Ogni concerto di Anna Tònceva è un viaggio nel passato musicale assai remoto. Il calendario professionale di Anna Tònceva è aperto sui secoli XVI-XVII. Lei è liutista. I suoi colleghi suonano gli strumenti musicali piuttosto anacronistici. Il mandolino è diffuso ancora oggi, in qualità di strumenti di percussione si può usare di tutto, qualunque cosa, compresi i gioielli femminili e i giocattoli per bambini.
Anna Tònceva (Анна Тончева) è la solista del complesso della musica antica «MADRIGALE» della Filarmonica di Mosca che suona lo strumento musicale vihuela de mano (o viola da mano). E inoltre suona il liuto, il mandolino, la chitarra barocca, gli strumenti antichi a fiato e a percussione. Nel suo repertorio entrano le composizioni del Rinascimento e del Barocco come Франческо Канова да Милано (Francesco Canova da Milano 1497-1543), Луис Де Нарваес (Luis de Narváez 1500-1560), Джованни Феличе Санчес (Giovanni Felice Sances 1600-1679, Алонсо Мударра (Alonso Mudarra), Гийом де Машо (Guillaume de Machaut 1300-1377), Джон Доуленд (John Dowland 1563-1626).
Nessuno poté ascoltare come cantavano i menestrelli medievali e che strumento musicale usavano.
A rigor di termini in quei tempi non c’erano delle partiture e degli spartiti nella nostra comprensione. Tutto il corpo del complesso musicale poteva variare.
Anna Tònceva dice: «In un manoscritto c’è una lingua del basso dove il compositore incicò le armonie di suoni. Nella prefazione lui scrive che si può suonare i tali strumenti, cioè arpe, mandolini, chitarre …. I musicisti di quelle epoche suonavano così liberamente come respiravano».
In questi giorni di agosto del 2009 al Palazzo del principe Sheremetjev OSTANKINO si svolgono «Le Stagioni di Sheremetjev» («Шереметевские Сезоны»). Il Festival annuale della musica antica. Nel quadro del Festival Anna Tònceva con i colleghi rappresenta il nuovo programma «CANTI DELLA VECCHIA EUROPA» («ПЕСНИ СТАРОЙ ЕВРОПЫ»). Anna Tònceva e i suoi colleghi musicisti improvvisano ridando vita non solo alla musica antica ma anche ai nomi completamente dimenticati come Giulio Abondare, Francisco de la Torre, Domenico Obizzi.