Film di Aleksandr Pròshkin (Александр Прошкин) sull'omonimo romanzo di Jurij Aràbov (Юрий Арабов).
Alla base del film secondo il romanzo e la sceneggiatura di Jurij Arabov c’è la storia accaduta nella città di Samàra nel 1956 che ha ricevuto in un secondo tempo il nome «L’arresto o la frenata di Zoja» («Стояние Зои»).
Si tratta di una ragazza, Zoja, che invitò della gente per il Capodanno. Il suo amico Nikolaj si lasciava anticipare, e Zoja desiderava molto ballare. Allora lei afferrò l’icona di San Nikolaj con le parole «Se Dio esiste che mi punisca!» («Если Бог есть, пусть он меня накажет!»), e si mise a ballare. La camera si riempì di rumore e di luce, tutti gli ospiti corsero via, solo Zoja rimase in piedi stringendo al petto l’icona. La ragazza diventò pietrificata, ma era viva, il suo cuore batteva. Restò in piedi per tre mesi. Di notte lei gridava: «Mamma! Chiedi la grazia! Periamo nei peccati mortali!». Lei restò in piedi fino alla Pasqua, poi la pietrificazione cessò e tre giorni dopo lei morì.
«Il film piuttosto toccherà i problemi morali che spirituali, perché l’idea principale del film è così: mentre noi siamo capaci di percepire il miracolo, noi siamo vivi» disse il regista del film Aleksandr Pròshkin.
Jurij Arabov scrisse il romanzo filosofico, il romanzo di come tutti gli uomini che hanno a che fare con «un miracolo», lo negano e lo respingono. Tutta la storia su Zoja o sul «miracolo a Samara» è una «scorza» o un’apparenza del romanzo scritto da Jurij Arabov. L’idea è in un profondo momento psicologico-filosofico che ci dice prima di tutto della nostra struttura umana. L’uomo contemporaneo è più probabile che non creda in un miracolo, persino metterà le sue dita nella ferita come l'apostolo Toma, perché l’uomo contemporaneo prova a vivere sul piano sdruccioloso, senza caricarsi con i pensieri seri.
Il romanzo di Jurij Arabov non pretende alla documentalità. La storia dell'immobilità di Zoja è una parabola, un’allegoria di quello che accadde nel XX secolo con la Russia. È una metafora di quello che accadde con il nostro popolo il quale si staccò da Dio, dalla fede e fu coplito, punito, ma c’è la speranza di rimettersi.
Il nuovo film di Aleksandr Proshkin suscita un gran interesse e c'è molta attesa. Per ora non è uscito nei cinema, ma nel mese di giugno 2009 prenderà parte al Festival Internazionale del Cinema di Mosca. «IL MIRACOLO» («ЧУДО») è il film seguente di Aleksandr Proshkin dopo il suo splendido film del 2007 «VIVI E RICORDA» («ЖИВИ И ПОМНИ») che ha avuto un gran successo.
L’autore del romanzo e della sceneggiatura del film di Proshkin è Jurij Aràbov (Юрий Арабов), nato a Mosca nel 1954. Jurij Aràbov è il famoso autore di soggetti e sceneggiature per il cinema e per la televisione, laureatosi come sceneggiatore al VGIK (Istituto statale pansovietico del cinema) nel 1980. Poeta e filosofo, decide di dedicarsi alla drammaturgia cinematografica, continuando a scrivere poesie e romanzi già nei primi anni Settanta.
Autore di numerose raccolte di poesie: «Простая жизнь» («Una vita semplice»), «Ненастоящая сага» («Una saga non vera»). Si posiziona come poeta metaforico e pubblica anche vari libri di prosa, tra cui romanzi «Bigbeat», «Юные годы Данте» («La giovinezza di Dante») e il libro storico-filosofico «Механика судеб» («La meccanica dei destini»). Ha vinto il Premio «Медный Всадник» («Il Cavaliere di Bronzo»), Premio «Apollon Grigorjev», Premio «Boris Pasternak» per la letteratura.
Nel 1976 ha conosciuto il celebre regista Aleksandr Sokùrov (Александр Сокуров). Hanno debuttato insieme nel cinema con «La voce solitaria di un uomo» («Одинокий голос человека» 1978). Dagli anni Ottanta, infatti, è sceneggiatore di film a soggetto del regista russo: «L’insensibilità dolorosa» («Скорбное бесчувствие», 1987), «I giorni dell’eclisse» («Дни затмения», 1988), «Salvaci e proteggici» («Спаси и сохрани», 1989), «Cerchio secondo» («Круг второй», 1990), «Pietra» («Камень», 1992), «Madre e figlio» («Мать и сын», 1997), «Moloch» («Молох», 1999), «Taurus» («Телец», 2001), «Il Sole» («Солнце», 2005).
Oltre al lungo sodalizio con Aleksandr Sokurov, Jurij Arabov scrive molte sceneggiature dedicate «all’Etá d’Argento» («Серебряный Век») della cultura russa, tra cui il thriller mistico «Signor scenografo» («Господин оформитель», 1988) di Oleg Teptsov.
Jurij Arabov ha scritto sceneggiature importanti anche per molti dei protagonisti del cinema russo contemporaneo: «Il Miracolo» («Чудо») di Aleksandr Proshkin, «Il Giorno di Jurij» («Юрьев День», 2008) di Kirill Serèbrennikov, «Il terrore che ti accompagna sempre» («Ужас, который всегда с тобой» 2007) di Arkadij Jakhnis e molte molte altre sceneggiature.