Costumi e tradizioni - «LA MAGIA DEL CERCHIO» altamarea - Mercoledì, 03 Agosto 2016, 13:16 Oggetto: «LA MAGIA DEL CERCHIO»
Il cerchio nel ballo
Il cerchio figura come altre figure geometriche ricorre in numerose culture e viene associato a significati simbolici diversi ed anche all’interno di una stessa cultura tali significati cambiano a seconda delle epoche. Desidero soffermarmi nel cerchio costestualizzato nel ballo tradizionale che ricorre tantissimo sia nella cultura Russa - Cosacca e delle genti Caucasiche sia nella tradizione dei balli Sardi.
"tratto dal sito:http://www.massacritica.eu/danze-e-tradizioni-popolari-delle-terre-di-russia/4939/"
Il cerchio nel ballo Russo:
I popoli slavi di Russia hanno sempre espresso con la danza l’amore e l’attaccamento alla terra che abitavano, con melodie e canti intrisi di nostalgia e di pathos. Le danze tradizionali sono state tramandate sin dalle epoche pagane e sono rimaste anche dopo la cristianizzazione, fatta coincidere con l’opera dei santi Cirillo e Metodio, primi evangelizzatori nel IX secolo delle taighe che si estendono fino agli Urali. Successivamente, quando il mitico Zar Pietro il Grande riuscì a riunire i molteplici potentati sotto una unica corona, anche la danza venne da lui considerata fondamentale per dare un’identità unica al popolo russo.
Trojka
Nonostante negli stereotipi che si sono formati nell’immaginario collettivo emerga spesso il ruolo del maschio, con coreografie veloci ed acrobatiche, in realtà è più centrale la figura della donna. Ad esempio, la Trojka( dal russo Тройка) è ispirata al tipico calesse o slitta russi, trainati da tre cavalli affiancati. Questa danza viene ballata in cerchio da gruppi di tre danzatori, un cavaliere e due dame, che si tengono per mano all’altezza delle spalle. Ciascun gruppo procede a passo cadenzato veloce in senso antiorario, al sedicesimo passo la dama di destra passa sotto il ponte formato dalle braccia del cavaliere e dell’altra dama: il cavaliere la segue senza lasciare le due dame, ruotando su se stesso fino a tornare alla sua posizione centrale
L’altra dama fa la stessa cosa. A questo punto il terzetto compie un giro su se stesso in senso antiorario, sempre tenendosi per le mani o posando le stesse sulla spalla degli altri danzatori, facendo perno sul piede sinistro. Al termine si batte tre volte il piede a terra e si procede in senso orario, girando sul piede destro. Alla fine tutti e tre battono forte i piedi tre volte e il cavaliere si sposta tra la coppia di dame che lo precede e il movimento ricomincia daccapo. Accompagnato da una melodia festosa e allegra, rappresenta le passeggiate tra i boschi e i primi corteggiamenti fra i giovani in primavera, quando il sole torna a scaldare la terra sciogliendo la neve ed i cuori dei giovani. In questo video ne viene dato un buon esempio:
Anche la Khorovod (in russo Хоровод) è un ballo in cerchio, solitamente danzato dalle donne,più aggraziato e lento, spesso accompagnato da un coro (la parola infatti è composta da khoro, che indica il coro di voci, con vod, che indica il movimento in cerchio) e dal suono dell’immancabile balalaika, lo strumento a corde che forse meglio rappresenta la tradizione musicale russa. Forse la più antica delle forme di ballo popolare, simboleggia il cerchio del sole e veniva anticamente danzata già in era precristiana per celebrare il solstizio d’estate, ma in realtà veniva danzata lungo tutta la bella stagione. La danza solitamente iniziava con due o tre ragazze che incominciavano a danzare nel mezzo di una strada del villaggio, a cui man mano se ne aggiungevano altre, mentre i ragazzi accompagnavano con strumenti e coro. Durante i giorni di festa poteva diventare un ballo di massa: le ragazze da un lato iniziavano cantando canzoni popolari, a cui rispondevano i ragazzi introducendosi nel canto con rime create sul momento. Una volta che le ragazze iniziavano il cerchio, anche i ragazzi si univano nella danza. Di volta in volta una ragazza si staccava e raggiungeva il centro del cerchio, guidando il canto delle altre e accompagnando le movenze con un fazzoletto ricamato in una mano. Nelle forme più raffinate i passi e il portamento potevano essere così aggraziati e impercettibili da far pensare al movimento di un carillon.
Schema tipo dei balli Khorovod.
Il khorovod era un modo rituale per far incontrare le ragazze in età da marito con dei possibili pretendenti, tanto che veniva proibito alle ragazze più giovani di partecipare al khorovod finché le sorelle maggiori non avessero trovato un buon partito e si fossero fidanzate… naturalmente ognuna indossava il vestito più bello che aveva per partecipare a un khorovod, perché questa danza costituiva un vero avvenimento sociale, oltre che un divertimento, tanto che venne a lungo danzata anche nei quartieri delle grandi città, una volta iniziata l’era dell’industrializzazione e dell’inurbamento anche per la Russia, a partire dalla seconda metà dell’ottocento. A questi link è possibile vedere forme tradizionali e più evolute di khorovod.
altamarea - Mercoledì, 03 Agosto 2016, 13:59 Oggetto: Re: LA MAGIA DEL CERCHIO
Barynya
Meno coreografica e formale, la Barynya (Барыня) è una forma di danza appartenente alla cultura sia Russa che Ucraina e si basa su un ballo a coppie maschio-femmina oppure anche dello stesso sesso in cui si alternano la recitazione di Chastúshka (часту́шка), versi in rima spesso di contenuto umoristico e piccante, con passi di danza, dove spesso il maschio mette in mostra le sue doti fisiche alle ragazze con salti o mosse veloci ed atletiche. Forse ormai la mossa più conosciuta della danza russa, il vprisyadku (вприсядку) con cui il cavaliere mostra alla dama la sua valenza fisica e il suo entusiasmo: i ragazzi stando accovacciati e con le braccia incrociate sul petto, continuano a alternare le gambe in un movimento in avanti, restando però in equilibrio e seguendo il ritmo frenetico della musica. Spesso nei balli dei Cosacchi o dei cavalieri ucraini vengono utilizzati pugnali e sciabole, con mosse che mimano le azioni in battaglia a difesa della patria. Durante la rivoluzione del 1917 ne vennero anche creati a contenuto politico e propagandistico, tanto per far capire l’importanza nella cultura popolare di questo ballo. Forse tra le melodie più conosciute su cui viene ballata la Barynya è la canzone tradizionale Kalinka, un motivo prima lento lento e via raggiungere un ritmo forsennato e ed entusiasta. Portata al successo internazionale nella versione fatta dal coro dell’Armata Rossa (oggi Armata Russa, dopo la fine dell’URRS) forse una delle melodie russe più conosciute. Ecco un paio di esempi di una classica Barynya, compresa la famosa Kalinka
altamarea - Mercoledì, 03 Agosto 2016, 14:41 Oggetto: Re: LA MAGIA DEL CERCHIO
Kazatchoc
Altre forme legate alla più alla tradizione della canzone melodica e romantica sono la Kamarinskaya (Kамаринская) e il Kazatchoc (Kaзaчoк). La prima è un genere in cui il ballo è diviso in tre fasi, normalmente molto veloci e ripetitive, accompagnate dal suono immancabile della balalaika. Il passaggio da una fase e da una melodia all’altra viene lasciato alle variazioni e all’improvvisazione dei suonatori. La seconda è un ballo in linea di coppia uomo-donna, in un crescendo di ritmo, in cui la donna conduce e l’uomo segue. Le variazioni nelle figure e nei movimenti vengono indicate col battito delle mani o dei piedi al suolo. Molta fama di queste due danze, appartenenti sia mondo Ucraino che a quello Russo, si deve all’opera di compositori quali Mikhail Glinka e Pyotr Ilych Tcaikovsky, che scrissero arie che finirono per identificarsi con questi generi stessi. Ecco un esempio di Kamarinskaya
altamarea - Mercoledì, 03 Agosto 2016, 19:32 Oggetto: Re: LA MAGIA DEL CERCHIO
Danze cosacche
Le danze Cosacche provengono invece dalla tradizione dei mitici cavalieri Cosacchi (Kozachok, in ucraino Козачок). A parte quelle di coppia, appartenenti più al mondo russo e all’idealizzazione del mito cosacco, le danze dei cavalieri Cosacchi rispecchiano la loro storia iniziale di cavalieri nomadi, alla ricerca di preda. Dopo la loro conversione al cristianesimo, vennero utilizzati dagli Zar russi come cavalleria veloce, spediti spesso ai confini dell’Impero come forza di sicurezza. La loro storia contrastata di fedeltà e ribellioni alla corona russa ha spesso influenzato anche la cultura dei Cosacchi, che già nel XVIII secolo avevano cessato di esistere come gruppo etnico autonomo, subendo nelle varie regioni l’unione con altre popolazioni e diventando essi stessi quasi stanziali… spesso nelle danze cosacche l’influenza militare si vede nella presenza delle armi bianche, specie le sciabole, usate per simulare duelli rituali.
Il vprisyadku (вприсядку) che avevamo già visto prima, ovvero la prova di abilità di estendere le gambe in rapida alternanza mentre si sta in equilibrio accovacciati è molto presente, così come la Hopa: si tratta di una danza sociale, di gruppo, un tempo completamente maschile, che celebra l’addestramento militare, l’affiatamento in battaglia… e anche le baldorie con cui si celebravano le vittorie sul campo di battaglia. Spesso i danzatori si tengono assieme con le braccia sulle spalle, simulando degli ubriachi che si aiutano vicendevolmente a stare in piedi. Il tempo di questa danza varia spesso, segue l’improvvisazione di suonatori e danzatori, fatta di movenze rapide e coordinate. E soprattutto di salti acrobatici, dal verbo ucraino hopaty (гопати) che significa saltare. Infatti, ancora oggi quando saltiamo o facciamo un movimento atletico commentandolo con un “Hop-la”, inconsapevolmente citiamo anche noi i danzatori Cosacchi.
altamarea - Mercoledì, 03 Agosto 2016, 22:10 Oggetto: Re: LA MAGIA DEL CERCHIO
Lezginka
La danza lezgi è una Danza popolare del Lezgini e della Caucaso. Viene ballata sia da uomini soli, sia da coppie uomo-donna (l'uomo effettua la danza detta dell'aquila, la donna quella del cigno).
Questa danza ha nomi diversi a seconda della regione in cui è praticata. danza lezgi (Лезгинка) è il nome russo,in lingua lesga viene chiamata Lezgi k'u'l o Lek'erin k'u'l (Лезги кьуьл o Лекьерин кьуьл), in Georgia lekuri (ლეკური) ed in Turchia Kafkas Oyunları (danza caucasica).
Il "lezgi" danza veloce è l'unico ballo comune a tutti i popoli del Caucaso, ma ogni nazionalità balla in modo diverso. I due tipi sono: ballo della Montagna o Highlander e danza Lyrical Montagna danza nasce dalla gente del Caucaso originario delle zone di montagna, ogni nazionalità ha la propria piccola variante. Ci sono poche variazioni di questo tipo di danza. E 'probabilmente il più duro e una delle più belle danze.
Si tratta di una danza in cui si cambia posizione, letteralmente, in meno di un secondo.
In Caucaso del Nord questa è una danza pura per uomini. Ma in Georgia le donne hanno una versione di questa danza, che non è affatto allo stesso modo si balla in coppia.
La danza lirica può essere affrontato in due modi, danza orientale e occidentale. La danza orientale è piuttosto tradizionale e proviene anche da Vainakhs. La danza e' in coppia un uomo e una donna rappresentano percorso del Sole e della Luna.
L'uomo tiene le braccia sparsi in una posizione a croce a simboleggiare il sole sorgere e tramontare. Il suo braccio piegato tenendo premuto al petto la mano, l'altro braccio proteso verso il lato designa il sole nel suo movimento. Quando punta di piedi con le braccia alzate sopra la testa, l'uomo personifica il sole allo zenit. Abbraccia la vita del suo partner senza toccarla per descrivere eclissi lunare. Le violazioni del galateo nella danza porta conseguenze morali. Occorre ricordare che sono popolazioni di religione Musulmana quindi l'uomo non puo' toccare la donna mentre balla, anche quando e' un suo parente stretto. Entrambi mantengono posizione eretta e distanziata. L'uomo da inizio alla danza, e la donna finisce. In coppia danza, l'uomo non puo' lasciare il sito per primo per non essere accusato di mancanza di rispetto della sua partner, la danza delle donne era ornato con gesti delle braccia e delle spalle, mentre la danza degli uomini ha richiede la massima forza espressiva. Il ballerino ha esprime i suoi sentimenti solo una volta, quando la danza ha raggiunto il suo picco nel mezzo-nell'istante che ceceni denominato "Bokh 'BogIar". Questo è quando sta in punta delle dita dei piedi e fa diverse mosse.
C'è una differenza tra la danza dei Vainakh e del Daghestan in questa danza e che è un insieme di mosse che nel Daghestan fanno spesso, mentre Vainkahs non fanno. Danza occidentale proviene da circassi ed è conosciuta come Qafa, e la danza veloce come Lhaparise \ Shishen \ Qajeh.
Tradizionalmente la danza progredisce relativamente lo stesso come la danza orientale, ma con l'enorme differenza che uno non si alza in punta dei piedi, questo è come un segno di modestia e rispetto e che il vostro amore sia sempre più forte ed eterna e che non vi è alcun punto in cui vi piacerà di più. È anche molto più lento. Anche se oggi la danza tradizionale non è così comune ed è piuttosto normale per ballare la danza del Nord-est solo con alcuni di loro di posizioni e movimenti. In osseto "SIMD" è uguale al il "Qafa" solo di nome diverso.
Versione dell'Islamey del “The Narts Dance Ensemble” (Cabardino-Balcaria).
altamarea - Mercoledì, 03 Agosto 2016, 22:59 Oggetto: Re: LA MAGIA DEL CERCHIO
Il ballo Sardo
Il Ballo sardo (su ballu sardu), identifica la totalità delle tipiche danze che si ballano in Sardegna.
Può tuttavia sottintendere una danza specifica, quella maggiormente diffusa, che corrisponde al nome di Ballu Tundu (Ballo Tondo), A Passu Torrau (A Passo Ritornato), Ballu Seriu (Ballo Posato), e altri, a seconda della zona presa in considerazione.
Questa tradizione è stata tramandata oralmente per generazioni, ed attualmente è una delle più ricche e interessanti d'Italia e del Mediterraneo.
Sulle origini del ballo sardo non si sa molto.
Si ritiene che possa derivare dalle cerimonie sacre preistoriche celebrate per propiziarsi una caccia abbondante o un buon raccolto, e che rappresentasse non solo un divertimento, ma fosse anche l'espressione di una collettività.
Tale teoria sarebbe confermata non solo dall'uso delle launeddas per accompagnare le danze, ma anche dal loro legame col fuoco: ancora oggi, infatti, alla vigilia di alcune feste paesane si preparano i fuochi, intorno ai quali si danza. Inoltre la figura fondamentale eseguita dai ballerini è il cerchio in cui tutte le coppie si tengono per mano (“a manu tenta”), e dal punto di vista ritmico e melodico vi è uno stretto legame tra chi esegue la musica e chi la balla, cosa che confermerebbe l'importanza dell'unione comunitaria durante i momenti più significativi di aggregazione sociale.
Non è chiaro se all'inizio fosse la voce dell'uomo oppure l'accompagnamento strumentale a guidare il ballo. È invece certo che l'accompagnamento a più voci (Canto a tenore) è di uso più recente.
Il ballo sardo richiede un'alta specializzazione tecnica di suonatori e ballerini. Durante il ballo tutti i danzatori si tengono per mano o per le braccia formando un cerchio che ruota in senso orario. Il movimento di base, è un assecondamento ritmico simile ad un sussulto cui partecipa soprattutto il tronco, sul quale si innestano i vari passi, ognuno dei quali corrisponde in modo stretto al ritmo musicale, e che devono essere compiuti con compostezza: la parte superiore del corpo deve essere mantenuta rigida, mentre la mobilità è affidata esclusivamente agli arti inferiori.
La maggior parte dei balli sardi tradizionali si suddividono in due principali famiglie: danze mono-strutturate e danze bi-strutturate, differenziate grosso modo dall'uso di due ritmi differenti (seriu e allirgu).
Le danze monostrutturate, di origine più antica, prevedono un andamento ritmico e di movimento omogeneo. Sono eseguite in genere sulle launeddas, sul canto monodico o sul canto polifonico dei tenores senza cambio di tonalità.Fanno parte di questo genere:
su ballu seriu (letteralmente "il ballo posato");
su passu torrau (letteralmente "il passo ritornato");
su ballu tsoppu (letteralmente "il ballo zoppo");
su ballu gabillu (letteralmente "il ballo montagnino");
su passu ‘e trese. (letteralmente "il passo a tre")
Gli strumenti più utilizzati per l'esecuzione del ballo sono l'organetto diatonico, l'armonica a bocca, le launeddas (antico strumento sardo), la fisarmonica, e diversi tipi di flauto in canna. Altri strumenti vengono utilizzati, ma con minor diffusione.
Talvolta la danza viene ritmata dal canto a tenore o dal cantu a chiterra (boghe 'e ballu). Nella barbagia e nel Nuorese viene prevalentemente utilizzato l'organetto diatonico e nel campidanese viene utilizzata la fisarmonica. Le launeddas vengono utilizzate sia per il ballo sardo e sia per accompagnare le processioni ecclesiastiche.
altamarea - Mercoledì, 03 Agosto 2016, 23:55 Oggetto: Re: LA MAGIA DEL CERCHIO
su ballu seriu (letteralmente "il ballo posato o ballo antico
Su ballu antigu
Simile a su ballu tundu, da cui differisce solo sulle note che risultano più lente e cadenzate, è il ballo più antico e che ha subito meno trasformazioni nel tempo. Veniva ballato in piazza in occasione di feste paesane, coinvolgendo persone di ogni età e ceto sociale. Si tratta di un ballo molto semplice, perciò facilmente eseguibile da tutti, accompagnato dalla voce singola o dal canto a tenore.
altamarea - Giovedì, 04 Agosto 2016, 00:22 Oggetto: Re: LA MAGIA DEL CERCHIO
Danze bistrutturate
Le danze bistrutturate sono formate da una parte lenta (sa seria o su passu) e da una più vivace e su toni melodici più alti (sa lestra o brincada) in cui i ballerini elevano i passi immettendo salti, battute di piedi e aumentando il drinnire.
Fanno parte di questo genere:
sa danza
su ballu brincadu
su ballu sàrtiu
su dillu o dìllaru o dènnaru
su bìcchiri
sa logudoresa
Ballu Brincau che significa Ballo Saltellato dal ritmo veloce e allegro nel quale il ballerino da sfoggio della sua bravura, viene utilizzato l'organetto.
altamarea - Giovedì, 04 Agosto 2016, 00:51 Oggetto: Re: LA MAGIA DEL CERCHIO
su dillu o dìllaru o dènnaru o Su Ballu Curridore
Prevalentemente eseguito durante i matrimoni, viene eseguito con una coreografia che prevede intrecci, serpentoni e chiocciole ed è accompagnato dall'organetto o dall'armonica a bocca. A volte viene anche chiamato “dillu”
Ballo originario del Goceano composto da un solo movimento che consiste in due saltelli sul piede destro e due sul piede sinistro.
Di derivazione profana, pare venisse anticamente eseguito come forma di scongiuro per le vittime della puntura della malmignatta (s'argia o arza), un ragno velenoso, per allontanare il pericolo della morte.
Tale ipotesi sarebbe suffragata non solo dal fatto che da esso deriva su ballu 'e s'arza (il ballo della malmignatta), eseguito a passo di dillu, ma anche dal nome stesso del ballo.
La parola dillu sarebbe infatti una contrazione di "dilliriu" che significa delirio; inoltre le parole che accompagnano spesso la danza "dilliri, dilliri, dilliriana", richiamano per assonanza la stessa parola "dillirium”.
Una seconda ipotesi invece fa risalire il nome del ballo da "dillisu" (“beffa, scherno”) e sostiene che nei tempi antichi il ballo venisse eseguito dopo una razzia di bestiame ("bardana") come festeggiamento per essere riusciti a beffare i proprietari della mandria.
altamarea - Giovedì, 04 Agosto 2016, 00:58 Oggetto: Re: LA MAGIA DEL CERCHIO
Balli di Oliena - Su durdurinu -s’arciu, s’arciu hantihu
s’arciu, s’arciu hantihu e su durdurinu sono assai impegnativi. Essi sono tutti molto antichi e tipici della tradizione di Oliena. Si sono conservati nel tempo e tramandati di padre in figlio
In particolare su durdurinu, il ballo di Oliena per eccellenza, è il più antico e misterioso. La sua origine, probabilmente pagana, è ignota. Esso è ballato da abili ballerini accompagnati da una voce monodica che a tratti si intervalla con il ritmo dei passi.
Ancora oggi è tradizione eseguire questi balli in piazza in occasione di feste religiose, matrimoni, carnevale o qualunque altro evento che si voglia “solennizzare”.
I balli vengono accompagnati dal suonatore di organetto, dal canto a tenore o da una voce monodica.
altamarea - Giovedì, 04 Agosto 2016, 01:11 Oggetto: Re: LA MAGIA DEL CERCHIO
A Passu Torrau (A Passo Ritornato) o Sa Mamojadina,
Ballo originario di Mamoiada, le persone anziane dei paesi vicini, Orgosolo, Oliena, Nuoro, Ollolai, ancora oggi lo chiamano sa Mamujadina, pare si sia diffuso in occasione dei festeggiamenti in onore dei santi Cosma e Damiano, che per l'occasione venivano ospitati nelle 'umbissias (stanzette), i novenanti del circondario che vi soggiornavano per l'intero mese di settembre. Attualmente questo ballo si è diffuso in tutta la Sardegna, e non c'è gruppo che non intona una canzone con queste note. Prevede passi in avanti in cui si inserisce "la corsa", una serie di passi avanti seguiti dal ritorno sul passo precedente e "s'intrada" con due inchini, quando è doppia si esegue il doppio inchino al rientro nel cerchio (torrau = ritornato).
Viene formato prima il ballo tondo, dopo di che gli organizzatori (SU SOTZIU) fanno uscire le coppie al centro, ogni tanto ordinano il cambio, fanno rientrare l'uomo nel cerchio, e la donna ne sceglie un altro sempre dal cerchio, dopo un po' si inverte e mandano a posto la donna e così via, nessuno può uscire senza l'ordine. Danzato in coppia o (più raramente) da gruppi formati da un uomo e due donne eseguendo flessioni sulle ginocchia e tenendo le braccia strettamente aderenti al corpo e ripiegate sui gomiti.
Il numero delle coppie o dei gruppi che ballano sui palchi (in genere sei o otto) deve essere sempre pari per permettere determinate figure coreografiche.
In origine nasce a voce o accompagnato da Su 'Ussertu, attualmente con diversi strumenti: organetto diatonico, fisarmonica, armonica a bocca, trunfa.
I ballerini lo eseguono a piccoli passi senza sollevare le gambe da terra, sfiorando il suolo con le scarpe, disposti sempre a formare un cerchio (tundu = tondo).
A discrezione delle persone che spesso coordinano e “guidano” il ballo, possono far danzare singole coppie all’interno del cerchio che si è formato (a su ballu vohau) e, a turno con l’alternarsi fra uomo e donna, si danno il cambio con chi è rimasto all’esterno.
Non rara, in altri tempi, la doppia o tripla fila di ballerini in cerchio (ballos a tre piza, a tre strati) dovuto alla massiccia presenza di persone partecipanti sia in locali chiusi o all’aperto in piazza.
Il ballo è caratterizzato da due movimenti fondamentali:
uno serioso, calmo;
l’altro prevede “s’intrada” (“entrata” verso l’interno del cerchio), cioè dei piccoli passi in avanti subito seguiti dal “ritorno” sui passi precedenti (torrau = ritornato); prima dei passi indietro, tutta la schiera di ballerini esegue due brevi flessioni generali sulle ginocchia (quasi degli inchini). L’avviso per questa piccola coreografia viene dato discretamente e senza movimenti plateali, cioè con una pressione alla mano già stretta del compagno/a, una invisibile “comunicazione” che ogni ballerino passa velocemente all’altro.
Su passu torrau viene ballato in piazza o al chiuso in occasione di feste paesane, coinvolge persone di ogni età e ceto sociale. Si tratta di un ballo semplice, perciò facilmente eseguibile da tutti, accompagnato anticamente solo dalla voce singola e dal canto a tenore, ora sopratutto dall’organetto diatonico, dalla fisarmonica e dall’armonica a bocca.
altamarea - Giovedì, 04 Agosto 2016, 01:40 Oggetto: Re: LA MAGIA DEL CERCHIO
Sa danza
Originario del Mandrolisai, viene danzato a coppie disposte l'una di fianco all'altra che si tengono per mano tenendo le braccia semiflesse. Il passo base è composto da due saltelli sul piede destro, a cui segue un inchino con appoggio sul piede sinistro ed una serie di passi laterali verso sinistra o verso destra in cui ad un passo semplice segue un passo in cui viene portato avanti il piede sinistro, quindi si avvicina il piede destro riportandolo immediatamente in avanti. Per tale ragione è considerato uno dei balli più impegnativi e faticosi.
altamarea - Giovedì, 04 Agosto 2016, 02:32 Oggetto: Re: LA MAGIA DEL CERCHIO
su ballu Cabillu (letteralmente "il ballo montagnino");
Cabillu: Nuorese. Detto nel Campidano per indicare il "Nuorese" (di Nuoro o Provincia.) Balli del Sud della Sardegna che interpretano i balli del Centro Sardegna.si usa chiamare " cabillu"
Questo è un ballo o riginario del centro Sardegna, Barbagia , Baronie, Goceano, Mandrolisai.
Il passo base di questo ballo è presente anche nel campidano a partire dalla II metà dell’ 800, quando venne introdotto dai pastori barbaricini che giunsero dall’ interno dell’ isola per la transumanza.
I campidanesi lo chiamarono “ Ballu Cabillu “ per distinguerlo dei loro balli.
altamarea - Giovedì, 04 Agosto 2016, 02:48 Oggetto: Re: LA MAGIA DEL CERCHIO
Ballo Maurreddinu
I maureddini, oggi sardi, erano popoli della Mauritania stanziati nel Sulcis e nel Campidano di Cagliari. Si ricorda in particolare il trasferimento d'epoca bizantina di Màurii o Maurusii, popolazioni berberi ribelli che si mescolarono ai nativi, operata nel V secolo per volere del figlio di Godigisel, Genserico re dei Vandali e degli Alani. Oggi scherzosamente si usa indicare con maureddus o maureddinos tutti quei sardi che hanno la pelle scura, color olivastro o abbronzata, ma è un errore.
In Sardegna ben prima della loro venuta, c'erano stati trasferimenti punici e romani di contadini libici e di altri popoli nord-africani. I tratti somatici di certi sardi, pertanto, potrebbero non avere alcun legame con il popolo in questione. Pare che questi Mauri (definizione generica per indicare gli abitanti delle le varie mauretanie d'epoca romana) fossero in realtà
dei Cabìli (Cabìlia) per niente scuri di pelle... i vandali ne trasferirono in Sardegna una parte per liberarsene, c'è chi dice con compiti di polizia sui nativi...
Curiosamente nel sud sardegna si è usi chiamare i sardi del centro-nord Cabillus.
Ballo molto antico, ballo serio e particolare differisce dagli altri balli Sardi per le pause e batter di tacchi degli uomini per poi riprendere il passo consueto, ballo che richiede molto compostostezza ed eleganza.
altamarea - Giovedì, 04 Agosto 2016, 09:34 Oggetto: Re: LA MAGIA DEL CERCHIO
Ballu Campidanese a Scampitta
Ballo dove e' l'uomo il protagonista con la sua espressione di bravura nel muovere i passi, Su ballu a tir’e pei e sa sciampitta o a sa scellerata
Attenendosi a testimonianze risalenti al 1700, a Quartu e dintorni si esegue una particolare lotta, usata per risolvere diversi problemi: due uomini, tenuti ognuno da due “padrini”, si sfidano cercando di colpirsi con calci alle gambe e agli stinchi. Questa lotta è stata abbandonata, ma ne è rimasto il segno indelebile nel ballo, dove i calci vengono sostituiti da passi di danza. Sa sciampitta può essere intesa come una sfida di danza tra abili ballerini.
altamarea - Giovedì, 04 Agosto 2016, 10:12 Oggetto: Re: LA MAGIA DEL CERCHIO
È impossibile indicare una data d’origine ai balli popolari sardi, anche perché al riguardo non esistono testimonianze. Certo è che risalgono a tempi immemorabili, ed inizialmente gli si attribuiva un significato magico. Molti di essi, infatti, sono, allo stesso tempo, ritmiche cantilene malinconiche e riti orgiastici. I più antichi sono, senza dubbio, quelli “in tondo”, che vanno accoppiati sia alle launèddas, sia al fuoco collocato al centro di un gruppo di ballerini; essi vi formano attorno una catena circolare, in evidente connessione, appunto, al culto pagano del fuoco che, peraltro, ancora oggi trova modo di manifestarsi nelle ricorrenze in cui si accendono i falò, in particolare il 16 gennaio, vigilia di Sant’Antonio abate. Non a caso, questo è definito Sant’Antoni de su fogu.
Lo studioso Giovanni Lilliu vede nel ballo “una vera orgia mimico-musicale propiziatrice d’amore”, abbastanza vicina ad una danza rituale magico-erotico-sessuale. Per Padre Bresciani, invece, il ballo tondo sarebbe una reminiscenza del culto di Adone: vi si può notare, egli sostiene, il pianto delle feste Adonie e la disperazione delle donne sul corpo del giovane (che nel ballo sta al centro della catena) ucciso dal cinghiale e resuscitato per l’intervento di Proserpina. Alla base di tutto, comunque, sembra esserci il culto fallico fecondatore, che si rivela in molte usanze della Sardegna.
Per la maggior parte degli studiosi il ballo sardo è di origine greca: “Le danze greche, cristianizzate dalla Chiesa ortodossa, divennero una cerimonia speciale del culto; si mantenne vivo a lungo in tutti quei paesi che facevano parte dell’Impero bizantino”.
In linea di massima, i balli sardi possono essere suddivisi in due tipi: rituali ed erotici. Le differenze fra gli uni e gli altri sono assai evidenti. I balli rituali si basano soprattutto sul cerchio che ruota, una figura presente sia nelle danze del mondo contadino sia in quelle del mondo pastorale. Il passo è uguale per uomini e donne, per quanto non sia obbligatoria la differenza di sesso per formare la coppia.
A distinguere i balli erotici è, innanzi tutto, il fatto che si effettuino in coppia uomo-donna ed in catene di coppie. Talvolta l’uomo può ballare con due o più donne. Il passo varia sia fra ballerini di diverso sesso, sia fra le due aree culturali. Fondamentalmente, il ballerino esegue il passo più complicato ed appariscente, mentre la donna lo accompagna con un passo più facile. Il ballo erotico del mondo contadino prevede, inoltre, passi brevi ed intricati; intrecciati e strisciati da parte degli uomini, quasi scaturissero da una volontà di esibizionismo. Lo stesso ballo nel mondo pastorale si esplica con un passo saltellato e rivolgendo particolare attenzione alla coreografia. In tutti i casi, rompere la catena dei ballerini è considerata un’offesa tale che anticamente poteva essere punita con la morte.
Il ballo più diffuso nell’isola è su ballu tundu (il ballo tondo) o duru-duru, certo il più semplice, imperniato su un cerchio che si scompone ma al quale si torna inevitabilmente, dopo ogni variazione coreografica. Questo potrebbe esser considerato il ballo sardo per antonomasia (non a caso viene chiamato anche ballu sardu), sia perché sembra che, in tutta l’area mediterranea, venga praticato solo in Sardegna, sia perché in esso il profano tende ad identificare tutti i balli dell’isola.
Da molte parti si balla su passu torràu (il passo che ritorna), detto anche ballu sèriu (ballo serio), una danza imponente, caratterizzata da un passo che si ripete e si conclude con una genuflessione. Le figure, però, variano leggermente da un paese all’altro.
In tutto il Campidano di Cagliari è diffuso anche su ballu ‘e sa stella (il ballo della stella) che, come si rileva dalla stessa definizione, vede i ballerini disposti a forma di stella.
Pure campidanese è sa sciampìtta (il passo incrociato): un ballerino, sorretto da altri due, effettua una serie di acrobazie agitando le gambe verso l’alto al ritmo della musica, mentre gli altri componenti del gruppo ballano sullo sfondo con passi incrociati, un po’ strisciati ed un po’ sulla punta dei piedi. Questo ballo spettacolare troverebbe origine in un duello, praticato anticamente a Quartu Sant’Elena, nel quale gli avversari, sorretti dai propri padrini, utilizzavano solo i piedi per tirarsi calci. Oggi quel tipo di scontro è ormai scomparso, ma il ballo che ne è derivato continua a ricordarlo anche con le definizioni, meno in uso, di su ballu de tirài de pei (il ballo a tirar di piedi) e a sa scelleràda (alla scellerata).
Un curioso cerimoniale funge da filo conduttore in su ballu ‘e cumbìru (il ballo dell’invito). L’uomo invita la fanciulla a ballare ma questa rifiuta. Invito e rifiuto si ripetono diverse volte finché la dama acconsente. I due si possono quindi sbizzarrire in un assolo, mentre tutto il resto del gruppo balla sullo sfondo col caratteristico passo del Campidano. Questo ballo può essere svolto con una variazione che si conclude lasciando un cavaliere privo di dama: è chiamato su ballu ‘e ogài, e cioè il ballo ad escludere. Divertente, e molto simile, è su ballu de lu ciùcciu (dell’asino), che si pratica a Stintino e vede nel ruolo dell’asino un cavaliere che, a causa delle esclusioni, finisce per ritrovarsi senza dama.
La sensazione di ballerini claudicanti dà il nome a su ballu inzòppu (zoppo), nel quale gli uomini saltellano velocemente, appunto come se zoppicassero. Una certa somiglianza si nota in su ballu de is ferrère. La traduzione letterale è il ballo dell’offerente, e si spiega in modo semplice: gli uomini ballano senza la dama con passo claudicante. Per poter fare coppia con una fanciulla debbono accostarla e darle un’offerta che, però, è destinata al suonatore. A questo tipo di esibizione si può assistere a Teti per i festeggiamenti in onore di San Sebastiano, l’ultima domenica di settembre.
Un altro ballo dell’offerente si effettua ad Ottana. È una selvaggia danza carnevalesca che si svolge attorno a s’affuènte un piatto di bronzo ed ottone al cui interno si sfrega una chiave, per ottenere un rumore ritmico. Il ballo ha un significato propiziatorio per auspicare un buon raccolto. Un cenno rapidissimo (se ne tratterà meglio fra le tradizioni del Carnevale) merita un ballo che rientra nelle tradizioni di Mamoiada. Si tratta di una processione danzata apotropaica (ossia in grado di allontanare un’influenza magica maligna) di cui sono protagoniste le maschere locali dei mamuthònes.
Il corteggiamento stava, invece, alla base di una danza in voga nel passato a Selegas. Una fanciulla sedeva al centro di un cerchio di ballerini e seguiva attraverso uno specchio le evoluzioni del suo corteggiatore. Sempre a Selegas è ancora praticato su ballu de su babbu de is òrfanas in cui un ballerino, nel ruolo di padre delle nubili, le invita, una alla volta, a sedere al centro del cerchio ed intesse le lodi di ciascuna di esse, finché gli altri ballerini si fanno avanti per un corteggiamento che, però, non sempre incontra favore.
Due danze decisamente erotiche sono sa arroxàda e su dillu (o dìllaru). Nella prima l’uomo può ballare contemporaneamente anche con tre donne, alternando il passo lento a quello turbinoso, con incroci che formano un nodo d’amore. La seconda accoppia un cavaliere a due dame e si esprime con compostezza quando è ballata da persone anziane, mentre lascia trasparire una certa scontentezza quando ne sono protagonisti i giovani. Sa arroxàda si balla ormai in tutta l’isola, ma le sue origini sono di Samugheo; su dillu, invece, è localizzato a Gavoi.
Circoscritto ad Oliena è s’àrciu, caratterizzato da una specie di salto; e saltellati sono pure su passu trincàu e ballu cabìllu, entrambi legati al mondo pastorale. Alla stessa cultura appartiene il ballo a boghe ‘e tenòres (a voce di tenori), così chiamato perché si svolge in stretta connessione col ritmo armonico del coro a tenòres, un canto che sostituisce egregiamente la musica strumentale. Questo ballo rituale è per lo più appannaggio degli uomini.
Testo tratto dal volume "Le tradizioni popolari della Sardegna" di G. Caredda, Editrice Archivio Fotografico Sardo
Zarevich - Venerdì, 26 Luglio 2019, 17:56 Oggetto: Re: LA MAGIA DEL CERCHIO
Mi piacerebbe rinnovare questo bel posto della nostra amica sarda!