«IL COLLEZIONISTA» (Коллекционер) di Jurij Grymov – 2001.
E’ un film fantastico; guardarlo è come guardare nella scatola dei sogni e dei ricordi. Si viene letteralmente rapiti nel tentativo di trovare delle riposte in questo caleidoscopio di immagini, simboli e metafore.
Lo confesso, finito il film mi stavo ancora chiedendo tante cose su quello che vuole dire; ci sono molti simbolismi che non sono immediatamente decifrabili, ma lo stesso si ha la sensazione alla fine di aver assistito alla ricerca di un fine, una ragione, una spiegazione ultima.
Il tema è in effetti proprio quello della ricerca del significato della vita, e del suo scopo, per ciascun essere umano.
Ma vediamo di dare qualche elemento sulla trama. Il collezionista è un anziano (ma non troppo) personaggio il cui solo interesse e scopo sembra essere quello di raccogliere e collezionare una enorme varietà di oggetti ed esseri viventi.
In questa strana realtà vengono a trovarsi tre uomini e una donna con la sua figlia, chiamati per aiutarlo a catalogare tutti gli oggetti delle sue strane e vaste collezioni, dando un nome ad ogni cosa. Si ha continuamente la sensazione che ognuno degli oggetti e delle situazioni a cui si assiste nascondano dei significati simbolici reconditi, e mentre i protagonisti procedono a catalogare queste collezioni, è come se catalogassero e ordinassero le loro vite, le loro relazioni, le loro identità e le loro credenze, il tutto condito e alternato con visioni allucinatorie.
L’impressione è che tutta questa improbabile e inane opera di ricerca, ordinamento e catalogazione corrisponda alla ricerca di risposte, di significato e di un fine della vita stessa.
Alla fine del film, ognuno dei personaggi riceve quello che aveva chiesto per il lavoro prestato: una donna (la figlia del collezionista) per due degli uomini, e soldi per la donna; nessuno di loro però uscirà più da quel mondo.
L’unico che aveva rifiutato i doni del collezionista ottiene un regalo speciale, quello di riprovarci ed avere un’altra occasione nella vita. Ed è infatti l’unico che rivediamo all’esterno, risvegliandosi e rialzandosi da terra dopo un incidente avuto con la sua moto; all'inizio lo avevamo visto arrivare in casa del collezionista proprio nel momento del suo incidente.
Un film che vale di certo la pena vedere. Anche se non tutte le metafore e i simboli possono essere decifrati, il film è assai interessante come contenuto e molto bello come fotografia e realizzazione.