«DEMJAN BEDNYJ: IL POETA SOVIETICO»
«ДЕМЬЯН БЕДНЫЙ: СОВЕТСКИЙ ПОЭТ»
Demjan Bèdnyj (Демьян Бедный 1883-1945), letteralmente «Demjan il Povero», pseudonimo di Efim Pridvorov, è stato un poeta sovietico molto popolare in patria nei venti e trenta per le sue satire.
Jefim Pridvòrov (Ефим Придворов), meglio conosciuto come Demjan Bednyj (Демьян Бедный), è una figura molto controversa nella cultura russa del XX secolo. L'opinione è tutt'altro che nuova. Già contemporanei, il lavoro dello scrittore era diviso in due campi. Alcuni lo consideravano un cantante di una nuova era, un vero poeta proletario. Altri hanno dichiarato il totale cattivo gusto delle sue opere, la loro maleducazione e «rozzo». È interessante notare che anche i mecenati di Demjan Bednyj, di cui ha utilizzato attivamente la posizione, alla fine hanno cambiato la loro opinione sul suo lavoro in quella diametralmente opposta. Come studente della Facoltà di Storia e Filologia dell'Università di San Pietroburgo, figlio di una lavandaia, il giovane Efim iniziò la sua carriera letteraria con poesie intrise di pathos patriottico. Il cambio di argomento e tonalità è avvenuto subito dopo il riavvicinamento con V.D.Bonch-Bruevich. Allo stesso tempo, Pridvorov scelse per sé lo pseudonimo di Bednyj cioè «Povero», che era il soprannome di suo zio, ardente ateo e ribelle. Jefim Pridvorov iniziò a pubblicare attivamente già durante il periodo dei discorsi di opposizione del 1905-1907, sebbene le sue pubblicazioni suscitassero un vivo interesse da parte della polizia. Tuttavia, il vero periodo di massimo splendore del «proletario», come si definiva, il poeta Demjan Bednyj arrivò dopo il febbraio 1917. Le sue poesie e favole stanno guadagnando un'immensa popolarità tra l'élite del partito. Il poeta ha vissuto una vita molto movimentata: ha parlato regolarmente a raduni, riunioni di soldati e concerti. Durante la guerra civile, Demjan Bednyj fece attivamente una campagna nell'Armata Rossa. In questi anni divenne popolare la sua poesia «Gli addii» («Проводы»), meglio conosciuta come la canzone militare «Come mia madre mi ha salutato» («Как родная меня мать провожала» «How my mother saw me off»). Nel 1925 fu pubblicata la prima raccolta completa delle opere del poeta e la tiratura totale di tutti i suoi libri pubblicati negli anni '20 superò il milione di copie. Durante la Grande Guerra Patriottica, iniziò di nuovo ad apparire sulla stampa, ma era lontano dal suo antico splendore. Naturalmente, gli autografi sono di grande interesse. Tra questi ci sono manoscritti delle sue poesie, favole e feuilletons.
«КАК РОДНАЯ МЕНЯ МАТЬ ПРОВОЖАЛА»
«COME MI STAVA SALUTANDO MIA MADRE»
Как родная меня мать провожала,
Тут и вся моя родня набежала,
Тут и вся моя родня набежала.
А куда ж ты, паренек, а куда ты?
Не ходил бы ты Ванек во солдаты, не ходил бы ты Ванек во солдаты.
В Красной Армии штыки чай найдутся,
Без тебя большевики обойдутся,
Без тебя большевики обойдутся.
Поневоле ты идешь аль с охотой,
Ваня, Ваня, пропадешь ни за что ты.
Ваня, Ваня, пропадешь ни за что ты.
Мать страдая по тебе поседела,
Эвон в полe и в избе сколько дела,
Эвон в полe и в избе сколько дела.
А дела теперь пошли любо-мило,
Сколько сразу к нам земли привалило,
Сколько сразу к нам земли привалило.
Утеснений прежних нет и в помине,
Лучше б ты женился свет на Арине,
Лучше б ты женился свет на Арине.
С молодой бы жил женой, не ленился,
Тут я матери родной поклонился,
Тут я матери родной поклонился.
Поклонился всей родне у порога,
Не скулите вы по мне, ради Бога,
Не скулите вы по мне, ради Бога.
Будь такие все как вы ротозеи,
Что б осталось от Москвы, от Рассеи,
Что б осталось от Москвы, от Рассеи.
Все пошло б на старый лад, на недолю,
Взяли б все у нас назад, землю, волю,
Взяли б все у нас назад, землю, волю.