Francesco Palmegiani Франческо Пальмеджани
«MATTIA BATTISTINI» «МАТТИА БАТТИСТИНИ»
Traduzione dall’italiano di Irina Konstantinova
Перевод с итальянского: Ирина Константинова
Casa Editrice «MUZYKA» Mosca 1966 Leningrado (Pagine 180)
Издательство «МУЗЫКА» Москва 1966 Ленинград
MATTIA BATTISTINI (1856-1928)
Non è quella di Mattia Battistini una storia comune: è la storia di un grande artista che, ricco della sua gioventù e del suo enorme talento musicale, nella seconda metà dell’Ottocento, appena 22enne, inizia un «viaggio trionfale» che da Roma lo porta nelle più grandi capitali europee, in America Latina, e poi ancora in Europa a San Pietroburgo, alla colta e raffinata corte degli Zar, dove consacra definitivamente il suo ruolo di primissimo piano nella storia del melodramma dell’Ottocento e del Novecento. Possedendo una bellissima voce ed una grande musicalità, un innato senso artistico ed interpretativo, aveva i mezzi per sfondare come eccellente artista.
La Russia è la sua seconda patria artistica: vi debutta nel 1888 e vi fa ben 26 stagioni liriche; l’ultima volta vi canta nel 1914 interpretando uno dei suoi cavalli di battaglia la «Tosca». È questa la nazione che si mostra più entusiasta dell’arte di Battistini, che gli rende i maggiori onori e gli dà le più grandi soddisfazioni tanto che egli soleva dire: «La Russia non è mai stata per me un paese freddo»: Quando in età avanzata, cioè due anni prima della sua morte, i giornalisti viennesi gli chiedono quale sia il segreto della sua voce ancora giovanile e della sua prestanza fisica, risponde ridendo: «Ho passato ben 26 anni in Russia e sapete che il ghiaccio è il miglior mezzo per conservare ogni cosa».
Il «Demone» di Antonio Rubinstein è senza dubbio una tra le opere "creazione" del Battistini ed egli stesso racconta che, proprio durante la rappresentazione di questo lavoro, venne sonoramente fischiato. Il demonio che presentava, infatti, era personalissimo perché non era un angelo decaduto ma piuttosto un gigante atterrato, ribelle, potente, non pentito, che ritorna figlio della terra nel momento in cui viene preso d’amore per Tamara. Il pubblico, profondamente commosso e trascinato dalla vicenda, con ovazioni interminabili e calorosissime, che durano più di mezz’ora, esprime la sua ammirazione senza attendere la fine della scena e, quando il demone sprofonda nell’inferno, gli spettatori chiedono a gran voce il bis. L’artista, come al suo solito, lo concede ma viene biasimato dai più eminenti critici teatrali russi poiché con il suo bis ha annullato l’effetto scenico del brano stesso. Egli se ne rammarica molto, di conseguenza, la sera successiva, quando gli viene richiesta con grande insistenza la replica, la rifiuta energicamente; proseguiamo con le sue stesse parole: «… al terzo atto, allorché riapparvi in scena, fui assalito da fischi spaventosi e da grida di abbasso di tremila spettatori! La sera stessa chiarii alla stampa di Pietroburgo il motivo del mio rifiuto, cosicché alla terza rappresentazione dell’opera, i miei numerosissimi ammiratori mi offrirono più di cinquanta corone d’alloro per farsi perdonare gli insulti della sera precedente. Fu questa l’unica sonora fischiata ch’io ricordi della mia carrier».
I Russi furono sempre prodighi di doni nei confronti del celebre baritono che amarono in tutti i modi. Una dama dell’alta aristocrazia gli regalò un tappeto d’altare intessuto da lei, che dovrebbe ancora trovarsi nella Cappella della villa di Collebaccaro. Ad ogni suo ritorno in Russia i suoi fan di ogni ceto sociale gli offrivano, come vuole la tradizione locale, pane e sale ma in così gran qualità da mettere in difficoltà la sua servitù. «Non dobbiamo quindi meravigliarci – scrive il Lancelotti – se di fronte ad un portento canoro quale fu Battistini, Massenet modificò la parte del suo «Werther» trasportandola da tenore a baritono e ridusse da basso a baritono la parte di Atanaele della «Thais», per farle interpretare da Mattia».
Маттиа Баттистини - итальянский певец (баритон). Дебют 1878 (Рим, партия Альфонса в «Фаворитке» Доницетти). Выступал в Турине, Ковент Гардене. В 1888 с успехом исполнил в Ла Скала партию Нелюско в «Африканке» Мейербера, в 1890 партию Фигаро. В 1893-1914 часто гастролировал в России, где исполнил среди др. партии Демона, Руслана. В 1899 пел партию Евгения Онегина на варшавской премьере (с Крушельницкой в партии Татьяны). Его карьера была долгой. Ещё в 1921 он пел партию Риголетто в Падуе. Среди партий (кроме упомянутых) Дон Жуан, Амонасро, Гамлет в одноим. опере Тома, Атанаэль в "Таис" Массне (ее композитор специально транспонировал для Баттистини), Тельрамунд в «Лоэнгрине» и др. Один из выдающихся певцов своего времени.