1867».
Myshkin - Giovedì, 02 Settembre 2010, 18:40
Oggetto: Re: «PILLOLE DI GRAMMATICA ITALIANA PER RUSSI»
«Откуда ты знаешь?»
La traduzione letterale di questa frase - «Da dove lo sai?» - non è valida in italiano.
La corretta traduzione è «Come lo sai?» ovvero «Come fai a saperlo?»
Myshkin - Giovedì, 02 Settembre 2010, 20:25
Oggetto: Re: «PILLOLE DI GRAMMATICA ITALIANA PER RUSSI»
«Выключи воду!»
Ecco un altro sbaglio molto frequente, dovuto al fatto che nella lingua russa i verbi включить (accendere, avviare, inserire, mettere in moto, collegare) e выключить (spegnere, scollegare, escludere) sono usati sia riferiti ad un motore, una luce, un computer, che ad un rubinetto.
Si può cioè dire sia «Выключить свет!» (spegni la luce) che «Выключить воду!» (spegni l’acqua).
Questa cosa, quando si trasporta nella lingua italiana, genera un errore, in quanto i verbi “accendere” e “spegnere” sono usati prevalentemente riferiti a fuoco, motori e dispositivi che consumano energia, come luci, televisori, radio, lavatrici, etc., o al più in senso figurato (accendere una passione, una speranza), ma sono sempre associati ad un concetto di energia, di calore, Per questo motivo, in italiano suona molto strana una frase come “Spegni l’acqua!”
I verbi corretti da usare con qualsiasi rubinetto da cui esca acqua o qualsiasi altra cosa sono “aprire” e “chiudere”. Aprire o chiudere un rubinetto, o più semplicemente "Chiudi l'acqua mentre ti lavi i denti!" (Выключи воду, пока чистишь зубы!)
Doppio bequadro - Lunedì, 06 Settembre 2010, 21:30
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Un altro errore molto frequente: "мне надо" si traduce "mi bisogna"
"Bisognare" è impersonale.
Myshkin - Martedì, 07 Settembre 2010, 13:43
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Esatto, "bisognare" è un verbo impersonale.
A dire il vero ho sentito solo raramente questo errore.
Comunque, l'espressione "мне надо" può essere tradotta in diversi modi, in funzione della frase:
"mi serve", "mi occorre", "ho bisogno", "mi necessita", "ho necessità", "mi ci vuole", e perfino "devo"; ma non certo "mi bisogna".
Myshkin - Martedì, 07 Settembre 2010, 15:57
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
“Как будет по-итальянски ‘грамматика’?”
Il primo impulso, per molti, è quello di rendere questa domanda in italiano con la sua traduzione letterale: “come sarà in italiano ‘grammatica’?”, la quale è una proposizione sbagliata, in italiano.
La forme corrette per chiedere la traduzione di una parola o di una espressione, sono: “Come si traduce in italiano …” e “Come si dice in italiano …”
Doppio bequadro - Mercoledì, 08 Settembre 2010, 12:29
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Ho sentito anche questo errore:
"Большие деньги" - "Grandi soldi"
Myshkin - Mercoledì, 08 Settembre 2010, 13:03
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Hai ragione, anche questo è un errore,
Benché anch'io non capisco bene la differenza che c'è in russo tra le espressioni "Много денег" - letteralmente "molti soldi", e "Большие деньги" che in italiano si può tradurre con espressioni come "un mucchio di soldi", "un sacco di soldi", "grandi quantità di denaro".
Myshkin - Venerdì, 10 Settembre 2010, 13:16
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
«Прогноз погоды» - «Le previsioni del tempo»
In questo caso la traduzione letterale coincide, nessun problema.
Ma quando si passa ad usare il verbo che esprime l’azione di fare le previsioni, quasi sempre si inciampa.
In russo, infatti, si usa il verbo "обещать" – "promettere": «завтра обещают дождь» - «(per) domani promettono pioggia»
In italiano invece, bisogna usare il verbo la cui azione e risultato è una “previsione”, cioè “prevedere”, esattamente come “прогноз” è l’azione e il risultato di “прогнозировать”.
Quindi:
«завтра обещают дождь» - «(per) domani prevedono pioggia»
Myshkin - Domenica, 12 Settembre 2010, 12:41
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Come tutti sanno, una delle differenze tra la lingua russa e quella italiana è costituita dall’uso, in quest’ultima, degli articoli: determinativi, indeterminativi o partitivi, essi sono quasi sempre presenti davanti ai sostantivi, in tutte le frasi.
Nella lingua russa l’articolo non esiste, e questo porta a capire con più difficoltà e tempo il corretto utilizzo degli articoli nelle frasi: se e quali usare.
La regola di massima che si impara presto è che davanti ad un nome l’articolo va sempre messo, o almeno nel novanta per cento dei casi. Ci sono tuttavia alcuni casi in cui l’articolo va omesso.
Uno di questi è davanti ad un complemento di vocazione, cioè quella parte della frase che esprime a chi si rivolge il soggetto:
"Ciao, ragazzi, come va?"
"Mio Dio, aiutami tu!"
"Mia amata patria, sei come la mia vita"
"Oh, cara mamma, ti voglio così bene!"
In nessun caso è ammesso l'uso dell'articolo davanti al complemento di vocazione.
Luba - Domenica, 12 Settembre 2010, 23:44
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
se non sbaglio io, che non sono una madrelingua, ma leggendo vari testi in italiano, scritti dai russi ho notato che loro spesso fanno (secondo me) sbagliano usando le parole: sapere qualcosa e dimenticare qualcosa:
per esempio: so del suo carattere brutto я знаю его плохой характер
ho dimenticato del fuoco acceso я забыл что огонь не погашен
Mi sbaglio o queste frasi sono errate?
Vincentius Antonovich - Lunedì, 13 Settembre 2010, 17:37
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Come tutti sanno, una delle differenze tra la lingua russa e quella italiana è costituita dall’uso, in quest’ultima, degli articoli: determinativi, indeterminativi o partitivi, essi sono quasi sempre presenti davanti ai sostantivi, in tutte le frasi.
Una difficoltà in più si può incontrare, quando il sostantivo è accompagnato da un aggettivo; in alcuni casi l'articolo si deve usare assolutamente mentre in altri, assolutamente NON deve essere usato.
Se si tratta di aggettivi possessivi, l'articolo si deve usare sempre:
Il mio tavolo.
Le tue amiche.
Se invece di tratta di aggettivi dimostrativi o indefiniti, l'articolo non si deve usare mai:
Questo tavolo.
Alcune amiche.
Oltre ad essere sbagliato, sarebbe veramente strano ascoltare:
"
Mio Tavolo è antico" oppure "
Le alcune amiche ci raggiungeranno più tardi".
Attenzione però, siccome la grammatica non è mai abbastanza complicata, due aggettivi indefiniti, "tutto" ed "altro" si possono usare con l'articolo:
Tutti i tavoli
Le altre amiche
Vincentius Antonovich - Lunedì, 13 Settembre 2010, 17:57
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
se non sbaglio io,che non sono una madrelingua, ma leggendo vari testi in italiano, scritti dai russi ho notato che loro spesso fanno (secondo me) sbagli usando le parole: sapere di qualcosa e dimenticare di qualcosa:
per esempio: so del suo carattere brutto я знаю его плохой характер
ho dimenticato del fuoco acceso я забыл что огонь не погашен
Mi sbaglio o quaste frasi sono errate?
Secondo me, la prima frase non è sbagliata, se intendi "
del suo carattere" un complemento d'argomento ( quel complemento è spesso introdotto dalla preposizione "di"); se però lo intendi un complemento oggetto allora, certo, avrebbe dovuto essere "
il suo carattere".
Per la seconda, io avrei scritto: "
il fuoco acceso"
Doppio bequadro - Lunedì, 13 Settembre 2010, 22:18
Oggetto: Re: «PILLOLE DI GRAMMATICA ITALIANA PER RUSSI»
Riguardo gli aggettivi possessivi, spiegate un po', per favore, l'uso dell'articolo con sostantivi che indicano parentela, p.es. "mia madre", "sua moglie" (senza articolo), ma:
""i miei genitori"?
"il mio fratellino"
"il mio fratello minore"
"il loro zio"
"tua nonna" o "la tua nonna"?
"tua mamma" o "la tua mamma"?
Metelizza - Lunedì, 13 Settembre 2010, 23:17
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Hai ragione, anche questo è un errore,
Benché anch'io non capisco bene la differenza che c'è in russo tra le espressioni "Много денег" - letteralmente "molti soldi", e "Большие деньги" che in italiano si può tradurre con espressioni come "un mucchio di soldi", "un sacco di soldi", "grandi quantità di denaro".
Infatti, "Много денег" e "Большие деньги" sono sinonimi, però, la prima è un'espressione comune, si usa piuttosto nella vita quotidiana:
В этом месяце я заработал (или истратил) много денег.
Чтоб учиться в этом университете, нужно много денег.
E' una somma ingente, ma si sottintende che è definitiva, volendo, si può metterla nella tasca o nel portafoglio (per modo di dire). Può darsi che una persona guadagna 200 euro al mese e per lui questi sono tanti.
Лучше не соваться в их дела - там крутятся большие деньги.
Большие деньги развращают.
Invece, la seconda espressione è, piuttosto, una concezione, un mucchio di soldi di quantità enorme. Non vale la pena nemmeno provare a contarli (i soldi), cioè, dà troppo peso all'espressione.
Certo, non c'è un confine ben definito tra queste due espressioni, di tanto in tanto si può dire
Он зарабатывает большие деньги.
Чтоб купить дачу, нужны большие деньги.
Oppure la seconda espressione viene usata per ironìa:
"Ах, бедный! Ты потерял 5 рублей? Да это большие деньги!"
Più raramente si può sentire "Много денег" per descrivere le quantità gestite dai più ricchi del mondo.
Здесь поставлено на кон много денег.
Inoltre, non si può assolutamente dire
Чтоб не испачкать своё имя, он отказался от много (или "многих") денег.
Qui bisogna usare solo "Большие деньги"
Чтоб не испачкать своё имя, он отказался от БОЛЬШИХ денег (или от БОЛЬШОЙ СУММЫ ДЕНЕГ)
Myshkin - Martedì, 14 Settembre 2010, 20:57
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Riguardo gli aggettivi possessivi, spiegate un po', per favore, l'uso dell'articolo con sostantivi che indicano parentela, p.es. "mia madre", "sua moglie" (senza articolo), ma:
""i miei genitori"?
"il mio fratellino"
"il mio fratello minore"
"il loro zio"
"tua nonna" o "la tua nonna"?
"tua mamma" o "la tua mamma"?
Gli aggettivi possessivi di norma richiedono davanti a sé l'articolo: le mie scarpe, i tuoi regali... Lo rifiutano però con i nomi di parentela padre, madre, figlio, figlia, marito, moglie:
mio padre /
il mio padre (la seconda forma è sbagliata)
Con gli altri nomi di parentela, l'omissione dell'articolo è preferibile ma non obbligatoria:
mia nonna Teresa / la mia nonna Teresa. (entrambe le forme sono ammesse)
Davanti a tali nomi l'articolo è richiesto:
* se il nome è alterato o composto:
la mia nipotina, la sua trisavola;
* se il nome è al plurale:
i suoi cognati;
* con i possessivi loro e proprio:
i loro figli, la propria sorella;
* se il nome è accompagnato da un aggettivo qualificativo:
il mio caro nonno;
* se il nome è seguito da un complemento di specificazione:
È venuto a trovarmi il mio cugino di Pisa
Myshkin - Martedì, 14 Settembre 2010, 21:00
Oggetto: Re: «PILLOLE DI GRAMMATICA ITALIANA PER RUSSI»
Grazie della spiegazione Metelizza!
In effetti avevo immaginato qualcosa del genere, ma con gli esempi è ancora più chiara la differenza.
Angelo di fuoco - Martedì, 14 Settembre 2010, 23:47
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Mi sbaglio o quaste frasi sono errate?
Pensavo che il verbo
sbagliare non venisse mai usato come verbo riflessivo. Chiedo lumi dai nostri madrelingua italiani!
Luba - Mercoledì, 15 Settembre 2010, 11:01
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Mi sbaglio o queste frasi sono errate?
Pensavo che il verbo
sbagliare non venisse mai usato come verbo riflessivo. Chiedo lumi dai nostri madrelingua italiani!
i lumi dei madrelingua italiani qui non servono, la risposta te la darà il dizionario:
sbagliarsi v. intr. pron. ingannarsi nel giudizio: lo credevo una persona insensibile, ma mi sono sbagliato.
Luba - Mercoledì, 15 Settembre 2010, 11:16
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
se non sbaglio io, che non sono una madrelingua, ma leggendo vari testi in italiano, scritti dai russi ho notato che loro spesso fanno (secondo me) sbagliano usando le parole: sapere qualcosa e dimenticare qualcosa:
per esempio: so del suo carattere brutto я знаю его плохой характер
ho dimenticato del fuoco acceso я забыл что огонь не погашен
Mi sbaglio o queste frasi sono errate?
perché in russo ci vuole la preposizione russa "o", "знать о", "забыть о", in italiano invece spesso le preposizioni non servono
Lui sa tutti i miei difetti Oн знает о всех моих недостатках
Ho domenticato la cosa più importante Я забыл о самом важном
invece in italiano la preposizione "di" non serve, o mi sbaglio? Ma i russi la usano per errore.
Myshkin - Mercoledì, 15 Settembre 2010, 16:13
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Generalmente parlando, è così, e nella maggior parte dei casi la preposizione o non è necessaria, o è addirittura un errore. Ma non si può parlare di vera e propria regola, in quanto in alcuni casi l'uso della preposizione non costituisce un errore.
"So di una persona che non ha mai visto il mare"
In una frase di questo tipo, il verbo "sapere" corrisponde a "essere a conoscenza".
In questo caso suonerebbe strano dire "so una persona che...". Bisognrebbe sostituire il verbo "sapere" con "conoscere" : "conosco una persona che....", ma "conoscere" sottintende una conoscenza diretta, mentre la forma "so di..." è più vaga, e può significare che "ho letto, ho sentito dire, etc."
Perfino l'esempio da te fatto: "so del suo carattere brutto" può essere corretto, per lo stesso motivo.
In questo modo voglio dire che mi hanno raccontato, mi è giunto all'orecchio, son venuto a conoscenza del fatto che lui/lei abbia un brutto carattere.
Altrimenti, dicendo "Conosco (e non "so") il suo carattere brutto", sottintendo che ho una conoscenza diretta di questa circostanza.
Sono sfumature, spero di essere riuscito a farvele cogliere.
Luba - Mercoledì, 15 Settembre 2010, 17:01
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Grazie mille, Myshkin!!!
e se dirò così: tutti i passeggeri dell'autobus sapevano dell'ubriachezza dell'autista?
è corretta?
Myshkin - Mercoledì, 15 Settembre 2010, 17:12
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
E nonostante questo non si sono affrettati a scendere dall'autobus?
Scherzi a parte, direi che grammaticalmente potrebbe reggere, ma suona un po' ferraginosa, forzata.
Io avrei detto "tutti i passaggeri sapevano che l'autista era ubriaco". Ma anche in questo caso è come se lo sapessero da prima ancora di salire sull'autobus, il che è possibile ma poco realistico.
Forse la cosa migliore sarebbe dire "tutti i passeggeri avevano notato/si erano accorti che l'autista era ubriaco".
Vincentius Antonovich - Venerdì, 17 Settembre 2010, 14:54
Oggetto: Re: «PILLOLE DI GRAMMATICA ITALIANA PER RUSSI»
Tanto per sciogliere un eventuale dubbio residuo
Il verbo sbagliare può anche essere usato in modo transitivo ed in questo caso non si deve coniugare come riflessivo:
"
Ho sbagliato la traduzione"; "
Mi sono sbagliato la traduzione"
Attenzione!
"
Mi sono sbagliato nella/durante la traduzione" è corretto, perché "la traduzione" questa volta non è un complemento oggetto.
Doppio bequadro - Martedì, 21 Settembre 2010, 08:16
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Un errore molto buffo che fanno i principianti:
"я русский" - "io russo"
Luba - Martedì, 21 Settembre 2010, 11:11
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
E nonostante questo non si sono affrettati a scendere dall'autobus?
Scherzi a parte, direi che grammaticalmente potrebbe reggere, ma suona un po' ferraginosa, forzata.
Io avrei detto "tutti i passaggeri sapevano che l'autista era ubriaco". Ma anche in questo caso è come se lo sapessero da prima ancora di salire sull'autobus, il che è possibile ma poco realistico.
Forse la cosa migliore sarebbe dire "tutti i passeggeri avevano notato/si erano accorti che l'autista era ubriaco".
Stavo ancora una volta rifflettendo su quello che hai scritto, e mi è sorta un'altra domanda:
"tutti i passaggeri sapevano che l'autista era ubriaco" qui non ci vuole il modo congiuntivo?
"tutti i passaggeri sapevano che l'autista fosse ubriaco" se è corretta e se c'è la fifferenza tra le due frasi?
Vincentius Antonovich - Martedì, 21 Settembre 2010, 16:02
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Provo a rispondere io, soltanto perché adesso mi trovo qui. Spero, che il Principe Myshkin non si senta "scavalcato", non è quella la mia intenzione.
Il dubbio di Luba coglie una delicata sfumatura della lingua italiana: infatti, una frase del tipo:
"tutti i passeggeri sapevano che l'autista era ubriaco",
può sembrare sbagliata, perché ci si aspetta di trovare nella subordinata un congiuntivo, cioè:
"tutti i passeggeri sapevano che l'autista fosse ubriaco".
Il modo congiuntivo però deve essere usato, per esprimere l'incertezza, l'ipotesi; quando invece l'azione espressa dal verbo è certa, evidente, reale, allora deve essere usato il modo indicativo; il verbo "sapere" indica, che i passeggeri si sono resi conto delle effettive condizioni dell'autista, senza alcun dubbio.
Dunque si può dire:
"tutti i passeggeri sapevano che l'autista era ubriaco".
oppure:
"tutti i passeggeri sospettavano che l'autista fosse ubriaco".
Myshkin - Martedì, 21 Settembre 2010, 21:46
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Caro Vincentius, non solo non mi sento affatto “scavalcato”, per quanto ti sono grato e mi sento sollevato sapendo che non sono solo nel compito di aiutare i nostri amici russi con la grammatica italiana!
Io non sono un insegnante di italiano, e non sempre è facile risalire alle regole che governano l’uso della nostra lingua, che molto spesso sono acquisite e interiorizzate, ma che risultano difficili da definire e spiegare.
Per cui ti invito, e questo vale per tutti gli amici utenti italiani, a intervenire ogni qualvolta ne hai la possibiità in queste questioni grammaticali che possono essere anche molto spinose. Ma di sicuro daremo una grossa mano ai nostri amici russi, o per lo meno, ci proveremo!
Detto questo, confermo senz’altro la spiegazione da te data.
Il congiuntivo è d’obbligo in tutte le frasi sbordinate che dipendono da verbi cosiddetti “dubitativi”: pensare, credere, immaginare, sospettare, ritenere, supporre, etc.
“I passeggeri pensavano che l’autista fosse ubriaco”
In più, il congiuntivo deve essere usato anche nelle subordinate che dipendono da frasi negative:
“I passeggeri non sapevano che l’autista fosse ubriaco”
Ovviamente queste sono solo alcune delle regole per l’uso corretto del congiuntivo, che è invero molto subdolo, e non sempre viene usato correttamente, anche dagli italiani.
Luba - Mercoledì, 22 Settembre 2010, 18:10
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Grazie, Vincentius Antonovich! Grazie, Myshkin! Molto gentili!
Vincentius Antonovich - Mercoledì, 29 Settembre 2010, 00:53
Oggetto: Re: «PILLOLE DI GRAMMATICA ITALIANA PER RUSSI»
Uso del futuro anteriore.
Nel linguaggio colloquiale il tempo futuro è ormai caduto in disuso. Di norma sentirete dire dagli stessi italiani: "domani parto per Mosca" oppure "ci vediamo più tardi". In queste frasi l'azione del verbo si svolge nel futuro (come si riesce a capire attraverso gli avverbi usati: "domani" e "più tardi") mentre il verbo è usato al tempo presente. E' talmente comune questo uso, da dimenticare, che nel linguaggio più formale ancora si ritiene necessario scegliere il tempo più opportuno.
La principale difficoltà nell'uso del futuro viene dal fatto, che i tempi futuri in Italiano sono due: il futuro semplice e quello anteriore (es: io scriverò, io avrò scritto). Nella maggior parte dei casi si usa il futuro semplice; va invece usato il futuro anteriore solo quando in un periodo, nel quale è già espressa un'azione al futuro semplice, si vuole indicare, che un'altra azione la deve necessariamente precedere:
"Non appena sarò arrivato in città, ti telefonerò";
"Non appena arriverò in città, ti telefonerò".
"Quando avrà preso la medicina, si calmerà";
"Quando prenderà la medicina, si calmerà".
In questi esempi è chiaro, che io ti telefonerò (proprio per avvertirti, che sono arrivato) non prima di essere effettivamente arrivato in città e che il malato si calmerà soltanto dopo aver preso la medicina.
Se invece si vuole esprimere una serie di azioni collocate in un futuro non ben precisato o comunque, senza che ci sia una necessaria consequenzialità tra due azioni, tutti quanti i verbi saranno usati al futuro semplice:
"Da grande farò il pompiere, mi sposerò ed avrò una casa in campagna";
"Domani faremo una passeggiata lungo la Neva, visiteremo l'Ermitage e mangeremo in un ristorante caucasico".
Doppio bequadro - Mercoledì, 29 Settembre 2010, 14:38
Oggetto: Re: Futuro Anteriore
Quindi, e` simile all'uso del trapassato remoto?
Myshkin - Mercoledì, 29 Settembre 2010, 15:42
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Esattamente, Doppio bequadro. Il futuro anteriore svolge la stessa funzione del trapassato remoto con la differenza che l'azione è nel futuro anziché nel passato.
C'è da dire che l'azione indicata dal trapassato remoto è temporalmente collocata sempre poco prima di quella indicata dal passato remoto, ed anche che il suo uso è per lo più relegato alla forma scritta piuttosto formale.
C'è un altro uso del futuro anteriore, in cui non è legato ad un azione successiva specificata dal futuro semplice.
Un esempio tipico è questo:
"Tra cento anni noi saremo morti"
Doppio bequadro - Mercoledì, 29 Settembre 2010, 16:44
Oggetto: Re: Futuro Anteriore
IL futuro anteriore puo` anche indicare una supposizione:
Per es. Carlo non c'e`, sara` andato a scuola.
Myshkin - Mercoledì, 29 Settembre 2010, 16:56
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Sì, è giusto. Quando è usato per indicare una supposizione, però, l'azione indicata si intende già conclusa, e non ancora da verificarsi, e viene perciò ad avere valore di tempo passato, piuttosto che futuro.
Nell'esempio da te fatto, chi parla ipotizza che Carlo sia andato a scuola.
Doppio bequadro - Mercoledì, 29 Settembre 2010, 20:05
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Una delle cose piu` difficili per russi sono le particelle avverbiali..
non CI capiamo niente/non NE capiamo niente/non CE NE capiamo niente!))
Non sappiamo mai come usarle.
Vincentius Antonovich - Venerdì, 01 Ottobre 2010, 21:34
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
non CI capiamo niente/non NE capiamo niente/non CE NE capiamo niente!))
Non sappiamo mai come usarle.
Cara Doppio Bequadro, il "ce" di sopra, per quanto sia molto somigliante alle particelle pronominali, è una forma grammaticale diversa: si tratta di una
particella rafforzativa. Vediamo di che si tratta:
"Hai il cappello?" "
Sì, l'ho".
"Hai il cappello?" "
Sì, ce l'ho".
La prima riga si deve considerare scorretta grammaticalmente ed in realtà lo è principalmente per una questione di stile, in quanto nella risposta il suono risulta troppo secco, per la lingua
del paese dove il dolce sì suona e quindi si preferisce aggiungere una sillaba, il nostro "ce", appunto, che rafforza l'espressione e addolcisce il suono.
Attenzione! Se però cambiamo la stessa frase al tempo imperfetto, allora il "ce" può essere usato o meno, a discrezione dello scrivente:
"Avevi il cappello?" "
Sì, l'avevo".
"Avevi il cappello?" "
Sì, ce l'avevo".
Per quanto riguarda le particelle pronominali ho sfogliato la mia vecchia grammatica, che conservo gelosamente dai tempi della scuola. Siccome è una grammatica chiara ed autorevole (come lo erano un pò tutti i manuali di una volta), mi limito a trascrivere quanto è lì riportato.
I pronomi mi, ti, lo, gli, la, le, ci, vi, li, si sono àtoni (o di forma debole) e vengono anche chiamati particelle pronominali. Sono usati solamente per il complemento oggetto e per quello di termine, e possono stare solo prima del verbo. Es: Nessuno mi conosce. Molti ti biasimano. Ci accolsero con effusione. Mi hai scritto tu. Vi abbiamo detto tutto.
Va però notato che il pronome di terza persona ha forme distinte per i due complementi: lo, la, li, le per il complemento oggetto; gli, le, loro per il complemento di termine. Es: Non lo trovo, non la conosco, non li vedo. Gli scriverò, scriverò loro. Le scriverò, scriverò loro.
Oggi [qui significa negli anni '70 del XX Sec. ] parecchi scrittori tendono a sostituire il pronome loro (maschile e femminile plurali) quando è in funzione di complemento di termine, con la particella pronominale gli. Es: Mi hanno scritto ed io gli ho risposto.
Non ci sentiamo di incoraggiare quest'uso il quale, oltre tutto, non giova alla chiarezza dell'espressione.
Le particelle pronominali (alle quali va aggiunto anche ne, che significa di lui, di lei, di loro) postposte ai verbi si scrivono unite con essi quando questi siano all'infinito, o al participio passato, o al gerundio, o all'imperativo (2^ persona singolare; 1^ e 2^ plurale). Es: Non devi canzonarlo. Ti ricordrai di scrivermi? Domandatogli chi fosse... Vedendoci. Avendogli dato da dormire. Avendole dato da mangiare. Svegliatevi! Muoviamoci!
Le particelle pronominali mi, ti, si, ci, vi, davanti alle altre lo, la, le, ne, mutano la i in e. Es: Me lo dicesti tu. Te ne mandò molti, di francobolli? Se la tiene per sé.
La particella gli si trasforma in glie e di unisce di solito a quelle che seguono. Es: Glielo dicemmo noi. Gliene riparleremo.
Myshkin - Venerdì, 01 Ottobre 2010, 22:08
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Vorrei aggiungere che negli esempi indicati da Doppio bequadro, le particelle "ci" e "ne" hanno un valore pronominale e non avverbiale, e significano "di ciò/questo", "in ciò/questo", "su ciò/questo".
Le particelle "ci", "vi" con valore avverbiale, significano "in questo/quel luogo", ela particella "ne" corrisponde a "da questo/quel luogo".
Esempi di particelle avverbiali sono:
"Sei stato a trovare Mario? No, ci vado domani"
"Alla festa di fine anno ci saranno molte persone"
"In città non ci sono più le rondini"
"Vai al supermercato? No, ne vengo giusto ora"
"Non entrare in quel labirinto, non ne usciresti mai"
Doppio bequadro - Venerdì, 01 Ottobre 2010, 22:30
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Grazie per la spiegazione!
Possono anche sostituire il verbo?
Non riesco a capire=non ci riesco??
Myshkin - Venerdì, 01 Ottobre 2010, 22:42
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Sì, certo, a condizione che l'azione sia stata specificata in precedenza, come del resto anche per gli altri usi:
"Riesci a capire?" "No, non ci riesco"
"Mi sforzo di capire, ma proprio non ci riesco"
Myshkin - Mercoledì, 10 Novembre 2010, 21:12
Oggetto: Correzioni Per Utenti Russi
Care amiche e amici russi,
nel ringraziarvi per l'encomiabile sforzo che voi tutti fate per scrivere sul nostro forum usando la lingua italiana, volevo informarvi che io e gli altri moderatori (almeno quelli italiani
) siamo disponibili a correggere gli eventuali errori dei vostri post, dietro vostra esplicita richiesta.
Le possibilità che vi prospettiamo sono le seguenti:
1) Correzione invisibile degli errori, ovvero a vostra insaputa, sul post stesso.
2) Correzione ragionata con evidenziazione dei singoli errori, mediante un messaggio privato; in questo caso sarete poi voi a correggere gli errori nei vostri post.
Se siete interessati ad una di queste possibilità (assolutamente facoltative e non necessarie), potete o rispondere direttamente a questo post, o inviare un messaggio privato a me o a Vincentius Antonovich.
Assol - Mercoledì, 10 Novembre 2010, 22:32
Oggetto: Re: Correzioni Per Utenti Russi
Grazie per la bella iniziativa!
Scelgo la seconda variante – prego di inviarmi dei messaggi privati con segnalazione dei miei errori e con spiegazioni, per quant’è possibile, più dettagliate perché si scrive così e non altrimenti, poi correggo io da sola i miei post. Gli errori prego di evidenziarli con un altro colore, se non è possibile spiegare dando referimento a regola concreta, prego di fare più esempi con stesse parole.
Se a qualcuno degli utenti italiani interessano correzioni del loro russo, sono pronta a offrire i miei servizi e anche penso che forse non sarebbe male aprire un thread speciale dove i nostri amici italiani potrebbero esercitarsi scrivendo in russo.
Romashka - Giovedì, 11 Novembre 2010, 08:13
Oggetto: Re: Correzioni Per Utenti Russi
Grazie! Penso che il primo e' meglio per me. Poi vedo tutto e capisco tutto.. Non voglio che facciate una fatica
Romashka - Giovedì, 11 Novembre 2010, 08:34
Oggetto: Re: Correzioni Per Utenti Russi
Se non capiro' qualcosa, vi domandero'))
Anonymous - Giovedì, 11 Novembre 2010, 10:55
Oggetto: Re: Correzioni Per Utenti Russi
Lo stesso per me.
Prima di tutto vi ringrazio per una bella idea. Se trovaste il tempo per correggere i miei post vi sarei gratissima.
Siccome solitamente rileggo quello che scrivo mi accorgero` subito delle correzioni, e in caso di bisogno, chiedero` altre precisazioni.
Luba - Giovedì, 11 Novembre 2010, 14:25
Oggetto: Re: Correzioni Per Utenti Russi
anche a me piace questa idea! però vorrei vedere i miei errori fatti e corretti. Anche direttamente sui post con il colore rosso, per esempio.
Così: voglio studiare il russo a Mosca in a una scuola con gli insegnanti russi.
La MGU è una la migliore università russa
Così il nostro caro e premuroso amministratore Myshkin farà meno fatica, e noi potremo imparare anche dagli sbagli degli altri.
Myshkin - Giovedì, 11 Novembre 2010, 14:44
Oggetto: Re: Correzioni Per Utenti Russi
Benissimo, ho recepito le vostre preferenze, e mi regolerò concordemente ad esse, gentili amiche!
A proposito, questo sta diventando decisamente un forum a prominenza femminile.... una conferma in più che arte e cultura sono cose che interessano più le donne che gli uomini!
Assol - Giovedì, 11 Novembre 2010, 14:49
Oggetto: Re: Correzioni Per Utenti Russi
E l’importante è non dimenticare a chi come e in che modo serve fare delle correzioni...
Anonymous - Venerdì, 12 Novembre 2010, 08:38
Oggetto: Re: Correzioni Per Utenti Russi
anche a me piace questa idea! però vorrei vedere i miei errori fatti e corretti. Anche direttamente sui post con il colore rosso, per esempio.
Così: voglio studiare il russo a Mosca in a una scuola con gli insegnanti russi.
La MGU è una la migliore università russa
i.
Scusate, ragazzi, ma mi piacerebbe capire subito: nell'esempio di Luba deve essere proprio "a una scuola" ? E` gia` stato corretto o no?
Io avrei scritto "in una scuola..."
Luba - Venerdì, 12 Novembre 2010, 08:54
Oggetto: Re: Correzioni Per Utenti Russi
per quanto so io, come ho imparato, si dice studiare a scuola, andare a scuola, lavorare a scuola, perché questo vuol dire studiare, andare a studiare, insegnare.
In scuola vuol dire dentro l'edificio di una scuola. Per esempio. nella mia scuola c'è la piscina e la sala da ginnastica.
Ma forse sbaglio? Myshkin, dove sei?
Myshkin - Venerdì, 12 Novembre 2010, 11:36
Oggetto: Re: Correzioni Per Utenti Russi
Eccomi qua.
Dunque, ragazze, devo confessare che le mie reminescenze del periodo scolastico tendono ad annebbiarsi un po’, e faccio fatica a ricordare molte regole della nostra grammatica.
Comunque, per quel che mi ricordo, la regola citata da Luba vale soltanto quando “
scuola” è usato in modo generico, senza nessuna qualificazione o specificazione aggiuntiva; di qui gli esempi
vado a scuola, studio a scuola, lavoro a scuola.
Se invece la si caratterizza in qualsiasi modo, facendola diventare una particolare scuola, allora bisogna usare la preposizione “
in”: “
Studio in una buona scuola”, "
ho studiato in una scuola con degli ottimi insegnanti”, “
lavoro in una scuola molto antica”.
Questo è quello che mi ricordo. Chiedo poi a qualcuno dei nostri utenti italiani un po’ più fresco di studi di confermare o aggiungere ulteriori spiegazioni al riguardo.
Vorrei infine suggerirvi un trucco, che uso io personalmente per risolvere i miei dubbi sulla lingua russa (e a volte anche sulla lingua italiana), che funziona sempre: si chiama Google
Se provate a cercare “
studiare a una scuola”, Google restituisce 255 risultati; se invece cercate “
studiare in una scuola”, i risultati restituiti sono 24.500. Certo, non si scopre la regola, ma di sicuro si capisce qual è la versione corretta.
Assol - Venerdì, 12 Novembre 2010, 13:32
Oggetto: Re: Correzioni Per Utenti Russi
Vorrei infine suggerirvi un trucco, che uso io personalmente per risolvere i miei dubbi sulla lingua russa (e a volte anche sulla lingua italiana), che funziona sempre: si chiama Google
Lo uso, lo uso! E davvero è di grande aiuto... però a volte mi vengono dei dubbi soprattutto per quel che riguarda la lingua russa: navigando in internet, vedo un mare di sbagli in russo dappertutto, anche quelli fatti apposta e mi chiedo chissà se tra poco risultati delle ricerche non saranno più vicini...
Credo che sia solo un rimedio sicuro - libri!
Luba - Venerdì, 12 Novembre 2010, 14:50
Oggetto: Re: Correzioni Per Utenti Russi
Purtroppo ho pochi libri d'italiano. E quelli che ho sono per stranieri. Come imaginate, anche se sono di livello avanzato, non ci sono tutte le regole grammaticali.
Nel libro di Alessandro De Giuli Preposizioni italiane c'è scritto:
..................................................................
Se ci pensiamo, quando diciamo "vado a scuola", vogliamo dire che andiamo a studiare, il palazzo della scuola non ha molta importanza, infatti possiamo andare a scuola anche in una palestra o in qualche altro posto. Pe esempio: "vado a scuola di judo in palestra", "vado a scuola di ballo in discoteca". Insomma nella frase "vado a scuola", quello che vogliamo sottolineare è che andiamo a studiare e non entriamo dentro un posto preciso. La stessa cosa succede quando diciamo "vado a teatro"(o "al cinema" o "al bar" o "a letto"). In tutti questi posti andiamo per fare qualcosa e non per entrare in quel preciso posto o palazzo.
Insoma la preposizione "IN" è una vera preposizione di luogo che indica un posto preciso ed esclude tutti gli altri, mentre la preposizione "a" indica una funzione, uno scopo, una ragione, un motivo.
"Vado al bar" vuol dire "Vado a bere un caffé/a vedere gli amici".
"Vado nel bar" vuol dire "Entro nel bar, entro dentro al bar".
"Vado a scuola" vuol dire "Vado a studiare/a insegnare".
"Vado nellascuola" vuol dire "Entro nel palazzo della scuola".
..................................................................................................
Così io capisco, se dico: voglio studiare il russo a Mosca in una scuola con gli insegnanti russi.
Lo voglio studiare dentro il palazzo di una scuola, mi interessa il posto.
voglio studiare il russo a Mosca a una scuola con gli insegnanti russi.
voglio frequentare la scuola, voglio imparare col con l'aiuto degli insegnanti della scuola.
Il dizionario dice: andare a s. da qualcuno - imparare qualcosa da lui, o da lei e comunque, mai andare in scuola, ma a scuola
Myshkin - Venerdì, 12 Novembre 2010, 17:16
Oggetto: Re: Correzioni Per Utenti Russi
Cara Luba, come ho già spiegato in un altro post, io non sono un professore di grammatica italiana, e le mie spiegazioni o correzioni non hanno affatto la pretesa di essere autorevoli e incontestabili. Al contrario, ammetto di avere molte lacune e soprattutto di non ricordare molte regole.
Ho semplicemente detto quello che mi ricordo, in riferimento alle regole grammaticali, che di sicuro non è una spiegazione esaustiva. Però ti posso assicurare che, personalmente, al di là della regola, io userei la preposizione "in", in questo specifico caso.
Certo capisco che per uno straniero è importante assimilare le regole, visto che non è possibile far riferimento alla pratica corrente e abituale, a quello che insomma si sente e si legge quotidianamente da anni.
Non so cosa consigliarti, puoi fidarti della tua grammatica o cercare di trovare altre fonti.
Esiste una risorsa online, l'Accademia della Crusca, che è il riferimento ufficiale per tutte le questioni linguistiche della lingua italiana (www.accademiadellacrusca.it), e in teoria si potrebbe provare a consultare il loro archivio, perché non so se è possibile iscriversi per formulare una domanda.
Se poi qualcun altro, come ho già auspicato, vorrà darci una mano, sarà naturalmente il benvenuto!
Vincentius Antonovich - Venerdì, 12 Novembre 2010, 22:48
Oggetto: Re: Correzioni Per Utenti Russi
Scusate amici, neanch'io ho speciali competenze nella grammatica e nemmeno pretendo di avere la risposta a tutto, però conservo una preziosa, vecchia grammatica...
In realtà il ragionamento di Luba non fa una piega, tuttavia non tiene conto della presenza dell'articolo "una".
Non so piegare bene il perché nemmeno io, immagino che si tratti più di una questione di eufonia, che di grammatica, nel senso più stretto del termine, ma senz'altro nell'uso corrente (compresa la lingua letteriaria) si usa dire:
"Vado a scuola"
"Vado in una scuola"
Doppio bequadro - Lunedì, 15 Novembre 2010, 23:17
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
«Прогноз погоды» - «Le previsioni del tempo»
In questo caso la traduzione letterale coincide, nessun problema.
Ma quando si passa ad usare il verbo che esprime l’azione di fare le previsioni, quasi sempre si inciampa.
In russo, infatti, si usa il verbo "обещать" – "promettere": «завтра обещают дождь» - «(per) domani promettono pioggia»
In italiano invece, bisogna usare il verbo la cui azione e risultato è una “previsione”, cioè “prevedere”, esattamente come “прогноз” è l’azione e il risultato di “прогнозировать”.
Quindi:
«завтра обещают дождь» - «(per) domani prevedono pioggia»
Nel dizionario c'e` scritto "previsione
sul tempo".
E` corretto? O e` piu` corretto DEL tempo?
Myshkin - Martedì, 16 Novembre 2010, 15:33
Oggetto: Re: Pillole Di Grammatica Italiana Per Russi
Si può dire, ad esempio: "Puoi farmi una previsione sul tempo che farà domani?"
Ma la classica rubrica televisiva o anche di radio e giornali in Italia viene chiamata, generalmente, in due modi:
"Previsioni Meteo (o semplicemente Meteo)" o "Previsioni del tempo"
Assol - Venerdì, 03 Dicembre 2010, 22:04
Oggetto: DUBBI IN TRADUZIONE
Chiarite, per favore, i miei dubbi:
1. Quale termine si usa più spesso e suona «più normale e ufficiale» in italiano per la disciplina universitaria «Менеджмент» - la parola inglese “Management” oppure la locuzione “Gestione aziendale”?
2. La stessa cosa per il russo “Аудит” – l’inglese “Audit” oppure “Revisione contabile”?
3. Si dice in italiano: “Assistenza documentaria” o “supporto documentario” nel senso “документационное обеспечение» di qualche attività? (scusate, ma non sono stato io ad inventare questo termine stupido in russo).
Vincentius Antonovich - Venerdì, 03 Dicembre 2010, 23:24
Oggetto: Re: DUBBI IN TRADUZIONE
Le prime due sono troppo specialistiche per me; la terza espressione invece mi sembra più familiare: per esempio è nell'italiano corrente dire "La tesi è dimostrata con il supporto di documenti" oppure "La valutazione è supportata da documenti".
Anonymous - Sabato, 04 Dicembre 2010, 09:38
Oggetto: Re: DUBBI IN TRADUZIONE
Ciao, Assol.
Certo in questo caso ti dovrebbe rispondere chi se ne intende bene di quelle materie.
Potrei solo dire che se non sbaglio spesso in italiano si usano termini inglesi, come per esempio per "аудит" lo suggerisce lingvo.ru
http://lingvo.abbyyonline.com/ru/it...%B4%D0%B8%D1%82
In bocca al lupo con le traduzioni!
Assol - Sabato, 04 Dicembre 2010, 10:17
Oggetto: Re: DUBBI IN TRADUZIONE
Vincenzo, grazie, ma se traduco “supporto documentario nei rapporti d’affari” suona molto ridicolo per l'orecchio italiano?
Ciao Luda Mila, grazie, ho il dizionario Lingvo X3 al mio pc, ma purtroppo questo dizionario a volte mi inganna e per questo non posso fidarmi di esso a 100 per cento. Per quel che riguarda temini inglesi sì, si usano, ma ho sentito dire che proprio nel settore studio/nominazioni di materie l’uso dei termini inglesi non sempre è conveniente.. a differenza di noi..
Myshkin - Sabato, 04 Dicembre 2010, 15:55
Oggetto: Re: DUBBI IN TRADUZIONE
Purtroppo anche per me sono troppo specialistiche queste espressioni, almeno nel settore a cui ti riferisci tu.
Ti posso sicuramente confermare che quello che ti ha detto Luda Mila è vero, e che molto spesso si usano proprio i termini inglesi. Nel mio settore (informatico) "audit" e "management" sono assolutamente comuni e d'uso corrente. Però non saprei dire se lo stesso vale anche per altri settori.
Assol - Sabato, 04 Dicembre 2010, 16:14
Oggetto: Re: DUBBI IN TRADUZIONE
Nel settore Informatica vanno benissimo titti i termini inglesi.
E questa espressione “supporto documentario nei rapporti d’affari” come la trovate? Capisco che non è la variante migliore, ma per gli italiani si può capire almeno un pochino che si tratta dei documenti che si usano nei rapporti d'affari?
Vincentius Antonovich - Sabato, 04 Dicembre 2010, 23:37
Oggetto: Re: DUBBI IN TRADUZIONE
forse, dicendo "Di/Dei documenti" invece che "Documentario" si legge un pochino meglio; ma qualcosa di meno letterale, tipo: "I documenti richiesti nei rapporti d'affari", sarebbe una libertà eccessiva per te?
Ho trovato una traduzione automatica per "документационное обеспечени" che mi dà: "documentazione di fornitura". Potrebbe avere un senso, per te?
Assol - Domenica, 05 Dicembre 2010, 16:38
Oggetto: Re: DUBBI IN TRADUZIONE
"I documenti richiesti nei rapporti d'affari" in effetti non è male.
"documentazione di fornitura" non va bene, perché cambia il significato, la parola russa "обеспечение" è abbastanza difficile, ha varie traduzioni e per aggiunta in questo caso essa è assolutamente burocratica..
I traduttori automatici non sono da abusare..
Anonymous - Mercoledì, 29 Dicembre 2010, 09:00
Oggetto: Mi Aiutereste A Capire?
Per favore, ragazzi, aiutate a capirmi come usare bene le parole "lontano/vicino"
Sembra una domanda sciocca, ma a volte mi accorgo di non avere le idee completamente chiare.
Dunque:
la mia casa e` vicina / lontana.
la mia casa e` qui vicino.
la mia casa e` vicino ( o vicina -?) al centro.
Ho scritto bene? Quando si deve o non si deve fare la concordanza?
Grazie.
Vincentius Antonovich - Mercoledì, 29 Dicembre 2010, 09:53
Oggetto: Re: Mi Aiutereste A Capire?
Cara Luda Mila, hai fatto benissimo a scrivere qui, dove trovi madrelingua sia russi, che italiani.
Le parole
vicino e
lontano sono identiche nella forma di aggettivo e di avverbio (
buono e
bene, ad esempio, si riconoscono invece senza difficoltà); in italiano però l'avverbio è invariabile, mentre l'aggettivo deve concordare con il sostantivo per genere e numero. Dunque si tratta di riconoscere quando la parola è usata come avverbio e quando invece è un aggettivo.
Nei tuoi esempi:
La mi
a cas
a è vicin
a. (
aggettivo)
La mi
a cas
a è
qui vicino. (
avverbio)
Il terzo esempio è un po' ambiguo, perché in quel caso la parola potrebbe essere usata sia come aggettivo, che come avverbio; se però la trasformi appena, la frase diventa:
La mi
a cas
a si trova vicin
a al centro.
La mi
a cas
a si trova
vicino al centro.
Adesso appare più evidente, che la parola
vicino si riferisce proprio al verbo
trovarsi e non al sostantivo
casa e dunque è un avverbio e non si deve fare la concordanza.
Anonymous - Giovedì, 30 Dicembre 2010, 08:12
Oggetto: Re: Mi Aiutereste A Capire?
Grazie mille
Veramente ora sono sicurissima di saper usarle bene queste parole.
Assol - Lunedì, 24 Gennaio 2011, 13:03
Oggetto: Re: DUBBI IN TRADUZIONE
Aiutatemi, per favore
in Russia studenti possono studiare all’iniversità per forma diurna, per forma serale e c'è anche cosìdetta «заочная форма» per cui il dizionario mi dà traduzione “studio per corrispondenza”.. davvero si chiama così oppure c'è una qualche altra parola più adatta?
Doppio bequadro - Lunedì, 24 Gennaio 2011, 13:58
Oggetto: Re: Grammatica italiana
camicia - camicie
guancia - guance?
valigia-valigie
ciliegia-ciliegie o ciliege?
(mancia, frangia, spiaggia, treccia, faccia, scheggia... ecc.)
Esiste qualche regola per la "i" al plurale?
Myshkin - Lunedì, 24 Gennaio 2011, 14:14
Oggetto: Re: Grammatica Italiana
Sì, esiste
Quando la lettera che precede la 'c' o la 'g' è una vocale, allora al plurale ci vuole la 'i'.
Se invece quella che precede è una consonante, niente 'i':
traccia - tracce
freccia - frecce
mancia - mance
pancia - pance
goccia - gocce
orgia - orge
camicia - camicie
acacia - acacie
elegia - elegie
magia - magie
ciliegia - ciliegie
grattugia - grattugie
bugia - bugie
Doppio bequadro - Lunedì, 24 Gennaio 2011, 14:19
Oggetto: Re: Grammatica italiana
Grazie!!!
Assol - Lunedì, 24 Gennaio 2011, 14:20
Oggetto: Re: Grammatica Italiana
cioè, come io cerco di ricordare, se sta una vocale serve mettere più vocali.
Myshkin - Lunedì, 24 Gennaio 2011, 14:35
Oggetto: Re: DUBBI IN TRADUZIONE
Sì, sono i famosi corsi per corrispondenza. Direi che la traduzione mi sembra corretta.
Assol - Lunedì, 24 Gennaio 2011, 14:54
Oggetto: Re: DUBBI IN TRADUZIONE
Bene, ti ringrazio per la conferma, userò questa, si dice così: "forma per corrispondenza"?
Myshkin - Lunedì, 24 Gennaio 2011, 14:59
Oggetto: Re: DUBBI IN TRADUZIONE
No, non mi suona
Quel "forma" lo eviterei.
Semplicemente, studiare a distanza, o studiare per corrispondenza, o seguire un corso per corrispondenza.
JeneaIvan - Lunedì, 24 Gennaio 2011, 23:14
Oggetto: Re: DUBBI IN TRADUZIONE
Non sono nemmeno io uno specialista, ma provo a dare il mio contributo, anche se sarebbe d'aiuto conoscere la frase nella quale le parole sono inserite.
Chiarite, per favore, i miei dubbi:
1. Quale termine si usa più spesso e suona «più normale e ufficiale» in italiano per la disciplina universitaria «Менеджмент» - la parola inglese “Management” oppure la locuzione “Gestione aziendale”?
Credo l'ultima traduzione sia la più corretta. Per esempio l'Università di Brescia ha un corso di laurea con la denominazione
"Economia e gestione aziendale"
Ci sarebbe anche "Ingegneria gestionale", ma ti consiglio di leggere la definizione di
Wikipedia, ma è più orientata al mondo industriale.
2. La stessa cosa per il russo “Аудит” – l’inglese “Audit” oppure “Revisione contabile”?
Anche in questo caso sembra corretta la tua traduzione.
Intendi però la professione, il professionista o come al punto 1 la disciplina universitaria?
3. Si dice in italiano: “Assistenza documentaria” o “supporto documentario” nel senso “документационное обеспечение» di qualche attività? (scusate, ma non sono stato io ad inventare questo termine stupido in russo).
Secondo me "I documenti richiesti nei rapporti d'affari" va bene.
Infine, i corsi per corrispondenza esistevano anni fa e in genere non erano universitari, ma solo corsi tecnico-professionali.
Per l'università si usa "Corsi di laurea on-line", "Corsi universitari on-line" oppure "Corsi universitari telematici".
Il più usato è "Corsi di laurea on-line"
Vincentius Antonovich - Lunedì, 24 Gennaio 2011, 23:36
Oggetto: Re: Grammatica italiana
Piccola precisazione: siccome la grammatica non è mai abbastanza complicata, bisogna tener conto ancora del fatto, che se la "i" finale è accentata, deve essere mantenuta nel plurale, anche se la "g" è preceduta da consonante. Es:
tràccia - tràcce
allergìa - allergìe
Naturalmente esiste pure qualche rara eccezione, ma con queste regole, dovreste fare bene
Assol - Martedì, 25 Gennaio 2011, 15:09
Oggetto: Re: DUBBI IN TRADUZIONE
Jenea, grazie per i tuoi chiarimenti, sì, queste sono nominazioni delle discipline universitarie.
Per quel che riguarda lauree on-line o per corrispondenza il problema è che quest'espressione mi serve proprio per un corso univeristario e da noi "zaochnaja forma" (lettera per lettera "forma indiretta") è un po' altra come mi sembra dallo studio "on-line": gli studenti lo stesso visitano la sede dell'università per dare gli esami, solo che non vanno alle lezioni e per aggiunta questa forma di studio esiste da noi già da tempo.
Romashka - Sabato, 12 Febbraio 2011, 21:13
Oggetto: Le Questioni Della Pronuncia
Ho una conoscente, chi ha i problemi con la pronuncia italiana nel campo della logopedia.
Sopratutto con "gi", "ge"...
Dove si puo' trovare i libri illustrati?? Bisogna vedere un lavoro della lingua.
Sono sicura , che si puo' correggerlo!
Una volta ho avuto un problema anche in russo, ma con il professore nella mia academia, che mi ha spiegato il mio errore, mi sono corretta presto
Assol - Giovedì, 24 Febbraio 2011, 21:44
Oggetto: Re: DUBBI IN TRADUZIONE
Qualcuno potrebbe chiarire il mio ennesimo dubbio?
Nel sistema scolastico russo ci sono tre più diffusi voti: 5 che si traduce come “ottimo”, 4 che si traduce come ”buono” e 3 che si traduce come “sufficiente” (a dir il vero c'è anche 2, ma lo lasciamo in pace, non ci serve).. tutto sarebbe chiaro, ma... a volte vedo che “sufficiente” si scrive come “sufficente” e lo vedo scritto in questa maniera in documenti ufficiali... e non so cosa pensare.. è uno sbaglio (poco probabile) oppure esistono due modi di scrittura per questa parola?
Myshkin - Giovedì, 24 Febbraio 2011, 22:38
Oggetto: Re: DUBBI IN TRADUZIONE
E' senza dubbio uno sbaglio, la grafia giusta è con la 'i':
sufficienza,
sufficiente.
Purtroppo il fatto che sbagli di questo tipo si trovino molto spesso anche su cosiddetti "documenti ufficiali", dimostra soltanto, come diceva qualcuno, che "
c'è grossa crisi!"
Assol - Sabato, 26 Febbraio 2011, 08:53
Oggetto: Re: DUBBI IN TRADUZIONE
Uno sbaglio!
E' che questi documenti erano stesi dal consolato italiano.. ed ho perfino pensato che forse "i" omessa qui perché la seguente "e" da' lo stesso suono a "c" e che "i" come se diventa inutile, diciamo pleonastica.
Angelo di fuoco - Sabato, 26 Febbraio 2011, 18:00
Oggetto: Re: DUBBI IN TRADUZIONE
Tempo fa lessi da non so piú quale parte che la i "pleonastica", cioè nelle possibili combinazioni "cie", "ccie" e "gie", "ggie" (non ricordo esempî d'occorrenza per tutte le quattro possibilità) ci stesse per ragioni etimologiche (come in "scienza" e, credo, "cielo" e "cieco", laddove in latino abbiamo "caecus" e "caelum"/"coelum") oppure/e stesse ad indicare che la "e" era aperta.
Nella maggioranza dei casi la "i" in questa posizione è comunque stata eliminata.
JeneaIvan - Sabato, 26 Febbraio 2011, 18:38
Oggetto: Re: DUBBI IN TRADUZIONE
Be', ci sono errori che ormai sono tollerati anche dai dizionari, tanto da trasformare alcune parole errate in corrette.
Forse dipende dal fatto che ci sono ancora troppi italiani che hanno una pessima conoscenza delle propria lingua e forse questa tolleranza serve ad abbassare la percentuale degli ignoranti.
.
Comunque "sufficente", "coscenza" non sono ancora parole tollerate: sono errori!
Alcune regole.
Assol - Sabato, 26 Febbraio 2011, 19:00
Oggetto: Re: DUBBI IN TRADUZIONE
Ringrazio voi tutti per le spiegazioni e chiarimenti!
Utilissimo link - proprio quello che mi serviva!
Romashka - Domenica, 06 Marzo 2011, 11:46
Oggetto: Re: Le Questioni Della Pronuncia
Grazie tanto, Irina!!!!!!!!!!! ))))))))))))))))))))))))
Doppio bequadro - Venerdì, 11 Novembre 2011, 12:16
Oggetto: Plurale Di PUDICO Al Maschile
Angelo di fuoco - Venerdì, 11 Novembre 2011, 12:30
Oggetto: Re: Plurale Di PUDICO Al Maschile
PudiCI, senz'ombra di dubbio.
Doppio bequadro - Venerdì, 11 Novembre 2011, 13:11
Oggetto: Re: Plurale Di PUDICO Al Maschile
Anch'io pensavo pudiCI.
Ma Giorgio De Rienzo, linguista del Corriere della Sera afferma:
[quote]"Il plurale di "pudico" è al maschile "pudichi"[quote]
http://www.corriere.it/Rubriche/Sci...23gennaio.shtml
Кому верить??
Angelo di fuoco - Venerdì, 11 Novembre 2011, 13:33
Oggetto: Re: Plurale Di PUDICO Al Maschile
Avrò sbagliato, ma sembra sia un'eccezione alla regola...
Myshkin - Venerdì, 11 Novembre 2011, 14:56
Oggetto: Re: Plurale Di PUDICO Al Maschile
La regola citata da De Rienzo è corretta, ma pudìco, come anche amico, costituisce una delle eccezioni a questa regola, per cui è corretto dire pudìci e amici.
Inoltre, che il plurale di pudìco sia pudìci e non pudìchi è confermato dall’Accademia della Crusca, la più prestigiosa e autorevole istituzione linguistica d’Italia, fondata nel 1583.
Ciò detto, bisogna aggiungere che molto spesso queste regole sono ignorate o comunque non applicate, come si può vedere facendo un minimo di ricerche con google. Del resto, la stessa parola pudìco non di rado capita di sentirla pronunciata con l'accento errato: pùdico.
Doppio bequadro - Venerdì, 11 Novembre 2011, 15:34
Oggetto: Re: Plurale Di PUDICO Al Maschile
Grazie!
Pero` nei nostri manuali c'e` scritto che di regola le parole in -ico al plurale di solito hanno la desinenza -ici:
pratici, portici, lirici, nordici, simpatici, antipatici, nemici ecc.
Eccezioni: valico, fico, carico, antico, rammarico, strascico
Где правило, а где исключение??
Без поллитра не разобраться..((
Myshkin - Venerdì, 11 Novembre 2011, 15:52
Oggetto: Re: Plurale Di PUDICO Al Maschile
Cara Doppio bequadro, è una questione meno banale di quanto si possa credere, e di fatto non esiste una ricetta con regole ed eccezioni certe.
Può essere utile leggere in proposito
questa pagina di wikipedia dedicata a questo specifico problema linguistico, la quale, tra l'altro, dopo aver definito la regola di base, specifica:
"
La regola - è bene ricordarlo - non ha assolutamente alcun valore prescrittivo: non è, cioè, una regola grammaticale in senso stretto, ma soltanto il sunto di una tendenza generale, riscontrabile nell'evoluzione storica della lingua e, soprattutto, nell'uso dei parlanti".
Doppio bequadro - Venerdì, 11 Novembre 2011, 16:05
Oggetto: Re: Plurale Di PUDICO Al Maschile
Grazie mille!
Con queste regole e` chiaro che non e` chiaro niente.. Учиться, учиться и учиться... (с)
Doppio bequadro - Venerdì, 11 Novembre 2011, 16:47
Oggetto: Re: Plurale Di PUDICO Al Maschile
...la stessa parola pudìco non di rado capita di sentirla pronunciata con l'accento errato: pùdico.
Google la pronuncia "pùdico", come anche il nostro slovoed. Ma forse ho sentito male..
Che parola strana!
Myshkin - Venerdì, 11 Novembre 2011, 18:37
Oggetto: Re: Plurale Di PUDICO Al Maschile
Hai ragione, è proprio una fonte di problemi, questa parola, che deriva dal latino pudìcus, a sua volta derivante dal verbo pudére, che significa vergognarsi, provare vergogna.
Comunque su quale sia la posizione corretta dell'accento non ci sono dubbi, mentre sul plurale del maschile ce ne sono e come. Anche wikizionario ed il mio dizionario etimologico danno come plurale maschile "pudichi".
Io continuo a dare maggior credito all'Accademia della Crusca e a propendere per pudici, ma come vedi l'ambiguità e il dubbio rimangono.
Doppio bequadro - Giovedì, 17 Novembre 2011, 11:04
Oggetto: FarmaCI O FarmaCHI?
Myshkin - Giovedì, 17 Novembre 2011, 15:12
Oggetto: Re: Plurale Di PUDICO Al Maschile
E’ un caso analogo a quello precedente, “pudico”. In realtà sono molte le parole, quasi tutte di derivazione latina, terminanti in –co e in –go che presentano nella forma plurale maschile questa ambiguità tra la pronuncia gutturale ( -chi e –ghi) e quella palatale (-ci, -gi).
A volte sono grammaticalmente corrette entrambe le forme, come nel caso di farmaco, il cui plurale può essere sia farmaci che farmachi, almeno in teoria. Tuttavia, in questi casi, più che la teoria e l’applicazione di una regola grammaticale, conta l’uso prevalente nella lingua parlata dei giorni nostri.
Per tornare al caso specifico, ti posso assicurare che la forma comune e universalmente accettata del plurale di farmaco è farmaci, ed anche se troverai molti dizionari che affermano che il plurale maschile può essere sia farmaci che farmachi, la seconda forma non la troverai scritta da nessuna parte, ad eccezione di testi letterari non contemporanei, né tanto meno ti capiterà di ascoltarla in giro.
Assol - Venerdì, 09 Dicembre 2011, 17:12
Oggetto: Frasi E Espressioni Italiane
Cari amici, potreste spiegarmi il senso di questa frase?
"Volevo farle capire che ero un duro, uno che non si fila nessuno."
Mi interessano soprattutto le parole "duro" (immagino che sia "упрямый", no?) e "si fila nessuno".
Roberto - Sabato, 10 Dicembre 2011, 05:59
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Cari amici, potreste spiegarmi il senso di questa frase?
"Volevo farle capire che ero un duro, uno che non si fila nessuno."
Mi interessano soprattutto le parole "duro" (immagino che sia "упрямый", no?) e "si fila nessuno".
Qui duro, più che упрямый, è il contrario di sentimentale, è uno che ostenta cinismo, che non si commuove difronte a nulla e fa quello che deve fare, senza guardare in faccia nessuno... "non filarsi nessuno" significa proprio questo... se dico a qualcuno "non ti si fila nessuno", intendo dire "nessuno ti considera, nessuno ha interesse per te"... la frase sembra alludere a una situazione sentimentale, lui voleva far capire a lei che era un macho di quelli che non devono chiedere mai, che non sbavano dietro una donna...
Assol - Domenica, 11 Dicembre 2011, 20:15
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Grazie mille, Roberto!
Il problema è che non riesco ad afferrare il senso preciso del “filarsi”, non lo trovo nel dizionario. Il verbo «Filare» c'è, però tra molti significati non vedo nessun adatto in questo caso. Roberto, tu che traduzione daresti a questa frase?
Mi viene in mente: «Я хотел дать ей понять, что я крутой, и мне не до кого нет дела»
Potrebbe trasmettere il senso che ne pensi?
Ho ancora altre domande da chiedervi:
1. “Fare una figuraccia” spiegatemi per favore cosa significa questa espressione in modo più dettagliato possibile.
2. “Mettere la freccia” significa accendere un faro di autoveicolo quando si fa la svolta a destra o a sinista o indietro?
3. “Fare la bona” – qual è il senso? Temo che anche qui mi servirebbe una descrizione.
4. Proposizione “Una collezione di Selezione mangiata dalle tarme”.. non riesco assolutamente a capire di che Selezione si tratta che la potessero mangiare le tarme.
5. Qualcuno sa come tradurre in russo in modo più adeguato il termine “badante”?
Myshkin - Domenica, 11 Dicembre 2011, 20:58
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
“Fare una figuraccia” è l'equivalente di "fare una brutta figura".
Significa produrre una cattiva impressione in chi ci vede o ci ascolta, a motivo del proprio comportamento, o anche di una prestazione qualitativamente scadente.
Può fare una brutta figura un artista che reciti male la propria parte, un cantante che stoni, un musicista che suoni male, o una pesona qualunque che si comporti in maniera maleducata, ad esempio.
"Mettere la freccia" = показать поворот
“Fare la bona” probabilmente allude al comportamento e l'atteggiamento che molto spesso, soprattutto in Italia, assumono le donne procaci, con un bel fisico e un grande sex appeal. Una donna di questo tipo viene di solito definita come "bona", appunto. Quindi, "fare la bona", signfica comporarsi come una "bona", solitamente con grande sussiego ed un'eccessiva considerazione di sé.
"Selezione" è stata una storica rivista mensile italiana, la versione dell'americana Reader's Digest, molto popolare, dagli anni '50 agli anni '70. (per saperne di più vedi
qui).
Sulla definizione in russo di "badante", non saprei. Credo che una parola esatta che corrisponda forse non esiste. La più vicina che mi viene in mente è сиделка.
Roberto - Domenica, 11 Dicembre 2011, 21:54
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Grazie mille, Roberto!
Il problema è che non riesco ad afferrare il senso preciso del “filarsi”, non lo trovo nel dizionario. Il verbo «Filare» c'è, però tra molti significati non vedo nessun adatto in questo caso. Roberto, tu che traduzione daresti a questa frase?
Mi viene in mente: «Я хотел дать ей понять, что я крутой, и мне не до кого нет дела»
Potrebbe trasmettere il senso che ne pensi?
Ho ancora altre domande da chiedervi:
1. “Fare una figuraccia” spiegatemi per favore cosa significa questa espressione in modo più dettagliato possibile.
2. “Mettere la freccia” significa accendere un faro di autoveicolo quando si fa la svolta a destra o a sinista o indietro?
3. “Fare la bona” – qual è il senso? Temo che anche qui mi servirebbe una descrizione.
4. Proposizione “Una collezione di Selezione mangiata dalle tarme”.. non riesco assolutamente a capire di che Selezione si tratta che la potessero mangiare le tarme.
5. Qualcuno sa come tradurre in russo in modo più adeguato il termine “badante”?
крутой mi sembra proprio azzeccato, anche se il russo non è la mia lingua...
per quanto riguarda "filare", hai colto bene il senso, ti riporto la definizione del dizionario del Corriere della Sera online (
http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/)
• v.tr. [sogg-v-arg] Nel l. fam., considerare qlcu., provare un interesse per lui, spec. in frasi negative SIN notare: non la fila nessuno!
• filarsi
• v.rifl. [sogg-v] fam. Detto di due persone, tenersi in reciproca considerazione
• [sogg-v-arg] fam. Con valore intensivo, provare interesse per qlcu.: lui le ragazze non se le fila!
per il resto ha detto tutto Myshkin... per non passare da egoista posto lo stesso le risposte che avevo scritto...
fare una figuraccia = fare una brutta figura, cioè comportarsi in modo tale da suscitare negli altri un'impressione negativa in vari sensi, si può fare una figuraccia comportandosi in modo ridicolo, o volgare, oppure facendo un errore grossolano, eccetera... faccio una figuraccia quando faccio qualcosa di cui poi mi vergogno, o di cui secondo gli altri dovrei vergognarmi... il dizionario mi dà позориться
Mettere la freccia: più che il faro è proprio la luce della freccia, se giro a destra o a sinistra (indietro no) devo o dovrei mettere la freccia... il dizionario mi dà включить поворот
bona: donna sessualmente molto attraente, fare la bona non è un'espressione che ho sentito molte volte, comunque una che fa la bona immagino che faccia di tutto per rendersi sessualmente desiderabile, attraverso il trucco, l'abbigliamento e l'atteggiamento provocante...
una collezione di Selezione: immagino si parli di questo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Selezione_dal_Reader's_Digest, versione italiana della rivista statunitense Reader's Digest... le tarme si sono mangiate la carta delle riviste...
badante... onestamente non saprei, forse сиделка...?
Assol - Lunedì, 12 Dicembre 2011, 10:41
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Myshkin, Roberto, vi ringrazio tantissimo!!! Non so cosa farei senza il vostro aiuto!
“Mettere la freccia” da noi si parla spesso anche «включить поворотник», «включить сигнал поворота».
Per “Fare la bona” mi viene in mente «выпендриваться», «выставлять себя на показ», ma queste espressioni si usano per tutti, non solo per le donne. In italiano c’è un analogo dell’espressione per gli uomini?
“Selezione” a dir il vero, credevo che si trattasse di una collezione dei vestiti.. non sapevo che le vostre tarme mangiassero le riviste, le nostre preferiscono i capi del vestiario, soprattutto i tessuti di lana e la pelliccia..
Myshkin - Lunedì, 12 Dicembre 2011, 10:56
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Anche le tarme italiane preferiscono i tessuti
Evidentemente l'autore deve essersi confuso, di sicuro alludeva ai tarli
Luba - Lunedì, 12 Dicembre 2011, 11:00
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Le tarme mangiano bene anche крупы, муку, высушенные травы и фрукты и т.п. Sono un disastro non solo negli armadi, ma anche nelle dispense in cucina
ma qui forse è uno sbaglio, non tarme, ma tarli, è uno sbaglio frequente, forse perché queste parole si assomigliano ed hanno l'origine comune.
Assol - Lunedì, 12 Dicembre 2011, 11:04
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Sì, potrebbe essere, c’erano anche i tarli.
Myshkin - Lunedì, 12 Dicembre 2011, 11:16
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Per “Fare la bona” mi viene in mente «выпендриваться», «выставлять себя на показ», ma queste espressioni si usano per tutti, non solo per le donne. In italiano c’è un analogo dell’espressione per gli uomini?
Non esattamente, ma c'è un'espressione con un significato simile: "Fare il figo", usata per quegli uomini che fanno di tutto per piacere e mettersi al centro dell'attenzione.
Roberto - Lunedì, 12 Dicembre 2011, 12:30
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Per “Fare la bona” mi viene in mente «выпендриваться», «выставлять себя на показ», ma queste espressioni si usano per tutti, non solo per le donne. In italiano c’è un analogo dell’espressione per gli uomini?
Non esattamente, ma c'è un'espressione con un significato simile: "Fare il figo", usata per quegli uomini che fanno di tutto per piacere e mettersi al centro dell'attenzione.
giusto, però mi è capitato di sentire/leggere anche "fare il bono", del resto "bono" si usa anche per un uomo...
Roberto - Lunedì, 12 Dicembre 2011, 12:34
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Myshkin, Roberto, vi ringrazio tantissimo!!! Non so cosa farei senza il vostro aiuto!
“Mettere la freccia” da noi si parla spesso anche «включить поворотник», «включить сигнал поворота».
Per “Fare la bona” mi viene in mente «выпендриваться», «выставлять себя на показ», ma queste espressioni si usano per tutti, non solo per le donne. In italiano c’è un analogo dell’espressione per gli uomini?
“Selezione” a dir il vero, credevo che si trattasse di una collezione dei vestiti.. non sapevo che le vostre tarme mangiassero le riviste, le nostre preferiscono i capi del vestiario, soprattutto i tessuti di lana e la pelliccia..
butto là alcuni verbi ma... la russa qui sei tu...
красоваться, рисоваться, кокетничать...
Assol - Lunedì, 12 Dicembre 2011, 12:46
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Sì sì! anche questi vanno benissimo!
Grazie!
Roberto - Lunedì, 12 Dicembre 2011, 12:53
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
“Selezione” a dir il vero, credevo che si trattasse di una collezione dei vestiti.. non sapevo che le vostre tarme mangiassero le riviste, le nostre preferiscono i capi del vestiario, soprattutto i tessuti di lana e la pelliccia..
Da qualche veloce ricerca risulta che i tarli NON mangiano la carta ma il legno, l'insetto che mangia la carta sembra essere il cosiddetto "pesciolino d'argento" (
http://it.wikipedia.org/wiki/Lepisma_saccharina), mentre le tarme mangiano tessuti...
Assol - Lunedì, 12 Dicembre 2011, 14:09
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Quando sciano in montagne che differenza c'è tra le piste e le fuoripiste?
Myshkin - Lunedì, 12 Dicembre 2011, 15:02
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Gli impianti sciistici di montagna sono provvisti di percorsi di discesa, con diversi gradi di difficoltà, che sono attrezzati con impianti di risalita e all'interno dei quali la superficie nevosa viene trattata e controllata per minimizzare il rischio di incidenti. Quando si seguono questi percorsi. si scia su pista, mentre se si scia fuori da questi percorsi prestabiliti, si scia "fuori pista". Ovviamente per sciare fuori pista è richiesta un'esperienza ed una perizia maggiore.
Questo è tutto quello che può dirti uno che non ha mai sciato in vita sua
Roberto - Lunedì, 12 Dicembre 2011, 15:17
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Quando sciano in montagne che differenza c'è tra le piste e le fuoripiste?
Ho trovato questa definizione "tecnica".
"Sciare fuori pista vuol dire sciare al di fuori delle piste dove la neve non é mai battuta [...] in zone che sono al di fuori delle aree per le quali il gestore ha ottenuto l’autorizzazione all’apertura e per le quali il medesimo deve provvedere alla manutenzione e alla battitura perché specificamente individuate e classificate come piste da sci secondo le normative in vigore."
Quindi chi scia nei tracciati classificati dalla legge come "piste da sci" scia in pista, in questi tracciati la neve deve essere battuta, chi scia al di fuori di questi tracciati scia fuori pista ( o fuoripista), dove la neve non è battuta, pratica sicuramente più rischiosa... io non scìo né in pista né fuori...
Luba - Lunedì, 12 Dicembre 2011, 17:33
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
“Selezione” a dir il vero, credevo che si trattasse di una collezione dei vestiti.. non sapevo che le vostre tarme mangiassero le riviste, le nostre preferiscono i capi del vestiario, soprattutto i tessuti di lana e la pelliccia..
Da qualche veloce ricerca risulta che i tarli NON mangiano la carta ma il legno, l'insetto che mangia la carta sembra essere il cosiddetto "pesciolino d'argento" (
http://it.wikipedia.org/wiki/Lepisma_saccharina), mentre le tarme mangiano tessuti...
anche io ho fatto una ricerca veloce e ho trovato in Wikipedia questo: "Il nome aNobii deriva dal nome dell’Anobium punctatum, il "tarlo della carta"; nei paesi anglosassoni con questo epiteto viene metaforicamente indicato chi passa molto tempo sui libri", dove se fai un clic sull'"Anobium punctatum" ti manda alla pagina del tarlo de legno. Certo, un tarlo in natura difficilmente trova un libro da mangiare, ma i libri si fanno di legno e contengono la cellulosa, allora sono mangiabili per i tarli (a patto che non ci siano state usate le sostanze nocive per i tarli durante la stampa). Certo, un tarlo che vive nel bosco ha una grande scelta, allora mangia solo gli alberi che gli piacciono, ma se si trova sfortunatamente in un luogo, dove non c'è niente tranne qualche vecchio giornale, deposera su questo, penso.
I pesciolini d'argento ce li ho a casa, nel bagno, la li non abbiamo i libri, quindi non saprei se sono dannosi o meno per la carta.
Le tarme mi è successo vedere non solo in capi d'abigliamento in lana o pelliccia, ma anche nei cereali e mele essicate (di queste noi cuciniamo il compot=). Se anche queste in natura non troverebbero vestiti o nostri alimentari. Quindi immagino che lì non fanno troppo delicati e mangiano quello che c'è.
Però la carta può essere mangiata anche dai psicotteri, i così detti pidocchi dei libri, per fortuna questi non ce l'ho in casa, è abbastanza asciutto qui (tranne il bagno, certo). Ma li ho visti nei libri presi in biblioteca - là c'è un riscaldamento brutto a causa di scarso finanziamento.
Assol - Martedì, 13 Dicembre 2011, 10:08
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Grazie mille!
Ho capito la differenza, saranno «оборудованные лыжные спуски» (piste) e «ненакатанные лыжные спуски» (fuoripiste).
Ancora potreste spiegarmi cosa significa l’espressione «guardare con occhi liquidi»?
Roberto - Martedì, 13 Dicembre 2011, 10:47
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Grazie mille!
Ho capito la differenza, saranno «оборудованные лыжные спуски» (piste) e «ненакатанные лыжные спуски» (fuoripiste).
Ancora potreste spiegarmi cosa significa l’espressione «guardare con occhi liquidi»?
L’espressione «guardare con occhi liquidi» di per sé non ha un significato particolare, bisognerebbe capire dal contesto che si intende per "occhi liquidi", se "occhi lucidi", cioè quelli di chi è sul punto di piangere, oppure se è una metafora di qualche tipo...
Assol - Martedì, 13 Dicembre 2011, 11:00
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Grazie, Roberto, significa che non è modo di dire, ed io penso perché non si trova nel dizionario, né in Google. Allora è una metafora, qualcosa tipo "влажный взгляд" in russo.
Roberto - Martedì, 13 Dicembre 2011, 11:11
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Grazie, Roberto, significa che non è modo di dire, ed io penso perché non si trova nel dizionario, né in Google. Allora è una metafora, qualcosa tipo "влажный взгляд" in russo.
Senza contesto penso sia la traduzione giusta... non c'è un contesto?
Assol - Giovedì, 15 Dicembre 2011, 15:11
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Il contesto certamente c'è, solo che sarebbe un pezzo abbastanza lungo da riportare e dopo il tuo chiarimento non mi crea più problemi per traduzione. Se vuoi lo riporto, solo ho già finito quel testo e sto per cominciare un qualche nuovo.
E tu, Roberto, perché non chiedi più niente? Stai ancora leggendo o hai già cominciato la traduzione?
Roberto - Giovedì, 15 Dicembre 2011, 18:51
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Il contesto certamente c'è, solo che sarebbe un pezzo abbastanza lungo da riportare e dopo il tuo chiarimento non mi crea più problemi per traduzione. Se vuoi lo riporto, solo ho già finito quel testo e sto per cominciare un qualche nuovo.
E tu, Roberto, perché non chiedi più niente? Stai ancora leggendo o hai già cominciato la traduzione?
Purtroppo momentaneamente ho interrotto la lettura, di domande ne avrei ancora tante, immagino, ma in questi giorni ho dei problemi in casa che mi portano via molto tempo e mi guastano completamente l'umore.
Doppio bequadro - Martedì, 20 Marzo 2012, 19:02
Oggetto: Concordanza Dei Tempi, Futuro Nel Passato
"Carlo pensava/penso` che Anna partisse per le vacanze dopo".
"Carlo pensava/penso` che Anna sarebbe partita per le vacanze dopo."
Sono corrette?
Se sono corrette tutte e due, c'e` qualche differenza, o il senso e` uguale?
Myshkin - Martedì, 20 Marzo 2012, 19:18
Oggetto: Re: Concordanza Dei Tempi, Futuro Nel Passato
Dipende dal rapporto temporale con la frase principale.
Ecco, qui puoi trovare adeguate spiegazioni con esempi:
http://it.wikipedia.org/wiki/Concordanza_dei_tempi
ettore - Martedì, 20 Marzo 2012, 19:20
Oggetto: Re: Concordanza Dei Tempi, Futuro Nel Passato
"Carlo pensava/penso` che Anna partisse per le vacanze dopo".
"Carlo pensava/penso` che Anna sarebbe partita per le vacanze dopo."
Sono corrette?
Se sono corrette tutte e due, c'e` qualche differenza, o il senso e` uguale?
La forma corretta è la seconda (anche se a volte viene usata la prima).
Il verbo partire è un verbo intransitivo (ausiliare essere) della III coniugazione.
Per saperne di più
Doppio bequadro - Martedì, 20 Marzo 2012, 19:31
Oggetto: Re: Concordanza Dei Tempi, Futuro Nel Passato
Dipende dal rapporto temporale con la frase principale.
mi interessa il futuro nella frase dipendente, quando nella principale c'e` il passato.
Quindi e` piu`corretto il condizionale passato e non il congiuntivo imperfetto?
Per es. :
Non sapevo a che ora sarebbe arrivato/non ero sicuro che sarebbe arrivato in tempo?
non "arrivasse"?
In russo e` molto piu` facile:
Я не ЗНАЛ, что он ПРИЕДЕТ.
Myshkin - Martedì, 20 Marzo 2012, 19:51
Oggetto: Re: Concordanza Dei Tempi, Futuro Nel Passato
In questo caso, se l'azione o l'evento della secondaria è posteriore a quella della principale, il tempo corretto della secondaria è il condizionale passato, come negli esempi che hai fatto.
E... sì, in quanto a verbi, non c'è dubbio che con l'italiano è tutto molto più complicato, e non solo per gli stranieri!
Roberto - Martedì, 20 Marzo 2012, 22:09
Oggetto: Re: Concordanza Dei Tempi, Futuro Nel Passato
Dipende dal rapporto temporale con la frase principale.
mi interessa il futuro nella frase dipendente, quando nella principale c'e` il passato.
Quindi e` piu`corretto il condizionale passato e non il congiuntivo imperfetto?
Per es. :
Non sapevo a che ora sarebbe arrivato/non ero sicuro che sarebbe arrivato in tempo?
non "arrivasse"?
In russo e` molto piu` facile:
Я не ЗНАЛ, что он ПРИЕДЕТ.
La frase russa in questo caso secondo me si può tradurre sia con il condizionale che con il congiuntivo:
Non sapevo che venisse anche lui/che sarebbe venuto anche lui, e non ci sono grosse differenze... il mio "orecchio grammaticale" (ognuno ha il suo, e non esistono verità assolute) mi dice che se la frase è pronunciata nell'immediato, cioè poco dopo l'arrivo della persona di cui si parla, allora vanno benissimo entrambe le forme... se la frase è pronunciata in seguito (ma è impossibile stabilire quanto tempo dopo) allora viene più spontaneo usare il condizionale passato...
Esempio: tu hai invitato alcuni amici a cena e una tua amica porta anche "lui" senza dirtelo... dieci minuti dopo tu dici all'orecchio della tua amica: "Non sapevo che
venisse anche lui/che
sarebbe venuto anche lui..." Anzi, siccome si tratta di una situazione informale, in italiano si potrebbe anche dire "Non sapevo che
veniva anche lui..."
Passa metti una settimana, tu parli con la tua amica di quella sera, in questo caso forse è più probabile che tu dica: "Non sapevo che sarebbe venuto anche lui..." Ma non è assolutamente una regola inviolabile...
Angelo di fuoco - Mercoledì, 21 Marzo 2012, 00:44
Oggetto: Re: Concordanza Dei Tempi, Futuro Nel Passato
"Carlo pensava/penso` che Anna partisse per le vacanze dopo".
"Carlo pensava/penso` che Anna sarebbe partita per le vacanze dopo."
Sono corrette?
Se sono corrette tutte e due, c'e` qualche differenza, o il senso e` uguale?
Con verbi come "pensare" e "credere" è un po' difficile perché
1) normalmente richiedono il congiuntivo, ma
2) quando si vuole sottolineare che ciò che si pensa o crede appartenga al futuro o vi sia situato è normalissimo usare il futuro dell'indicativo (ovviamente, se nella proposizione principale il verbo sta nel presente, perché altrimenti dobbiamo seguire la
consecutio temporum).
Per il discorso indiretto abbiamo quindi, in teoria, tutt'e due le possibilità.
Senza il "dopo" e se la frase nel presente è "Carlo pensa che Anna parta per le vacanze" -> "Carlo pensava / pensò che Anna partisse per le vacanze".
Col "dopo" è piú probabile che la frase "originale" nel presente sia "Carlo pensa che Anna partirà per le vacanze dopo", quindi dobbiamo usare il condizionale passato: "Carlo pensava / pensò che Anna sarebbe partita per le vacanze dopo".
Mi chiedo quale variante sarebbe piú probabile se togliessimo la congiunzione "che"...
Angelo di fuoco - Mercoledì, 21 Marzo 2012, 00:45
Oggetto: Re: Concordanza Dei Tempi, Futuro Nel Passato
errore
Roberto - Mercoledì, 21 Marzo 2012, 06:12
Oggetto: Re: Concordanza Dei Tempi, Futuro Nel Passato
Dipende dal rapporto temporale con la frase principale.
mi interessa il futuro nella frase dipendente, quando nella principale c'e` il passato.
Quindi e` piu`corretto il condizionale passato e non il congiuntivo imperfetto?
Per es. :
Non sapevo a che ora sarebbe arrivato/non ero sicuro che sarebbe arrivato in tempo?
non "arrivasse"?
In russo e` molto piu` facile:
Я не ЗНАЛ, что он ПРИЕДЕТ.
Si dice che il congiuntivo è il modo dell'incertezza mentre l'indicativo è il modo della realtà... in una frase come
Non sapevo a che ora sarebbe arrivato l'uso del congiuntivo "arrivasse" suonerebbe un po' strano, probabilmente perché qui l'incertezza non riguarda l'azione dell'arrivare, che è data per certa, ma l'ora... per dirti quanto è complicata la lingua, invece al mio orecchio la frase
Non ero sicuro che arrivasse in tempo suona possibile... azzardo una spiegazione, qui è come se l'azione che consideriamo non è semplicemente quella dell'arrivare ma dell' "arrivare in tempo"...
Roberto - Mercoledì, 21 Marzo 2012, 06:47
Oggetto: Re: Concordanza Dei Tempi, Futuro Nel Passato
"Carlo pensava/penso` che Anna partisse per le vacanze dopo".
"Carlo pensava/penso` che Anna sarebbe partita per le vacanze dopo."
Sono corrette?
Se sono corrette tutte e due, c'e` qualche differenza, o il senso e` uguale?
Quel "dopo" però suona un po' strano... se traduce il russo
потом, allora bisogna dire che i due termini non coincidono esattamente... la mia sensazione è che
потом abbia un'estensione temporale maggiore di "dopo"... mi spiego: se io faccio una domanda a una persona e questa mi risponde "Te lo dico dopo", l'idea che io mi faccio è che me lo dirà comunque in giornata... altrimenti la risposta sarebbe stata più probabilmente "Te lo dico un'altra volta"... quindi se si deve tradurre in italiano
Я потом тебе скажу, bisogna fare attenzione... tradurre con "Te lo dico dopo" potrebbe essere ingannevole... se con
потом s'intende
в другой раз , meglio non tradurre
потом con "dopo" ma con espressioni come "un'altra volta", "un altro giorno", "più in là"...
Doppio bequadro - Mercoledì, 21 Marzo 2012, 07:51
Oggetto: Re: Concordanza Dei Tempi, Futuro Nel Passato
Si dice che il congiuntivo è il modo dell'incertezza mentre l'indicativo è il modo della realtà... in una frase come Non sapevo a che ora sarebbe arrivato l'uso del congiuntivo "arrivasse" suonerebbe un po' strano, probabilmente perché qui l'incertezza non riguarda l'azione dell'arrivare, che è data per certa, ma l'ora... per dirti quanto è complicata la lingua, invece al mio orecchio la frase Non ero sicuro che arrivasse in tempo suona possibile... azzardo una spiegazione, qui è come se l'azione che consideriamo non è semplicemente quella dell'arrivare ma dell' "arrivare in tempo"...
Al presente: Spero che dica la verita` (что СКАЖЕТ правду)
Al passato: Speravo/spererei che dicesse o che avrebbe detto .. ?
O dipende dalla conseguenza?
Speravo che dicesse, ma non l'ha detta
Speravo che l'avrebbe detto e l'ha detta
Angelo di fuoco - Mercoledì, 21 Marzo 2012, 10:23
Oggetto: Re: Concordanza Dei Tempi, Futuro Nel Passato
"Carlo pensava/penso` che Anna partisse per le vacanze dopo".
"Carlo pensava/penso` che Anna sarebbe partita per le vacanze dopo."
Sono corrette?
Se sono corrette tutte e due, c'e` qualche differenza, o il senso e` uguale?
Quel "dopo" però suona un po' strano... se traduce il russo
потом, allora bisogna dire che i due termini non coincidono esattamente... la mia sensazione è che
потом abbia un'estensione temporale maggiore di "dopo"... mi spiego: se io faccio una domanda a una persona e questa mi risponde "Te lo dico dopo", l'idea che io mi faccio è che me lo dirà comunque in giornata... altrimenti la risposta sarebbe stata più probabilmente "Te lo dico un'altra volta"... quindi se si deve tradurre in italiano
Я потом тебе скажу, bisogna fare attenzione... tradurre con "Te lo dico dopo" potrebbe essere ingannevole... se con
потом s'intende
в другой раз , meglio non tradurre
потом con "dopo" ma con espressioni come "un'altra volta", "un altro giorno", "più in là"...
Uff... è un sollievo sapere che non sono l'unico a cui questo "dopo" suona strano... avrei scritto "piú tardi".
Ma ti dico una cosa: dopo aver visto che con "sono convinto che" viene usato il congiuntivo non mi meraviglio piú di niente. Sottigliezze dell'uso del congiuntivo nelle varie lingue romanze...
Roberto - Mercoledì, 21 Marzo 2012, 10:35
Oggetto: Re: Concordanza Dei Tempi, Futuro Nel Passato
Si dice che il congiuntivo è il modo dell'incertezza mentre l'indicativo è il modo della realtà... in una frase come Non sapevo a che ora sarebbe arrivato l'uso del congiuntivo "arrivasse" suonerebbe un po' strano, probabilmente perché qui l'incertezza non riguarda l'azione dell'arrivare, che è data per certa, ma l'ora... per dirti quanto è complicata la lingua, invece al mio orecchio la frase Non ero sicuro che arrivasse in tempo suona possibile... azzardo una spiegazione, qui è come se l'azione che consideriamo non è semplicemente quella dell'arrivare ma dell' "arrivare in tempo"...
Al presente: Spero che dica la verita` (что СКАЖЕТ правду)
Al passato: Speravo/spererei che dicesse o che avrebbe detto .. ?
O dipende dalla conseguenza?
Speravo che dicesse, ma non l'ha detta
Speravo che l'avrebbe detto e l'ha detta
Qui anzitutto c'è un problema che riguarda il concetto di contemporaneità... nella pagina di Wikipedia indicata da Myshkin trovo questo schema:
Luisa pensa (presente) che:
io sia andato a Roma (congiuntivo passato) - anteriorità
che io vada a Roma (congiuntivo presente) - contemporaneità
che andrò a Roma (futuro semplice) - posteriorità
In realtà, se dobbiamo essere rigorosi, nella frase
Luisa pensa che io vada a Roma non c'è contemporaneità ma
posteriorità, esattamente come nella frase
Luisa pensa che andrò a Roma... forse è una posteriorità un po' più vicina nel tempo ma sempre posteriorità, se volessi esprimere una effettiva contemporaneità, dovrei dire
Luisa pensa che io stia andando a Roma...
Nella frase
Spero che dica la verità è assolutamente impossibile dire, senza contesto, se l'azione della subordinata è anteriore, contemporanea o posteriore... la frase può significare sia
Spero che dirà la verità sia
Spero che stia dicendo la verità e addirittura, se non è trascorso troppo tempo,
Spero che abbia detto la verità...
Spostandosi nel passato:
Spero che stia dicendo la verità diventa
Speravo che stesse dicendo la verità
Spero che dirà la verità diventa
Speravo che avrebbe detto la verità
Spero che abbia detto la verità diventa
Speravo che avesse detto la verità
Al passato, la frase
Speravo che dicesse la verità conserva la stessa ambiguità della frase
Spero che dica la verità...
La conseguenza non c'entra, anche se soprattutto una frase come
Speravo che avesse detto la verità può far pensare che la verità non sia stata detta, questo non è necessariamente vero... tanto che sarebbe possibile completare la frase in questo modo:
Speravo che avesse detto la verità, e l'aveva detta!
Assol - Venerdì, 23 Marzo 2012, 09:13
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Ditemi, per favore, quale variante sarebbe più corretta:
1985 - millenovecentoottantacinque oppure millenovecentottantacinque?
Roberto - Venerdì, 23 Marzo 2012, 09:25
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Ditemi, per favore, quale variante sarebbe più corretta:
1985 - millenovecentoottantacinque oppure millenovecentottantacinque?
millenovecent
ottantacinque è sicuramente la forma più diffusa, ma l'altra non è sbagliata...
Assol - Venerdì, 23 Marzo 2012, 09:34
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Ma quale sarebbe il più più corretta secondo le regole della lingua italiana?
Ho trovato anche
questo, ma non ho capito se esiste davvero una qualche regola al riguardo..
Roberto - Venerdì, 23 Marzo 2012, 11:16
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Ma quale sarebbe il più più corretta secondo le regole della lingua italiana?
Ho trovato anche
questo, ma non ho capito se esiste davvero una qualche regola al riguardo..
Non esistono le regole della lingua italiana! Ognuno fa come gli pare ed è giusto così! Nella pagina che hai postato si dice una cosa giusta, e cioè che con "cento" + "otto" è più comune cent
ootto, ma cent
otto non è considerato errore. Mentre con "cento" + "ottanta" la forma più diffusa è cent
ottanta, ma cent
oottanta non è sbagliato. Se vai su Google Libri e cerchi "cent
oottanta" (fra virgolette), Google di dice "Forse cercavi cent
ottanta", qui tu gli rispondi in malo modo di non rompere e che tu invece cercavi proprio cent
oottanta (altrimenti non l'avresti messo fra virgolette). I risultati effettivi sono più di 400 e trattandosi di libri pubblicati se ne può dedurre che questa forma è accettata. Ma se cerchi "cent
ottanta" vedrai che i risultati sono molto più numerosi.
Assol - Venerdì, 23 Marzo 2012, 11:36
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Grazie, Roberto, mi hai convinto insieme al Google Libri, scriverò centottanta.
Però mi è sembrato un po' strano: 108 - centootto, 180 invece - centottanta..
Roberto - Venerdì, 23 Marzo 2012, 11:46
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Grazie, Roberto, mi hai convinto insieme al Google Libri, scriverò centottanta.
Però mi è sembrato un po' strano: 108 - centootto, 180 invece - centottanta..
Penso dipenda da dove cade l'accento... "òtto" -> "centoòtto" ma "ottànta" -> "centottànta"...
Se la "o" è accentata viene spontaneo conservarla, se è atona viene spontaneo fare l'elisione...
Assol - Venerdì, 23 Marzo 2012, 11:59
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Se la "o" è accentata viene spontaneo conservarla, se è atona viene spontaneo fare l'elisione...
Ed ecco abbiamo trovato la regola!
Roberto - Venerdì, 23 Marzo 2012, 13:02
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Se la "o" è accentata viene spontaneo conservarla, se è atona viene spontaneo fare l'elisione...
Ed ecco abbiamo trovato la regola!
Sì, se per regola intendi "regola descrittiva", cioè il fenomeno sottostante che spiega la prevalenza di un certo uso...
No, se per regola intendi "regola prescrittiva", cioè che pretende di imporre a tutti un uso piuttosto che un altro...
Myshkin - Venerdì, 23 Marzo 2012, 16:36
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Non esistono le regole della lingua italiana! Ognuno fa come gli pare ed è giusto così!
Roberto have ragione... accà ognuno tiene la sua lingua e parla come ci pare...
Potremmo dire che non esistono regole della lingua italiana, ma regole
dell'italiano.... cioè del singolo italiano che di volta in volta parla o scrive.
Roberto - Venerdì, 23 Marzo 2012, 16:43
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Non esistono le regole della lingua italiana! Ognuno fa come gli pare ed è giusto così!
Roberto have ragione... accà ognuno tiene la sua lingua e parla come ci pare...
Potremmo dire che non esistono regole della lingua italiana, ma regole
dell'italiano.... cioè del singolo italiano che di volta in volta parla o scrive.
No, mi prendi troppo sul serio... volevo solo spaventare Assol... comunque io ce l'ho con chi non vuole accettare tutta la complessità della lingua, di qualunque lingua, e pretende di ingabbiarla nelle proprie regolette autoritarie e reazionarie, spacciandole per... quasi fossero "leggi di natura" alle quali tutti dobbiamo sottostare...
Myshkin - Venerdì, 23 Marzo 2012, 16:58
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Ma certo, ti stavo solo reggendo il gioco
Assol - Sabato, 24 Marzo 2012, 17:00
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Ах, так! вы вдвоем надо мной насмехаетесь и издеваетесь?..
Per "regola" intendo tutto ciò che mi aiuta comprendere perché si scrive-parla così e non diversamente, quindi voterei per le descrittive; le regole prescrittive anche a me non piacciono molto, ma credo che questo fosse ovvio da come scrivo..
Roberto - Sabato, 24 Marzo 2012, 17:56
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Ах, так! вы вдвоем надо мной насмехаетесь и издеваетесь?..
Да!
Assol - Sabato, 24 Marzo 2012, 18:03
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Редиски!
Roberto - Sabato, 24 Marzo 2012, 18:16
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Редиски!
РЕДИСКА, -и, ж. Нехороший человек (Словарь русского арго)
редиска ж. ravanello m
Assol - Sabato, 24 Marzo 2012, 18:22
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
На самом деле это из фильма "Джентльмены удачи", который тебе тоже обязателен к просмотру.
Roberto - Sabato, 24 Marzo 2012, 18:43
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
На самом деле это из фильма "Джентльмены удачи", который тебе тоже обязателен к просмотру.
Очень интересно...
редиска
Значение «нехороший человек» популяризовано кинофильмом «Джентльмены удачи»; прежде, в период противостояния коммунистической и капиталистической систем, в отношении многих политических деятелей употреблялось образное сравнение с редиской по аналогии «красный (революционный) снаружи и белый (консервативный, контрреволюционный) внутри»; в частности, по неподтвержденным сведениям, Сталин так отозвался об Иосипе Броз Тито: «Тито — редиска, снаружи — красный, а изнутри — белый».
Dal film
Джентльмены удачи: "persona malvagia" (ma anche "str***"). In passato venivano chiamati
редиски (ravanelli) quegli uomini politici che erano "rossi" (rivoluzionari) fuori e "bianchi" (conservatori, reazionari) dentro.
Assol - Sabato, 24 Marzo 2012, 18:56
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Ma dai, che "str***"?!? Lo uso con il significato "нехороший человек, редиска", е' quasi vezzeggiativo!
Roberto - Sabato, 24 Marzo 2012, 19:09
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Ma dai, che "str***"?!? Lo uso con il significato "нехороший человек, редиска", е' quasi vezzeggiativo!
No no! E' str***!
Roberto - Sabato, 24 Marzo 2012, 19:15
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Myshkin! Assol ci ha dato degli str***...
Assol - Sabato, 24 Marzo 2012, 19:22
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Вот я так и знала.. вы сговорились, чтобы выгнать меня с форума..
Roberto - Sabato, 24 Marzo 2012, 19:42
Oggetto: Re: Frasi E Espressioni Italiane
Вот я так и знала.. вы сговорились, чтобы выгнать меня с форума..
несов. -
сговариваться, сов. -
сговориться = mettersi d'accordo; complottare
Doppio bequadro - Sabato, 31 Marzo 2012, 21:08
Oggetto: Pronome Atono Diretto(forma Di Cortesia) Al Passato Prossimo
Su internet non riesco a trovare niente di concreto((
Dicendo a un uomo bisogna dire:
Scusi, signore, ma non L'ho vist
o o non L'ho vist
a??
Il manuale "In Italiano" (A.Chiuchiu` e altri, edizioni Guerra, Perugia) dice:
cioe`, al signor Giovanni si puo` dire sia al femminile che al maschile?
Angelo di fuoco - Domenica, 01 Aprile 2012, 01:09
Oggetto: Re: Pronome Atono Diretto(forma Di Cortesia) Al Passato Pros
Secondo me s'omette il signore e si concorda il participio col Lei di cortesia, cioè al femminile: Scusi, ma non l'ho vista.
Aspettiamo i pareri dei madrelingua.
Roberto - Domenica, 01 Aprile 2012, 01:16
Oggetto: Re: Pronome Atono Diretto(forma Di Cortesia) Al Passato Pros
Su internet non riesco a trovare niente di concreto((
Dicendo a un uomo bisogna dire:
Scusi, signore, ma non L'ho visto o non L'ho vista??
E' un dubbio normalissimo proprio perché il genere grammaticale non coincide con il sesso della persona.
Scusi, signore, ma non
La ho vist
a.
In questo caso, con il pronome "la", si usa il femminile, anche se si tratta di un uomo.
Roberto - Domenica, 01 Aprile 2012, 01:18
Oggetto: Re: Pronome Atono Diretto(forma Di Cortesia) Al Passato Pros
Secondo me s'omette il signore e si concorda il participio col Lei di cortesia, cioè al femminile: Scusi, ma non l'ho vista.
Aspettiamo i pareri dei madrelingua.
Non necessariamente, la presenza di "signore" non disturba.
ettore - Domenica, 01 Aprile 2012, 02:33
Oggetto: Re: Pronome Atono Diretto(forma Di Cortesia) Al Passato Pros
Su internet non riesco a trovare niente di concreto((
Dicendo a un uomo bisogna dire:
Scusi, signore, ma non L'ho visto o non L'ho vista??
Se si da del 'Lei', secondo me, è corretto la seconda forma "L'ho vist
a" oppure "La ho vist
a".
All'indirizzo :
http://ciaoitaliablog.wordpress.com...alian-pronouns/
si può leggere :
Italian Passato prossimo” and object direct pronouns.
Quando abbiamo un tempo composto – come il “Passato prossimo”- con un pronome oggetto diretto il participio passato
del verbo concorda con il pronome oggetto in genere (maschile/femminile) e numero (singolare/plurale).
Mi hai sentito?- Sì, ti ho sentito - Hai letto la notizia?- Sì, la ho letta [con l’apostrofo > Sì, l’ho letta]
Hai visto Paolo? - Sì, lo (= Paolo) ho visto [con l’apostrofo > Sì, l’ho visto]
Hai visto Luisa? - Sì, la (= Luisa) ho vista [con l’apostrofo > Sì, l’ho vista]
Hai visto Paolo e Luisa? - Sì, li (= Paolo e Luisa) ho visti [NO l’apostrofo al plurale > Sì, li ho visti]
Hai visto Maria e Luisa?- Sì, le (= Maria e Luisa) ho viste [NO l’apostrofo al plurale > Sì, le ho viste]
In quest'altro :
http://books.google.it/books?id=zVb...o%20lei&f=false
si può leggere :
Luba - Domenica, 01 Aprile 2012, 19:13
Oggetto: Re: Pronome Atono Diretto(forma Di Cortesia) Al Passato Pros
scusate, ma come il pronome di cortesia può essere al femminile, se è di cortesia? Se il soggetto è maschile, il "Lei" si intende maschile:
lei:
2 si usa, come sogg. o come compl., nel rivolgere il discorso a persona con cui non si sia in familiarità , anche di sesso maschile, nel qual caso si accorda al maschile; come sogg. può essere sottinteso; negli usi formali viene spesso scritto con l'iniziale maiuscola: verremo noi da lei; faccia lei; mi dica (lei) che cosa potrei fare; ci risulta che Lei è regolarmente iscritto
Luba - Domenica, 01 Aprile 2012, 19:13
Oggetto: Re: Pronome Atono Diretto(forma Di Cortesia) Al Passato Pros
c'e qualcosa che non va in questo forum... intendo i problemi tecnici
Roberto - Domenica, 01 Aprile 2012, 19:23
Oggetto: Re: Pronome Atono Diretto(forma Di Cortesia) Al Passato Pros
scusate, ma come il pronome di cortesia può essere al femminile, se è di cortesia? Se il soggetto è maschile, il "Lei" si intende maschile:
lei:
2 si usa, come sogg. o come compl., nel rivolgere il discorso a persona con cui non si sia in familiarità , anche di sesso maschile, nel qual caso si accorda al maschile; come sogg. può essere sottinteso; negli usi formali viene spesso scritto con l'iniziale maiuscola: verremo noi da lei; faccia lei; mi dica (lei) che cosa potrei fare; ci risulta che Lei è regolarmente iscritto
Tranne quando c'è il pronome "la", complemento oggetto, allora il participio retto dal verbo avere si accorda secondo il genere grammaticale...
Luba - Domenica, 01 Aprile 2012, 23:15
Oggetto: Re: Pronome Atono Diretto(forma Di Cortesia) Al Passato Pros
la
pron. pers. f. di terza pers. sing. [forma complementare atona di ella, essa]
1 si usa come compl. ogg. riferito a persona o cosa, sia in posizione enclitica sia proclitica; in posizione proclitica si può elidere davanti a vocale purché non generi ambiguità : la vidi ieri; l'ho incontrata poco fa; aspettiamola; dammi la lettera, voglio leggerla | si usa rivolgendo il discorso a persona con cui non si sia in familiarità , anche di sesso maschile, nel qual caso si accorda al maschile; negli usi formali viene spesso scritto con l'iniziale maiuscola: La prego, signore, stia comodo; con la presente La invitiamo a favorire nei nostri uffici
Roberto - Domenica, 01 Aprile 2012, 23:43
Oggetto: Re: Pronome Atono Diretto(forma Di Cortesia) Al Passato Pros
la
pron. pers. f. di terza pers. sing. [forma complementare atona di ella, essa]
1 si usa come compl. ogg. riferito a persona o cosa, sia in posizione enclitica sia proclitica; in posizione proclitica si può elidere davanti a vocale purché non generi ambiguità : la vidi ieri; l'ho incontrata poco fa; aspettiamola; dammi la lettera, voglio leggerla | si usa rivolgendo il discorso a persona con cui non si sia in familiarità , anche di sesso maschile, nel qual caso si accorda al maschile; negli usi formali viene spesso scritto con l'iniziale maiuscola: La prego, signore, stia comodo; con la presente La invitiamo a favorire nei nostri uffici
Infatti "stia" non è ausiliare "avere"...
Buongiorno signor Rossi, come sta? Temevo fosse malat
o, ieri non l'ho vist
a a teatro.
http://dizionari.corriere.it/dizionario-si-dice/L/lei.shtml
Il pronome allocutivo lei, che una volta andava in coppia con l’ormai disusato ella, vale tanto per il maschile quanto per il femminile. Sappiamo la sua origine: esso entrò nell’uso nei primi del Quattrocento, e il fenomeno si generalizzò nel secolo successivo per influsso dello spagnolo. Nelle nostre corti principesche e nelle nostre cancellerie ci si rivolgeva ai personaggi importanti con le locuzioni Vostra Signoria, Vostra Eccellenza e simili; locuzioni reverenziali che portavano necessariamente all’uso d’un verbo di terza persona. Per intenderci: “Vostra Signoria desidera...” Erano locuzioni al femminile, anche se rivolte soprattutto a maschi, e portavano necessariamente a un pronome di terza persona femminile: ella o lei: “Vostra Signoria desidera che la persona che ella ha raccomandato sia assunta a corte; io la assicuro che lei sarà accontentata”.
Ciò premesso, da un punto di vista strettamente grammaticale il verbo che dipende da questo lei dovrebbe essere concordato al femminile: “Lei, signor colonnello, si sarà accorta...”, “Spero che lei, dottore egregio, si sia molto divertita...”. Ma ecco che a questo punto il nostro buon senso si ribella. La lingua di oggi, che ha perso il ricordo di quei ridicoli salamelecchi, di quei sottintesi soggetti femminili “signoria, magnificenza, eccellenza” e simili, vuole senza esitazione il maschile quando ci si rivolge a un uomo: “Lei, signor colonnello, si sarà accorto” eccetera.
Diverso è il caso del pronome "la", come nelle frasi “Signor colonnello, arrivederla”; “Domani, dottore, la verrò a prendere alla stazione”. Qui non è che il "lei" nella forma di complemento oggetto. Il maschile "lo" sarebbe un errore dal forte sapore dialettale.
Myshkin - Lunedì, 02 Aprile 2012, 13:02
Oggetto: Re: Pronome Atono Diretto(forma Di Cortesia) Al Passato Pros
Caspita, è stata lunga la discussione su questa domanda....
Speriamo almeno che Doppio bequadro alla fine abbia trovato la risposta.... uh?
Luba - Lunedì, 02 Aprile 2012, 19:58
Oggetto: Re: Pronome Atono Diretto(forma Di Cortesia) Al Passato Pros
si usa rivolgendo il discorso a persona con cui non si sia in familiarita , anche di sesso maschile, nel qual caso si accorda al maschile
AL MASCHILE
l'ausigliare non c'entra niente, sia Lei che la sono di cortesia e si accordano al maschile.
Doppio bequadro - Lunedì, 02 Aprile 2012, 20:23
Oggetto: Re: Pronome Atono Diretto(forma Di Cortesia) Al Passato Pros
Caspita, è stata lunga la discussione su questa domanda....
Speriamo almeno che Doppio bequadro alla fine abbia trovato la risposta.... uh?
piu` o meno))
Grazie!
Luba - Lunedì, 02 Aprile 2012, 20:41
Oggetto: Re: Pronome Atono Diretto(forma Di Cortesia) Al Passato Pros
http://www.accademiadellacrusca.it/...=4702&ctg_id=93
con gli allocutivi. Nascono problemi di accordo con gli allocutivi di cortesia, in particolare quando il lei sia riferito a un uomo. In questo caso è opportuno usare il femminile secondo la grammatica o il maschile secondo natura?
L’uso generale, sia nello scritto che nel parlato, ormai prevede l’accordo al maschile con l’allocutivo lei e se ne possono trovare numerose documentazioni. Con ella è rimasto più radicato l’accordo grammaticale (quindi al femminile).
Roberto - Lunedì, 02 Aprile 2012, 20:45
Oggetto: Re: Pronome Atono Diretto(forma Di Cortesia) Al Passato Pros
si usa rivolgendo il discorso a persona con cui non si sia in familiarita , anche di sesso maschile, nel qual caso si accorda al maschile
AL MASCHILE
l'ausigliare non c'entra niente, sia Lei che la sono di cortesia e si accordano al maschile.
No! Se c'è il pronome "la" e un participio passato con ausiliare avere si accorda sempre al femminile!
Comunque a questo punto io propongo un sondaggio, partecipate numerosi. Nella frase sotto abbiamo l'aggettivo "malato" e il participio passato "visto", voi come li declinereste?
Buongiorno signor Rossi, come sta? Temevo fosse malat..., ieri non l'ho vist... a teatro.
1. malat
o, vist
o
2. malat
o, vist
a
3. malat
a, vist
o
4. malat
a, vist
a
Roberto - Lunedì, 02 Aprile 2012, 21:06
Oggetto: Re: Pronome Atono Diretto(forma Di Cortesia) Al Passato Pros
http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=4702&ctg_id=93
con gli allocutivi. Nascono problemi di accordo con gli allocutivi di cortesia, in particolare quando il lei sia riferito a un uomo. In questo caso è opportuno usare il femminile secondo la grammatica o il maschile secondo natura? L’uso generale, sia nello scritto che nel parlato, ormai prevede l’accordo al maschile con l’allocutivo lei e se ne possono trovare numerose documentazioni. Con ella è rimasto più radicato l’accordo grammaticale (quindi al femminile).
L'articolo della Crusca non rileva questa differenza, che invece esiste. Scrivi alla Crusca e poni la domanda. In maniera precisa, ovviamente, cioè distinguendo bene fra:
- Signor Rossi, la vedo sciupato/a.
- Signor Rossi, Lei è stato promosso/a.
- Signor Rossi, ieri non l'ho sentito/a, tutto bene?
Ovviamente, come già detto altre volte, "si dice così" non è un comandamento divino ma significa che l'uso generale è questo, cioè che una certa forma è più diffusa di altre perché la maggioranza dei parlanti nativi la percepisce come più corretta.
Myshkin - Lunedì, 02 Aprile 2012, 21:08
Oggetto: Re: Pronome Atono Diretto(forma Di Cortesia) Al Passato Pros
Buongiorno signor Rossi, come sta? Temevo fosse malat..., ieri non l'ho vist... a teatro.
1. malato, visto
2. malato, vista
3. malata, visto
4. malata, vista
La seconda che hai detto
Non si offenda, Eminenza, mio fratello non l'ha riverita perché non la ha riconosciuta!
Luba - Lunedì, 02 Aprile 2012, 21:45
Oggetto: Re: Pronome Atono Diretto(forma Di Cortesia) Al Passato Pros
Non si offenda, Eminenza, mio fratello non l'ha riverita perché non la ha riconosciuta!
Eminenza Reverendissima,
siamo costernatissimi per l'increscioso evento ecc ecc
le scuse devono essere presentate per iscritto!
Allora sono d'accordo, si accorda al femminile
ettore - Lunedì, 02 Aprile 2012, 21:59
Oggetto: Re: Pronome Atono Diretto(forma Di Cortesia) Al Passato Pros
No! Se c'è il pronome "la" e un participio passato con ausiliare avere si accorda sempre al femminile!
Comunque a questo punto io propongo un sondaggio, partecipate numerosi. Nella frase sotto abbiamo l'aggettivo "malato" e il participio passato "visto", voi come li declinereste?
Buongiorno signor Rossi, come sta? Temevo fosse malat..., ieri non l'ho vist... a teatro.
1. malato, visto
2. malato, vista
3. malata, visto
4. malata, vista
Con la seconda opzione :
Buongiorno signor Rossi, come sta? Temevo fosse malat
o, ieri non l'ho vist
a a teatro.
Roberto - Lunedì, 02 Aprile 2012, 22:01
Oggetto: Re: Pronome Atono Diretto(forma Di Cortesia) Al Passato Pros
Non si offenda, Eminenza, mio fratello non l'ha riverita perché non la ha riconosciuta!
Eminenza Reverendissima,
siamo costernatissimi per l'increscioso evento ecc ecc
le scuse devono essere presentate per iscritto!
Allora sono d'accordo, si accorda al femminile
Ma dicevo sul serio, scrivi alla Crusca... non è una domanda banale, anzi...
Dr - Sabato, 28 Maggio 2016, 14:18
Oggetto: Re: Pronome Atono Diretto(forma Di Cortesia) Al Passato Pros
In presenza del PASSATO PROSSIMO e di tutti i tempi che includono il participio passato quando si utilizzano i pronomi DIRETTI e solo diretti, il participio cambia in base al pronome, che sia forma di cortesia o meno questo non importa.
Signore, la ha mangiata?
Signore, la ha presa?
Scusi, signore, ma non L'ho vista (CORRETTO)
Scusi, signore, ma non L'ho visto (NON CORRETTO), utilizzando questa forma io non l'ho visto significa che non abbiamo visto qualche oggetto o qualcosa (e non il signore)
p.s.
Potete consultare il mio libro "Grammatica Facile 2015" o le diverse edizioni che vendono a Mosca.
Fabrizio Di Cillo,
professore e scrittore presso la scuola Italia Mia a Mosca
Zarevich - Giovedì, 08 Settembre 2016, 15:02
Oggetto: Re: «PILLOLE DI GRAMMATICA ITALIANA PER RUSSI»
Sto rinnovando con piacere questo bel post di Myshkin.
Il post è molto utile per tutti i Russi che studiano la lingua italiana.