«LA FONTANA DI BAKHCISARAJ» balletto di Boris Assafjev
«БАХЧИСАРАЙСКИЙ ФОНТАН» балет Бориса Асафьева
Bakhcisaràj o Bakhchisarai, in russo Бахчисарай, è la città molto conosciuta tra i russi per la sua associazione romantica con il poema di Aleksandr Pushkin «La fontana di Bakhcisaraj» (1822). Bakhcisaraj è una città della Crimea, ex capitale del Khanato di Crimea. L'unico palazzo esistente dei Khan di Crimea, attualmente aperto ai turisti come museo. La storia racconta che il Khan che aveva più di 70 anni si innamorò di una schiava polacca. Una delle sue mogli la uccise per gelosia e successivamente fu condannata alla pena capitale. Il Khan cadde in forte depressione, piangendo giorno e notte e dimenticando gli importanti affari di stato. Questa fontana è stata fatta come fontana di lacrime. Lo scrittore russo Aleksandr Pushkin visitò questa fontana ed ascoltò la storia. Rimase toccato da ciò e scrisse un lungo poema tanto che questa è diventata famosa in tutto il mondo. Qui, presso la fontana, ci sono sempre due rose, una rossa e una bianca. Questa pratica è stata iniziata da Aleksandr Pushkin. Aleksandr Pushkin ha iniziato a creare la «Fontana di Bakhcisaraj» nella primavera del 1821, dopo aver visitato la Fontana delle Lacrime nel Palazzo dei Khan a Bakhcisaraj nel 1820. La prima edizione di «Fontana di Bakhcisaraj» è stata pubblicata il 10 marzo 1824. Nel 1934 il compositore russo Boris Assàfjev (Борис Асафьев, 1884-1949) creò un balletto dello stesso nome, ispirato anche al lavoro di Aleksandr Pushkin.
«LA FONTANA DI BAKHCISARAJ» balletto di Boris Assafjev
TRAMA:
ATTO PRIMO: Nel castello del principe polacco Adam tutte le finestre sono illuminate per l'arrivo degli invitati al ballo. Escono nel parco Maria e il suo fidanzato Vàclav, felici del loro amore, sognando il matrimonio e un radioso futuro. Nel frattempo, nel parco si aggira una spia tartara, inseguita dalla guardia polacca. Al suono della polonaise, si succedono altere le coppie danzanti. Per primi si esibiscono Maria e suo padre. La polonaise viene seguita da una coinvolgente mazurka, ma le altre danze non sono da meno. All'apice dell'allegria, irrompe il comandante della guardia, annunciando terrorizzato che orde di Tartari hanno circondato il parco. Gli uomini imbracciano prontamente le armi, ma i Tartari sono ormai dappertutto. Nell'impari combattimento cade anche il principe polacco. Dal castello in fiamme riesce a fuggire Maria, scortata e protetta dal fidanzato Vaclav. Improvvisamente, si para loro davanti il khan dei Tartari, Ghirej (Гирей). Colpito dalla bellezza della ragazza, si ferma un attimo prima di trafiggere con la sua lama il povero Vaclav che cerca di difendere l'amata. Maria, su ordine del khan, viene catturata e rinchiusa nell'harem.
ATTO SECONDO: Nell'harem le concubine del khan festeggiano danzando, tra loro c'è anche Zarèma (Зарема), la favorita. Una marcia militare saluta il ritorno vittorioso dell'esercito del khan e le concubine si precipitano ad accogliere il loro signore, prima fra tutte Zarema. Tuttavia i pensieri di Ghirej sono occupati dall'immagine della bellissima prigioniera e persino l'infuocata danza di Zarema lo lascia indifferente, gettando la ragazza nella più cupa disperazione. Per Maria, i giorni passano nella nostalgia per la patria perduta, la presenza di Ghirej non la rallegra, neppure la spaventa: è ormai indifferente a tutto. Ghirej la implora di amarlo, le racconta la sua passione per lei, solo con lei riesce ad essere paziente e buono.