«QUANTO COSTA ESSERE SCHIAVI DELLA NATO»
«КАКОВА ЦЕНА РАБСТВА У НАТО»
Sono Italiano nato nel dopoguerra in un paese, l’Italia, dove il nazismo ed il fascismo erano ufficialmente vietati. La XII disposizione finale della costituzione su cui si fonda la Repubblica Italiana, recita: «È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista». Questo vuol dire che la Repubblica a cui ho giurato fedeltà quando ho fatto il servizio militare è una Repubblica fondata sull’antifascismo. La vicenda ucraina, del golpe di Kiev, sostenuto con aiuti statunitensi ed europei, si è impressa nella mia mente come un momento di verità sullo stato delle libertà democratiche del mio paese.
Al governo ci sono gli eredi politici del vecchio partico comunista Italiano, quello che ha avuto come capo negli anni 50, Togliatti, un uomo così vicino all´URSS da meritare il nome di una città in Russia in suo onore,Togliattigrad.
Certo il PD (partito democratico) è solo un nipote lontano del PCI (Partito Comunista Italiano) ed anche nella bandiera del partito di colore rosso ce n'è rimasto pochino, ma nonostante questo ci si può ragionevolmente aspettare che l´Italia, per questi presupposti, avesse una posizione di forte critica nei confronti del governo apertamente filonazista ucraino.
Quindi potete capire la mia sorpresa quando, durante tutte le vicende ucraine, il governo italiano ha sostenuto il golpe di Kiev prima e poi ha chiuso tutti e due gli occhi sulla prima grande strage di matrice nazista in Europa dal 1945 ad oggi che è avvenuta il 2 maggio ad Odessa.
Di fronte a questi comportamenti che vanno contro il Dna politico sia della Costituzione repubblicana Italiana, sia del maggiore partito di sinista del paese, mi si pongono dei quesiti come cittadino italiano.
Cosa può far chiudere gli occhi, la bocca e le orecchie di fronte ad un golpe neonazista ed un delitto come quello del 2 maggio 2014 ad Odessa?
La risposta è la stessa che si ha quando un testimone di fronte ad un delitto tace, la paura.
In questo caso non si tratta solo di una paura fisica ma di qualcosa di molto vicino una paura politica, che costringe i portavoci di un Italia in teoria antifascista a rinnegare i propri stessi valori politici. Ma di chi ha paura l´Italia intera?
Il mio amato paese ha terrore di fare qualcosa che il grande alleato - padrone Statunitense non approvi, una paura che pervade tutti gli spazi della società. L’informazione da parte dei media sembra diretta più che dalla volontà d’informare il cittadino, da quella di compiacere un invisibile ma omnipresente padrone che fa capo ai vertici di Washinton. Niente può o deve essere detto che contrasti contro la linea atlantica dettata da questo occulto potere e niente possono anche gli oggettivi interessi materiali ed economici che legano l’Italia alla Russia.
Nel 2013 l’import-export italiano con la Russia ammontava a 30 miliardi di euro. Tutto, dignità, valori politici, libertà d'informazione, interessi economici può e deve essere immolato sull´altare dell´essere membro della Nato.
Questi comportamenti se li osserviamo in una prospettiva di oggettività li potremmo tranquillamente definire, con un termine che sovviene in maniera naturale «schiavitù». L’Italia non è libera di decidere in maniera autonoma, non ha un´informazione indipendente e che è ormai arrivata a nascondere fatti orrendi e macroscopici in ottemperanza alla fedeltà atlantica.
Può essere interessante constatare che i maggiori partiti italiani se si esclude il movimento di protesta 5 stelle, non presentano un programma di politica estera ai loro cittadini prima delle elezioni. In realtà è introvabile una qualsiasi direttiva sulla politica estera che non sia un comandamento di fedeltà religiosa alla Nato ed agli Usa suo unico padrone.
Il paese ha delle servitù tangibili, 113 basi degli Usa (pardon della Nato) sono presenti in pianta stabile nel paese dove si sono presentati nel 1945 come liberatori e sono diventanti occupanti stabilmente con una presenza media di 14.000 soldati americani nel nostro territorio. Soldati che quando compiono reati e parlo non di piccole cose ma dall’omicidio alla violenza carnale non vengono sottoposti a giudizio del tribunale italiano ma vengono riportati negli Stati Uniti per essere messi a giudizio di tribunali militari compiacenti.
Tutto con la quotidiana rassegnazione del mio popolo che accetta tutto questo con la rassegnazione con cui un contadino accetta un temporale od una tempesta di vento.
Seguendo le vicende del movimento di liberazione Antimaidan ho capito che la battaglia per la libertà intrapresa dei coraggiosi cittadini delle Repubbliche di Donezk e Lugansk è un esempio a cui il mio paese si dovrebbe ispirare per riconquistare l’indipendenza. Guardando al vostro coraggio ho avuto l’ispirazione per scrivere un libro dal titolo «Antimaidan» dove descrivo ai miei concittadini quello che i giornali italiani non gli hanno raccontato, il vostro coraggio, la vostra voglia d’indipendenza e di libertà dall’oppressione nazista, sono gli stessi valori che sono iscritti nella Costituzione del mio Stato e che la schiavitù agli americani ci sta facendo rinnegare.
Max Bonelli