Arca Russa
Cinema e TV - «IL VIVO» («Zhivoj»)
Zarevich - Mercoledì, 17 Dicembre 2008, 14:48
Oggetto: «IL VIVO» («Zhivoj»)
«ZHIVOJ» «ЖИВОЙ» «IL VIVO»
(«Ti senti vuol dire sei vivo» «Чувствуешь, значит живой»)
Film di Aleksandr Veledìnskij (Александр Велединский) 2006
http://www.alivefilm.ru/
Da tempo ci parliamo con Kniaz Myshkin di un film russo. Non è facile descriverlo e spiegare il suo contenuto. Un film che non lascia benavere e fa sempre pensare. E’ uscito nei cinema di Mosca in settembre e subito ha richiamato l'attenzione e ha fatto parlare di sé. Il film non è facile. Io non saprei scriverne. Il nostro Kniaz Myshkin l’ha visto e me ne scriveva molto. Mi piacerebbe pregarlo di scrivere qualche parola del film “Zhivoj”. Penso che molti di voi dovrebbero guardare questo film. Non disprezzabile!
http://www.film.ru/afisha/movie.asp?code=ZHIVOY
Myshkin - Mercoledì, 17 Dicembre 2008, 16:00
Oggetto: Re: «IL VIVO» («Zhyvoj»)
Hai ragione, “Zhivoj” non è un film facile, né un film leggero e spensierato, ma non per questo non è da vedere. Tutto al contrario.
Per molti versi “Zhivoj” mi ricorda un altro film, di Valerij Todorovskij: “Moj svodnyj brat Frankenstein” ("Il mio fratellastro Frankenstein").
E’ un dramma esistenziale sulle conseguenze non documentate e quasi sempre ignorate o taciute della guerra, di ogni guerra.
E’ la storia di un ragazzo, Kir, che si arruola nell’esercito per andare a combattere nella guerra in Cecenia, davanti alla promessa e alla prospettiva di guadagnare quei soldi con cui potrà al suo ritorno sposare la sua ragazza.
Ma la guerra non è una roulette, e non si vince mai, anche quando si ha la fortuna di riuscire a tornare indietro.
Kir al fronte viene ferito, e si salverà soltanto grazie al coraggio e alla solidarietà dei suoi due amici e compagni di squadra. Lui perderà una gamba, ma riuscirà a sopravvivere e a tornare a casa, mentre i suoi amici a cui deve la sua vita, non ce la faranno, e non torneranno più a casa.
Una volta tornato le cose non saranno più come prima. Niente sarà più come prima, e non solo per il fatto di aver perso una gamba. Ogni cosa gli apparirà diversa da come la vedeva prima, anche la sua ragazza, per la quale aveva creduto di fare la cosa giusta.
I fantasmi dei suoi compagni morti continueranno ad inseguirlo e a non dargli pace. I rimorsi e i sensi di colpa per essere sopravvissuto a loro lo ossessioneranno senza possibilità di salvezza. Potrà mai perdonare sé stesso e ed essere perdonato? La risposta sembra essere una sola…