Arca Russa

Cinema e TV - «LO SCITA»

Zarevich - Lunedì, 27 Novembre 2017, 12:46
Oggetto: «LO SCITA»
«LO SCITA» «СКИФ» (2017)
Il nuovo film russo «Lo Scita» («Скиф») che esce in distribuzione ai primissimi dell’anno prossimo.
L’azione del film si svolge all’epoca del cambio delle civiltà. In Eurasia inizia una nuova era. Se ne andarono all’oscurità i fieri guerrieri, gli sciti. I loro discendenti estinti si trasformarono nei sicari crudeli, nei «lupi di Ares». Il guerriero Lutobòr (Лютобор) avrà una vita tribolata. Partecipando alla guerra intestina lui si reca al lungo e pericoloso viaggio per salvare la sua famiglia. Il suo conduttore è un prigioniero schifo Kunìtsa (Куница). Sono nemici e si rivolgono in preghiera a diversi dei, ma sono costretti ad andare avanti insieme. Attraverso tutto il mondo di steppa. Troveranno una casa fra gli ultimi sciti, dove li aspetta la morte inevitabile…

Zarevich - Martedì, 10 Aprile 2018, 15:44
Oggetto: «LO SCITA»
«LO SCITA» «СКИФ»
Il film di Rustam Mosafir (2017)

Il film «Lo Scita» («Скиф») rappresenta la Russia al Festival Internazionale del Cinema Fantastico di Bruxelles («BIFFF» = «Brussels International Fantastic Film Festival»)
http://www.bifff.net/
Gli organizzatori del Festival chiamano il film di Rustam Mosafir «Lo Scita» («Скиф») un primo dell'hit parade del 2018 e considerano questo film come una fantasia visuale del lontano passato russo. Il XXXVI BIFFF si svolge a Bruxelles dal 3 al 15 aprile 2018 e al programma del concorso prendono parte più di 100 film.
Gli «Sciti» (in latino: «Scythi», in russo: «Скифы») furono una popolazione nomade di origine iranica, quindi indoeuropea, mitologicamente nata o dall'unione tra Eracle ed Echidna, o tra Zeus ed il fiume Boristene, tra l'VIII ed il VII secolo a.C. L'arte decorativa russa rimase impregnata dello stile scita fino all'occidentalizzazione del Paese operata da Pietro I di Russia. Sopravvissero infatti le decorazioni con motivi d'uccello, sia su oggetti di ceramica, che di metallo o di cucito. Le facciate di alcune chiese russe tardo medioevali, come quelle del distretto di Vladimir-Suzdal (XII-XIII secolo), sono affollate di bestie curiose e latamente araldiche, con strette connessioni nel disegno legate allo stile scita. Il modello degli Sciti come archetipo dell'identità nazionale russa fu fecondo anche nelle arti: «La sagra della primavera» («Весна священная», 1913) di Igor Stravinskij (Игорь Стравинский) e Nikolaj Roerich (Николай Рерих) trae ispirazione dalla Russia pagana; è del 1914 la «Suite Scita» («Скаифская Сюита») di Serghej Prokofiev (Сергей Прокофьев). Il pittore David Burljuk (Давид Бурлюк) sosteneva l'importanza, per la Russia, di un'arte barbarica autoctona capace di ispirarne gli artisti, svolgendo un ruolo analogo a quello delle arti primitive per il «Cubismo» («Кубизм»). Lo scrittore Boris Pilnjàk (Борис Пильняк) descrisse nel romanzo «L'anno nudo» («Голый год», 1922) una comune anarchica nei pressi di un kurgan (курган).


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